Napoli, rivolta dei ristoratori contro la zona arancione

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Napoli, rivolta dei ristoratori contro la zona arancione.

Protesta di commercianti e ristoratori a Napoli contro l’ordinanza del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che conferma per la regione le restrizioni della zona arancione fino al 23 dicembre. Circa cinquanta manifestanti hanno bloccato il traffico stradale a piazza Vittoria all’altezza della Colonna spezzata, lato mare, e in direzione Riviera di Chiaia. Sul posto sono presenti Carabinieri e Polizia di Stato.

L’allentamento delle restrizioni a partire da domani era ampiamente atteso, e ieri e’ stato confermato dal ministero della Salute, cosa che – spiegano i manifestanti – aveva spinto molti ad approvvigionarsi di derrate per i quattro giorni di riapertura possibili fino alla nuova zona rossa nazionale. Derrate che ora risulteranno inutili e in gran parte deperibili.

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    Confesercenti Campania contesta apertamente il dietrofront tra Governo e Regione sullo status dei nostri territori, passati da zona “gialla” (per decreto nazionale) di nuovo a zona “arancione” (per delibera regionale) nel giro di poche ore, mandando in tilt le migliaia di aziende legate al food della Campania (sono circa 100mila).

    «Si è creato un caos totale – esordisce Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – i ristoratori appena stamane avevano saputo dal Governo che la Campania sarebbe tornata ad essere zona “gialla”, con possibilità dunque di riapertura a pranzo, e invece oggi pomeriggio al Regione si sveglia e ci fa tornare arancioni. E’ una tempistica inaccettabile, che non tiene assolutamente conto delle esigenze e delle modalità commerciali dei ristoratori, dei proprietari dei bar e di tutti coloro che lavorano con il food. Noi di Confesercenti Campania non mettiamo in dubbio e in discussione la gravità della pandemia, la sua pericolosità e le decisioni volte a tutelare la salute pubblica.

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    Né c’è mancanza di rispetto del dato che gli ospedali sono pieni e che effettivamente c’è troppa gente in strada in questi ultimi giorni. La priorità resta la salute, per carità, ma si vuole tenere in debita considerazione, dopo mesi di pandemia e quindi di esperienza tratta sul campo, che bisogna prendere decisioni più chiare e nei tempi che consentano agli esercenti di organizzarsi?».

    Il malcontento cresce a dismisura e i danni si accumulano, sostiene Confesercenti Campania.
    Vincenzo Schiavo aggiunge: «I nostri ristoratori e i proprietari di bar e locali del food, dopo le decisioni di ieri sera del Governo Nazionale hanno già acquistato derrate alimentari alcune delle quali a consumo immediato (latticini, frutta, verdure); hanno già fatto una corsa contro il tempo per sanificare i luoghi interni ed esterni, hanno chiamato dipendenti a lavorare, sistemando logisticamente i propri locali. In media, in sostanza, hanno speso tra i 2500 e i 5000 euro che andranno bruciati totalmente. Non è accettabile avvisare la sera per la mattina che avrebbero riaperto e poi solo alle 15 che invece avrebbero richiuso. Oltre ai danni di questi mesi questo “balletto” di decisioni suona tanto come una beffa. Non se ne può più di provvedimenti che anche e soprattutto nei tempi- perché siamo consci della presenza di una terribile pandemia- distruggono la nostra economia.

    Governo e Regione è possibile che non si rendano conto che questo è un esercito di persone che sta già soffrendo e che molti di loro falliranno? L’unica possibilità ora è che Governo e Regione immediatamente risarciscano gli imprenditori sia per il mancato incasso che rimborsandoli per queste ulteriori spese gettate al vento. La situazione è drammatica, i ristoratori sono disperati, hanno speso ulteriori soldi per niente: esigiamo risposte economiche immediate ed adeguate, altrimenti saremo costretti a valutare azioni legali a difesa delle imprese danneggiate».


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