Salerno, detenuto africano aggredisce tre agenti a Fuorni

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Tre agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti nel carcere di Salerno nella giornata di oggi, sabato 23 maggio. Ad aggredire gli agenti è stato un detenuto di origini africane intorno alle 14 nella Prima Sezione detentiva della Casa Circondariale di Salerno, mentre i carcerati rientravano dai cortili passeggi.

 

La Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe parla di “Una giornata di follia e violenza in carcere a Salerno”. Il segretario nazionale Sappe della Campania, Emilio Fattorello ha spiegato: “Un detenuto straniero senza apparenti motivi, ha preso a pugni un Assistente della Polizia Penitenziaria in servizio. L’intervento di altri poliziotti ha evitato peggiori conseguenze al collega colpito, nel frattempo colto da shock per i violenti colpi subiti, ma altri baschi azzurri sono rimasti contusi. Il detenuto autore dell’insano gesto per il passato sembra essere stato in osservazione per disturbi mentali.

 



    Per questi ed altri motivi denunciati dal Sappe già da troppo tempo, è stato indetto lo stato di agitazione e l’interruzione delle relazioni sindacali con la Direzione del Penitenziario, per la assenza di interventi da parte dell’Amministrazione come richiesti dalla nostra Segreteria Regionale, prima e dopo la violenta rivolta del 7 marzo che ha visto l’istituto di Salerno dare inizio alle devastazioni”.

     

    “Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni? Quello che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario.

     

    Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Salerno, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio il trasferimento dei detenuti violenti e custodia differenziati per coloro i quali dovrebbero stare ristretti in strutture ad hoc per chi soffre di disagio psichico e mentale”.


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