Una protesta tanto ordinata e silenziosa quanto determinata. Sono oltre 10mila le persone che si sono riunite nelle 24 piazze allestite lungo tutta la penisola per esprimere i valori economici e sociali della ristorazione e dell'intrattenimento italiano.
La chiusura anticipata di bar e ristoranti e le misure restrittive nei confronti di imprese di catering, banqueting e intrattenimento, rischia di essere il colpo di grazia ad un settore sull'orlo del baratro fallimentare. Imprenditrici e imprenditori che, chiamati a raccolta da Fipe – Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, hanno simbolicamente apparecchiato per terra, disponendo oltre 1000 coperti rovesciati a ricordare alla politica lo stato di emergenza nel quale versa il settore della ristorazione con 300mila posti di lavoro a rischio, 50mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020 e 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto dell’ultimo decreto. Protesta del tutto apolitica, pacifica e nel pieno rispetto delle regole, a dimostrazione del grande senso di responsabilità che ha sempre caratterizzato gli imprenditori del settore.
“Noi oggi siamo a terra ma non ci arrendiamo – sottolinea il Presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani -.Potrebbe interessarti
Oltre ai ristoratori, da Confcommercio Salerno, presenti le delegazioni provinciali di albergatori (Federalberghi), fiorai (Federfiori), abbigliamento (Federmoda), gestori impianti carburanti (Figisc), presiedute da Giuseppe Gagliano: “Ringraziamo i professionisti della ristorazione e gli stessi imprenditori che sono scesi in piazza al loro fianco per aver dimostrato si possa manifestare in maniera assolutamente pacifica, senza causare alcun problema di ordine pubblico” – spiega il Presidente di Confcommercio Salerno, e aggiunge: Non intendiamo sottovalutare la problematica sanitaria, ma abbiamo il diritto di essere informati in anticipo - e non un minuto dopo, sul contenuto di provvedimenti che, per quanto legittimi, devono essere scaturiti da un confronto con le associazioni di categoria, corpo intermedio a cui tocca gestire le conseguenze delle restrizioni, per consentire alle imprese di organizzarsi tempestivamente ed affrontare questi momenti che, ormai, sono diventati drammatici".






