Salvini e Di Maio ai ferri corti: e scoppia anche il caso Giorgetti

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C’è aria di tempesta il giorno dopo la notizia dell’indagine a carico del sottosegretario leghista Armando Siri che ha fatto saltare i nervi alla maggioranza. E fa rumore come un tuono la notizia che Federico Arata, figlio dell’imprenditore coinvolto nell’inchiesta per corruzione, sia stato assunto a palazzo Chigi, nel dipartimento programmazione economica, da un altro esponente di punta del Carroccio, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.Immediatamente parte l’attacco dei pentastellati: “Se quanto riportato dal Corriere della Sera corrispondesse al vero, ci troveremmo di fronte a un caso. La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo – è l’affondo – Ci auguriamo e confidiamo che il leader della Lega sappia fornire quanto prima elementi utili a chiarire ogni aspetto. Non solo al M5S, con cui condivide un impegno attraverso il contratto di governo, ma anche ai cittadini”. Da via Bellerio elaborano una risposta corale, in cui si rimarca che parlamentari e ministri della Lega “continuano a lavorare anche in questi giorni di festa” e rispondono a polemiche e insulti che si sgonfieranno nell’arco di qualche ora”. Federico Arata, è la difesa, “è persona preparata”. E per dimostrarlo fanno girare il curriculum del 33enne, cresciuto tra BNP Paribas , l’ex Lehman Brothers, Alzahid Group, Credit Suisse e Sturgeon Capital, appassionato di viaggi, alpinismo e fotografia. “Non ho mai lavorato con il sottosegretario Giorgetti a Palazzo Chigi”, riferisce il figlio dell’imprenditore, contattato telefonicamente da Lapresse. Il suo ruolo sarebbe stato, eventualmente, quello di consulente esterno per le sue “competenze in ambito economico e internazionale”.I rapporti tra Lega e M5s appaiono sempre più logori e se in entrambi gli ambienti nessuno pensa si andrà a casa, il contratto di governo sembra perdere ogni giorno un pochino della sua funzione di collante. Luigi Di Maio inaugura la giornata scrivendo su Facebook che “anche oggi la Lega minaccia di far cadere il governo. Lo aveva già fatto con la Tav. Sembra ci siano persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo. Sono pieni i giornali di queste ricostruzioni e lo trovo gravissimo. Sono davvero sbalordito”, insiste, spiegando di ritenere “grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto”. E Matteo Salvini gli risponde con quella che dovrebbe essere una rassicurazione, ma ha i toni di chi ha perso la pazienza: “Macché crisi di governo! La Lega vuole solo governare bene e a lungo nell’interesse degli Italiani”. La crisi di governo “è solo nella testa di Di Maio – aggiunge – che farebbe bene a non parlare di porti aperti per gli immigrati e a controllare che il reddito di cittadinanza non finisca a furbetti, delinquenti ed ex terroristi”.Non c’è giorno e tema su cui non si battibecchi, e certo molto dipende dalla campagna elettorale per le Europee. Ma la notizia di presunti contatti del Carroccio con Forza Italia per un ‘piano b’, o meglio ‘esecutivo B’, ha fatto andar storta la colazione a molti nei M5s. La Lega smentisce e rilancia: nessun contatto con Forza Italia, a differenza dei 5Stelle che spesso sembrano andare d’accordo col Pd. Poi il Capitano rimarca in chiaro, su Twitter: “Non vorrei che nei 5Stelle qualcuno avesse voglia di far saltare tutto e magari andare a governare con la sinistra”. Accuse e sospetti reciproci, ognuno accusa l’altro di voler far saltare il banco. Che però, assicurano tutti in chiaro, non salterà, perché ‘c’è un contratto, ci sono tante cose da fare’, è il leitmotiv.Di certo servirà un chiarimento. Il M5s non ha intenzione di far cadere la vicenda Siri come se nulla fosse, temendo il giudizio del suo elettorato che non ha mai avuto né appoggiato un approccio garantista. “La Lega pur di difendere un sottosegretario indagato per corruzione minaccia la crisi di governo?”, attacca da Facebook Alessandro Di Battista che chiede a Salvini di spiegare “all’Italia intera le ragioni di questa puerile difesa” perché “ne guadagnerebbe in credibilità”. Ma se il Carroccio non intende scaricare il suo uomo, nella vicenda pesa anche la posizione del premier, Giuseppe Conte, che ha annunciato l’intenzione di vedere Siri per un confronto al termine del quale “valuteremo”. La sua posizione comunque è evidente: “Il contratto di governo contiene un codice etico, in virtù del quale non possono svolgere ruoli di ministri e sottosegretari chi è sotto processo per fatti gravi, e la corruzione lo è”, ha detto giovedì sera”x-apple-data-detectors://3″.Il confronto dovrebbe esserci prima del Consiglio dei ministri previsto per martedì pomeriggio”x-apple-data-detectors://4″, nel quale peraltro è previsto che approdi il decreto Crescita, approvato salvo intese il 4 aprile. Ma sul testo si è aperto l’ennesimo fronte di scontro, con la Lega che ha puntato i piedi per eliminare la norma cosiddetta ‘salva-Roma’. “Stiamo lavorando al decreto Crescita. Non penso ci siano comuni di serie A e di serie B. Ci sono tanti comuni in difficoltà in Italia. Non si può fare un regalo a qualcuno e agli altri no – argomenta il leader del Carroccio – o si aiutano tutti quelli in difficoltà (ce ne sono centinaia). Se c’è un intervento per aiutare tutti i comuni in difficoltà parliamone. Se c’è’ un intervento per aiutare solo un comune in difficoltà no”. 


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