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‘O Zulù: ‘In Italia comandano i terroni? Sarebbe sicuramente meglio’

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“In Italia ‘comandano i terroni‘? Non posso far altro che replicare dicendo che sarebbe sicuramente meglio, invece in Italia purtroppo comandano gli ignoranti”. A dirlo è ‘o Zulù, nome d’arte di Luca Persico, storico frontman dei 99 Posse, commentando la prima pagina di oggi del quotidiano Libero, secondo cui in Italia “comandano i terroni” con riferimento alle regioni d’origine del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico. “Ancora non mi capacito di come si possa continuare a dare credito a un giornale come Libero, mi chiedo perché non commentare un articolo di ‘Lercio’ la prossima volta, gli do sicuramente più considerazione”, aggiunge Persico che proprio oggi annuncia il lancio del nuovo singolo “Il traffico”, tratto dal suo secondo album da solista “Bassi per le masse” che uscirà il prossimo 25 gennaio. La metafora del brano muove dalla citazione del film di Roberto Benigni “Johnny Stecchino” e la celebre scena dove, in terra di mafia, il traffico viene indicato come il problema più grande.  ‘Nell’album ‘o Zulù presenta la realtà italiana del nostro tempo “fatta di distrazioni futili e rincorsa al primato nazionale attraverso l’uso dei social network, divenuti amplificatore di un hate speech permanente contro nemici immaginari, dai migranti ai meridionali, mentre povertà, disoccupazione, devastazione ambientale e corruzione restano i drammi nascosti del nostro Paese”. Secondo Luca Persico “sostenere che gli italiani siano tutti razzisti è una generalizzazione oltre che un messaggio sbagliato. Questo non è il paese reale, anche se è certamente il riverbero di investimenti sempre minori sulla scolarizzazione e della mancata educazione familiare verso valori come la tolleranza e il rispetto. L’attuale propensione al razzismo risponde a dati elettorali spesso falsati e a una percezione amplificata dai social network. Il resto sono solo proiezioni e il frutto dell’hate speech”.

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