Cronaca Giudiziaria

Camorra, omicidio di ‘Pisellino’ la Dda: ‘Niente ergastolo ai fratelli Spina sono troppo giovani’. LE INTERCETTAZIONI

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Niente carcere a vita perché troppo giovani nonostante si siano macchiati di un cruento delitto di un loro coetaneo e del ferimento di altri due giovani. Ma ‘solo’ 30 anni di carcere. E’ la singolare chiesta avanzata dal pm Woodcock della Dda di napoli nei confronti dei due fratelli Nicola Spina, 24 anni, e Anthony, di 19 arrestati il 14 luglio per l’omicidio del loro complice 19enne Emanuele ‘Pisellino’ Errico avvenuto il 26 aprile scorso in via Chiaro di Luna al rione Conocal di Ponticelli e del tentato omicidio di Rosario Denaro (feri­to a una coscia) e Mariano Muscerino. la vittima poco prima di essere ucciso aveva postato sul suo profilo facebook una frase profetica purtroppo per lui: “Rione Conocal, qui sono nato e quì morirò “. E così è stato.I due furono bloccati dai carabinieri a Scalea, dopo aver trovato rifugio in altre città della Campania, e da dove si stavano preparando a scappare all’estero e precisamente in Germania. Dietro l’omicidio una lite per la spartizione del bottino di una rapina ed Erri­co, il 25aprile (il giorno prima del­ la sua morte) incendia il motori­no dei fratelli Spina parcheggiato nell’androne di casa. Così decidono di punire il colpevole e pretendono dal titolare di un supermercato di fronte casa di vedere i filmati del­le telecamere di video sorveglian­za. Quei filmati inchiodano Erri­co, riconosciuto anche perché ha un’andatura “dondolante”.Il gior­no compiono la vendetta. I due fratelli entrano in azione nel campo di quella stessa telecamera di cui hanno visto i filmati. Sanno che c’è ma non pensano che li sta ri­prendendo così come aveva ripreso Errico e l’incendio. Interrogata dai carabinieri la madre della vittima dice di averli visti uccidere il fi­glio
Spariscono dal quartiere. Pri­ma da parenti a Castel Volturno, poi da altri familiari in via Nazio­nale, infine a Scalea. Si dividono, poi si riuniscono in attesa di un viaggio definitivo all’estero. In­ tanto però tutta la famiglia parla di loro al telefono e senza precau­zioni. E parla lo stesso Nicola Spi­na, dice: “Se mi dovevano fare l’agguato già me lo avrebbero fat­to”. Genitori, suoceri e zii dei due ragazzi sono in fibrillazione, il pa­dre ce l’ha con Nicola perché “è andato in Calabria e si è portato tutti i soldi senza pensare a nessu­no”. E la suocera parla con la fi­glia (e madre delle due bambine di Nicola) per convincerla a pen­sare a se stessa e alle piccole: “Si sono cacciati in una cosa più gros­sa di loro. Era meglio che Nicola diceva dal primo momento: è suc­cesso, è stato uno sbaglio, non so­ no stato io. Non lo pensasse al fra­tello (Anthony) perché il fratello secondo me gli ha fatto fare la ta­rantella”. Ma ora appunto non possono fare più “tarantelle” devono scontare la galera.

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