Perche’ era a Milano Stefano Ansaldi, con il biglietto del treno da Napoli ancora in tasca e nessun biglietto per il ritorno? E’ questa la domanda a cui stanno cercando di dare una risposta i carabinieri del Nucleo investigativo guidati dal tenente colonnello Antonio Coppola e coordinati dal pubblico ministero Adriano Scudieri, che devono fare luce sul suo omicidio. Perche’ alle 18 di ieri il ginecologo 65enne, specializzato in fecondazione assistita, con uno studio piu’ che avviato in piazza Cavour a Napoli, ora rimpianto da tante pazienti, si trovava in via Macchi, vicino alla stazione Centrale, dove e’ stato sgozzato e ucciso pare da due uomini sui 30-35 anni?
L’ipotesi di una casualita’, di una rapina finita male non viene esclusa dagli inquirenti ma perde di consistenza rispetto ai primi momenti, quando era stata collegata ad un’altra rapina compiuta da due nordafricani ai danni di un anziano avvenuto a poca distanza. Il corpo di Ansaldi con un netto taglio alla gola, in un lago di sangue, era supino a terra sul marciapiede in un tratto coperto dall’impalcatura di un palazzo in ristrutturazione. C’era il suo Rolex a terra, c’era il portafogli e la valigetta di cuoio chiaro, c’era un coltello da cucina. Addosso aveva una mascherina Fp2 bianca macchiata di sangue.
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E il biglietto del treno da Napoli a Milano. Non il biglietto di ritorno e mancherebbe all’appello anche il telefonino. Scartata l’ipotesi che fosse venuto a trovare la sorella prima del lockdown per le feste di Natale, dato che lei stessa ha raccontato che si stava preparando a tornare in Campania prima che scattasse la zona rossa, gli inquirenti sono portati a pensare che avesse un appuntamento preciso. Su questo e’ stata sentita anche la moglie a Napoli. Forse, questa l’ipotesi, l’omicidio e’ scaturito da una lite con persone che conosceva. Se non direttamente, comunque legate a qualche tipo di affare. Una vicenda dai contorni oscuri con diversi punti da chiarire.
Da un lato l’uccisione di Ansaldi appare opera di balordi, dall’altra c’e’ il fatto che i presunti assassini si sono cambiati gli abiti per confondere ulteriormente le ricerche degli investigatori. Elemento che fa pensare che avessero un piano o almeno sapessero che sarebbero dovuti fuggire.
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