E' stato condannato a 18 anni di carcere il boss Antonio Orlando, detto Mazzolino, capo del clan Orlando di Marano, arrestato tre mesi fa dopo una latitanza di oltre 15 anni. Il leader della cosca 'dei Carrisi' era accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsione. Il processo si è celebrato con il rito abbreviato per cui Mazzolino, che è attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, ha usufruito dello sconto di pena. Antonio Orlando in tutti questi anni della sua latitanza è sempre stato nella zona a Nord di Napoli e manteneva i contatti, prima del blitz di due anni che sgominò l'intero clan, con il nipote Armandino Lubrano. Quando fu arrestato il 27 novembre scorso in un appartamento di via Rossini, nel centro di Mugnano, il boss ora 60enne aveva con sé una carta d'identità falsa, con i dati anagrafici di un cugino residente a Marano, e una foto, la sua, piuttosto recente. E prima di arrendersi, tentò di disfarsene e dare alle fiamme alcuni documenti, tra cui alcune lettere e pizzini per comunicare con l'esterno. Secondo gli investigatori al momento dell'arresto il boss era pronto a cambiare rifugio, dove comunque vi era ogni comfort: sauna, doccia e tapis roulant. Nell'appartamento su due livelli, intestato ad una insospettabile, furono rinvenute due sim card, sei mila euro in contanti e una collezione di Rolex e costosissimi accendini.
Articolo pubblicato il 20 Febbraio 2019 - 07:25 - Redazione
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