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Arsenico nei pozzi, ora si riapre anche il caso Lo Uttaro

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Nella zona ove si trova la località sorgeva nell’antichità la città di Calatia, culla della civiltà osco-sannita, e successivamente municipio romano. Dopo lo spopolamento, avvenuto nel tardo medioevo a causa delle incursioni saracene, la zona, posizionata a cavallo dell’antica Via Appia tra i centri abitati di San Nicola la Strada e Maddaloni, è rimasta disabitata fino alla metà del ‘700 allorquando venne scelta come area di cava dei mattoni di tufo necessari alla costruzione della erigenda Reggia di Caserta.
Si sviluppò perciò un’intensa attività estrattiva che si è protratta fino alla seconda metà del XX secolo. Segno evidente di tale attività sono oggi le decine di cave a fossa (in dialetto locale chiamate i “monti”), presenti anche nelle località contigue a Lo Uttaro, buona parte delle quali, a causa dell’intenso sviluppo urbanistico degli ultimi vent’anni, sono ormai inglobate nel tessuto cittadino dei quattro comuni.
Negli ultimi 30 anni, poi, le cave di tufo dismesse sono state utilizzate come luoghi di abbandono di rifiuti solidi urbani e industriali pericolosi di ogni provenienza. Fino ai primi anni 90 alcune delle cave più estese dell’area intorno a Lo Uttaro sono state utilizzate come discariche, come la discarica Migliore Carolina che ha seppellito nelle sue pieghe ogni sorta di rifiuto, poi, in rapida successione sono nate la discarica Ecologica Meridionale e quella confinante del Commissario di governo, tutte nelle cave a pozzo.
Si stimano in circa 6 milioni di m3 i rifiuti di ogni tipo interrati nel territorio de Lo Uttaro. Ma oltre ai cosiddetti “monti”, sono sorte anche vere e proprie montagne di immondizia. Le periodiche crisi ed emergenze che hanno interessato negli ultimi anni la città di Caserta e l’intera Regione Campania hanno trovato spesso uno sbocco a Lo Uttaro. Così è sorto il sito di trasferenza, quello di stoccaggio (cosiddetto ‘Panettone’), il deposito dell’ex Ucar.
Il progressivo accumulo di rifiuti ha determinato inoltre la cessazione delle attività economiche nel frattempo sviluppatesi in quella stessa zona con il conseguente abbandono degli edifici sorti a tale scopo, tra i quali la sede di una multinazionale dell’informatica e il macello della città di Caserta, costato più di 6 milioni di Euro, e ora devastato da ripetuti atti di vandalismo.
E’ questo il tema dell’audizione richiesta dal sindaco di San Nicola la Strada Vito Marotta, dall’assessore all’Ambiente Lucio Bernardo e dal dirigente del comune Giulio Biondi, convocata per le 15,30 di mercoledì 20 febbraio prossimo, presso la VII Commissione Permanente del Consiglio Regionale della Campania ambiente-energia-protezione civile.
Alla seduta dal Presidente della VII Commissione Gennaro Oliviero sono stati invitati oltre i componenti l’organismo regionale, anche l’Assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, il Direttore Generale ciclo integrato acque e dei rifiuti, valutazioni ed autorizzazioni ambientali della giunta regionale Mauro Ferrara, il Commissario Straordinario Arpac Luigi Stefano Sorvino, il Direttore del dipartimento provinciale Arpac di Caserta Serafino Barbati e il Direttore Generale ASL di Caserta Mario De Biasio.

Gustavo Gentile

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