Il giornalista di Libero quotidiano, Filippo Facci oggi ha litigato in diretta anche con il direttore di radio Kiss Kiss Napoli, Walter De Maggio.
Ieri sera aveva offeso Diego Armando Maradona, durante la trasmissione Tiki Taka condotta da Piero Chiambretti, etichettandolo come “drogato, ladro e ciccione”.
Da ieri sera i social si stanno scatenando contro le volgarità e le accuse gratuite del giornalista. Hugo Maradona, fratello di Diego, pure lui intervenuto prima di lui a Radio Kiss Kiss Napoli ha annunciato querela per diffamazione. Tra l’altro Facci aveva anche rifiutato di intervenire in diretta in contemporanea con Hugo Maradona. Poi è intervenuto Piero Chiambretti prendendo le distanze da Facci e chiedendo scusa alla famiglia Maradona e ai napoletani. Poco colpo l’ennesimo colpo di scena di questa vicenda, che non meriterebbe attenzione, e che purtroppo non si esaurirà presto.
Facci incalzato dalle domande di Walter DeMaggio ha ribadito: “Perchè dovrei scusarmi. Ritengo che quelle parole non siano diffamatorie. Maradona era drogato e lo sanno tutti- ha ribadito Facci-, era inciccionito e il ladro è riferito al famoso pugno di Dio. Perché per me chi commette una cosa irregolare, quello è stato un gesto di un ladro. Non voglio parlare con la famiglia Maradona”.
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Poi ha voluto precisare che Chiambrietti “mi ha inviato sapendo che avrei detto la mia”. A quel punto De Maggio che cercava di portarlo a un comportamento più corretto e meno violento verbalmente gli ha chiesto ‘Scusi Facci ma lei quando va a vedere Caravaggio agli Uffizi giudica i quadri o il Caravaggio uomo?”.
Precisando subito: “Anche se ho dei dubbi che lei sia mai andato agli Uffizi e che conosca Caravaggio”. A quel punto Facci indispettito ha detto “Non c’è più motivo per continuare la telefonata”, chiudendo il collegamento.
Le parole di Facci si commentano da sole e forse a questo punto sarebbe meglio che i tifosi del Napoli lo ignorassero e che si è sentito offeso passasse alle vie giudiziarie, senza aizzare gli animi inutilmente nei confronti di una persona che è rimasto fermo sulle sue offese e sulle sue volgarità.
