“Purtroppo c’è ancora troppa clemenza nei confronti di questi delitti efferati, di questi uomini che uccidono in nome dell’amore”. Così, la criminologa Antonella Formicola, commenta la sentenza di appello emessa ieri dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la quale è stata ridotta di due anni (in primo grado furono comminati 19 anni) la pena inflitta all’assassino ed ex compagno di Maria Tino, uccisa a Dragoni, nel Casertano, il 13 luglio del 2017. Un destino inesorabile quello toccato alla donna, che aveva 49 anni: Massimo Bianchi, l’ex compagno di Maria, diventato il suo assassino, un anno prima l’aveva salvata dal marito violento. “Occorre certezza della pena per questi omicidi, non devono esistere attenuanti (in secondo grado non e’ stata riconosciuta la premeditazione, ndr) – aggiunge la criminologa – ma quell’uomo ha dato un appuntamento alla compagna che era decisa a lasciarlo”. “E lui – ricorda la criminologa – si è presentato armato all’appuntamento e con lucida freddezza l’ha uccisa colpendola alla testa con la pistola nella piazza del Paese. Maria e’ morta subito accasciandosi sulla panchina che oggi è ancora lì per ricordare lei e tutte le vittime della violenza di genere”.
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