Coronavirus, omissioni dopo la morte in clinica: interrogazione ai ministri

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I casi positivi alla Neuromed di Pozzilli sarebbero stati “taciuti” dalla struttura alle autorità sanitaria molisana “con tutte le conseguenze ed i rischi igienici e sanitari che potrebbe aver comportato la diffusione della malattia a 9 persone, dopo il decesso di un 82enne di Roccamonfina”. Così il senatore Elio Lannutti in un’interrogazione a risposta scritta rivolta ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Lannutti ripercorre la vicenda da un’audio di una studentessa siciliana di scienze infermieristiche che denunciava “l’ipotesi di casi positivi di contagi da coronavirus originati da un paziente ricoverato nella struttura privata già all’epoca”. La ragazza sarebbe stata “denunciata dal sindaco di Pozzilli Stefania Passarelli per procurato allarme”, dice il senatore, con l’attività ambulatoriale della Neuromed che “sarebbe proseguita fino ad oltre la metà di marzo, con un via vai di gente proveniente dalla Campania e dal basso Lazio, in un clima di preoccupazione nelle persone che, per motivi di salute, si sono recate presso la struttura privata, oltre che per l’incoscienza di pericoli di infezione a cui è stato esposto il personale sanitario operante”.

Di qui la richiesta di “indagare in profondità per disvelare tutte le responsabilità del caso e per il concretizzarsi di ipotesi omissive che potrebbero aver determinato la diffusione di malattie contagiose”, scrive Lannutti ai ministri. Il senatore ha chiesto a Speranza di “avviare gli opportuni accertamenti sui fatti con l’invio degli ispettori e dei Nas dei Carabinieri, sia presso la Neuromed che presso gli uffici della Regione”, conclude.




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