Attualità
Rivolta covid nel carcere di Rebibbia: misura cautelare per 9 detenuti

Rivolta covid nel carcere di Rebibbia: misura cautelare per 9 detenuti. Sono accusati di devastazione e saccheggio.
Su richiesta della Procura di Roma sono state emesse nove misure cautelare in carcere nei confronti di alcuni detenuti coinvolti nelle rivolte avvenute a Rebibbia nel marzo scorso in piena emergenza covid. Gli scontriscontri
erano legati alle misure disposte dal Governo per il contenimento della diffusione del virus nelle strutture penitenziarie italiane. Nelle scorse settimane i pm Eugenio Albamonte e Francesco Cascini, avevano notificato l’atto di conclusione delle indagini a 55 persone in un procedimento coordinato dal procuratore Michele Prestipino. I reati vanno dalla devastazione, saccheggio sequestro di persona, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Le indagini si sono avvalse delle immagini dei sistemi di videosorveglianza che hanno immortalato le varie fasi degli scontri avvenuti tra il 7 e il 9 marzo. In base a quanto accertato dalla polizia Penitenziaria la sommossa e’ scoppiata prima nel reparto G11 per poi estendersi ad altri settori del complesso penitenziario. I detenuti raggiunti da misura cautelare hanno tra i 23 e i 41 anni.Durante gli scontri un ispettore rimase ferito con una prognosi di 40 giorni.

Cronaca Giudiziaria
Torna libero l’ultrà del Napoli condannato per l’omicidio stradale del tifoso dell’Inter

Torna libero l’ultrà del Napoli condannato per l’omicidio colposo del tifoso dell’Inter.
Fabio Manduca, 40enne ultrà del Napoli, era stato condannato a fine novembre a 4 anni per omicidio stradale per aver investito con il proprio suv e ucciso l’ultra’ del Varese Daniele Belardinelli durante gli scontri del 26 dicembre 2018 in via Novara tra le tifoserie di Inter e Napoli prima dell’inizio della partita in programma quella sera tra le due squadre a San Siro.
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Lo ha deciso il gip Carlo Ottone De Marchi accogliendo la richiesta dell’avvocato Eugenio Briatico. Tuttavia, a Manduca e’ stato imposto l’obbligo di dimora nel comune del Napoletano in cui risiede. Nei giorni scorsi, intanto, sia il 40enne, tramite il suo legale, che la Procura di Milano hanno impugnato la sentenza del processo con rito abbreviato. La difesa ha chiesto l’assoluzione mentre i pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri la riqualificazione del reato in omicidio volontario sorretto “dal dolo diretto nella variante del dolo alternativo” e la condanna a 16 anni di reclusione.
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