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Il Governo prepara il nuovo Dpcm: stato di emergenza fino a luglio

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Il Governo prepara il nuovo Dpcm: stato di emergenza fino a luglio.

Il Governo prepara una nuova stretta per contenere il virus e limitare il contagio. Il Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio confermerà i divieti già in atto e conterrà ulteriori restrizioni. E l’indicazione del Cts al governo è di prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio vista la situazione ancora critica in Italia e all’estero e per proteggere la campagna vaccinale appena iniziata. Il nuovo piano sarà illustrato domani in Parlamento dal ministro della Salute, Roberto Speranza, mentre giovedì mattina andrà in scena una nuova riunione con le Regioni per il via libera definitivo. Venerdì infatti scadrà l’attuale Dpcm e anche le ordinanze che hanno collocato in area arancione Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto.

Proprio il sistema a fasce sarà confermato anche perché, è la convinzione di Speranza e Boccia, ha permesso all’Italia “di scongiurare almeno due lockdown”. Strada imboccata già da Germania e Regno Unito. A sposare la linea del rigore è Walter Ricciardi, secondo cui servirebbe “una chiusura drastica e prolungata per rimettere la curva dei contagi sotto controllo”.

Con Rt superiore a 1 le regioni si coloreranno d’arancione, con indice di contagio superiore a 1,25 diventeranno rosse. “Serve ancorare in maniera rapida le decisioni all’evoluzione dell’epidemia” spiega Ricciardi, secondo cui andrebbe considerato oltre al dato dell’Rt e a quello sull’occupazione dei posti letto in terapie intensive e area medica, anche il tasso di incidenza sulla popolazione, bocciato però dalle Regioni. “Stanno giocando col fuoco” dice, ricordando che il limite contestato dai governatori (250 casi per 100mila abitanti) “è un dato cinque volte superiore a quello ritenuto ideale”, ovvero 50 casi per 100mila abitanti.

Nel nuovo Dpcm, come anticipato da Boccia, sarà confermato il coprifuoco (dalle 22 alle 5), per impedire gli assembramenti della movida sarà vietato l’asporto di cibi e bevande dai bar dopo le 18, e sarà ribadita una limitazione della circolazione tra le regioni. La regola che consente una volta al giorno a massimo due persone di andare a trovare parenti e amici. Con il Dpcm sara’ poi introdotto il divieto di vendita d’asporto per i bar a partire dalle 18 per evitare gli assembramenti e, soprattutto, l’intervento sugli indici di rischio, per facilitare l’ingresso in zona arancione delle regioni a rischio alto.

Una misura che si accompagna all’abbassamento della soglia dell’Rt: con 1 si va automaticamente in zona arancione, con 1,25 in zona rossa. Modifiche che porteranno mezza Italia in arancione e una parte in rosso: ad oggi sono 12 tra regioni e province autonome in questa situazione, con Lombardia e Emilia Romagna nelle prime posizioni. Sul fronte delle aperture si ragiona sui musei (Franceschini ha chiesto che vengano riaperti in zona gialla con ingressi contingentati), mentre su quello delle chiusure resta il nodo degli impianti sciistici. Sull’introduzione di una ‘fascia bianca’ in presenza di un Rt sotto 0,5, infine, Ricciardi ammette: “E’ l’obiettivo cui mirare, ma non è raggiungibile in tempi brevi”.


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