Salvini a Forlì si affaccia al balcone di Mussolini e la piazza lo fischia e canta ‘Bella ciao’. IL VIDEO

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Arrivato a Forlì per sostenere il candidato sindaco della coalizione di centrodestra, Gian Luca Zattini, il segretario della Lega, Matteo Salvini, ieri sera si è affacciato al balcone dove si affacciava Benito Mussolini e dove ha tenuto un comizio. Il ministro degli interni e si è beccato i fischi dei manifestanti che gli hanno urlato “buffone” e “siamo tutti antifascisti” e hanno cantato “Bella ciao”. “Più mi minacciano e più io ho voglia di andare dritto come un treno” ha risposto il vicepremier ai suoi sostenitori. E rivolto a chi protestava ha aggiunto: “Se vi trovate male in Italia, ragazzi, a Cuba vi aspettano”. A Salvini è stato chiesto di affacciarsi al balcone per salutare i sostenitori della Lega rimasti fuori dalla sala, sotto la pioggia, con gli ombrelli. Ma ad attenderlo in piazza non c’erano solo i sostenitori, ma un nutrito gruppo di persone che ha cominciato a fischiare e a urlare “siamo tutti antifascisti” e “buffone”. “Cantate le ultime volte perché i compagni da Forlì scompaiono fra 15 giorni – ha detto piccato Salvini -. Alla sinistra sono rimaste le minacce, gli insulti e i clandestini”. Ma noi “libereremo questa città e questa terra. Più minacciano più io ho voglia di tirare dritto come un treno”. “Vince chi ha il consenso del popolo – ha proseguito il ministro dell’Interno – dopo 70 anni a Forlì si cambia. Prima vengono gli italiani poi viene il resto del mondo. Se voi 50 sfigati volete dei clandestini a casa vostra, prendeteli voi, pagategli voi colazione, pranzo e cena. Sono sempre più convinto che oltre all’educazione civica a scuola sei mesi di servizio militare negli alpini vi farebbe bene”. A chi urlava “chi non salta un fascista è” Salvini ha risposto: “Qua non ci sono fascisti, ma ci sono italiani orgogliosi di essere italiani. Se vi trovate male in Italia, ragazzi, a Cuba vi aspettano. Fate le valigie e andate a Cuba. Adesso potete tornare al centro sociale a farvi due canne”. Alla fine, tra balcone e sala retrostante, dove lo aspettavano suoi sostenitori, con l’aiuto di un fisarmonicista e di un cantante Salvini ha intonato ‘Romagna mia’, le cui note sono risuonate anche sulla piazza sottostante innescando un’esecuzione corale della notissima canzone di Secondo Casadei.