Dopo 20 anni, chiuso l’Accordo Integrativo Regionale per la Medicina Convenzionata e le altre Professioni

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«Finalmente siamo arrivati a chiudere l’Accordo Integrativo Regionale per la Medicina specialistica, veterinaria e le altre Professioni. Un risultato storico che consentirà di migliorare l’assistenza e, in questa fase, affrontare al meglio un’eventuale recrudescenza del Covid».

Gabriele Peperoni  (vicepresidente nazionale del SUMAI) e Francesco Buoninconti (segretario regionale SUMAI) commentano così un risultato storico, che mette fine ad una carenza durata addirittura 20 anni.  «Con un’ultima maratona di due giorni – spiegano i due sindacalisti – la delegazione del SUMAI che comprendeva, oltre noi, Daniela Postiglione e Ferdinando Ferrara, ha firmato questo fatidico accordo che mancava alla categoria dal lontano 2001».
Ora, nero su bianco, appaiono con chiarezza molte conquiste della specialistica convenzionata, sulle quali talvolta si doveva affrontare l’indisponibilità e la ritrosia delle Aziende sanitarie locali. Tra le altre, è stato ratificato il ruolo dello specialista riguardo la posizione giuridica di medici, veterinari e professionisti.

«Siamo riusciti a chiudere quest’accordo – ricordano Peperoni e Buoniconti – grazie ad un lavoro di squadra che ha permesso di compattare sulle tesi del SUMAI anche i colleghi delle altre sigle sindacali. E finalmente c’è stata anche la condivisione della parte pubblica a cui va il ringraziamento della nostra Associazione per l’impegno professionale e personale profuso».

L’accordo realizza di fatto una forte integrazione con i medici di medicina generale attraverso modelli organizzativi innovativi e, soprattutto maggiormente efficaci che aumenteranno la medicina di prossimità ai luoghi di vita dei cittadini e un ulteriore impulso alla domiciliarità per i soggetti fragili. Con questo accordo la medicina territoriale campana avrà uno sviluppo che porterà il sistema sanitario regionale a eguagliare gli altri sistemi regionali in termini di efficienza ed efficacia. Ora tocca alle singole aziende provvedere ad applicare quanto scritto nell’accordo «Auspichiamo che uno dei primi passi sarà portare a tempo pieno tutti i medici, veterinari, psicologi e biologi  che, nonostante le carenze di personale, ancora lavorano a tempo parziale rischiando di disperdere un patrimonio di competenze ormai decennale», concludono Peperoni e Buoninconti.




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