Strage del rapido 904: 34 anni dopo ricordate le vittime

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Era una domenica prenatalizia come questa, quando alle 19:08 del 23 dicembre 1984 un ordigno nella nona carrozza del rapido 904 esplose con una carica radiocomandata mentre percorreva i 18 km della galleria Direttissima, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino toscoemiliano, luoghi non distanti da quelli della strage dell’Italicus di dieci anni prima (12 morti e 48 feriti). La bomba sul 904 provoco’ 16 morti e 267 feriti: il treno era partito alle 12.55 da Napoli Centrale diretto a Milano, carico di persone in viaggio per le feste di fine anno. Il boss Toto’ Riina, morto nel 2017, era l’unico imputato a Firenze al processo d’appello sulla strage. Il 34/o anniversario della ‘strage di Natale’ e’ stato ricordato – oltre che con un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – con una commemorazione a San Benedetto, presenti il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il sindaco di Bologna Virginio Merola e l’arcivescovo Matteo Zuppi. Bonaccini ha ribadito “la richiesta, che mai verra’ meno, di arrivare alla completa verita’ e giustizia per la ‘strage di Natale’, una delle troppe vicende che hanno insanguinato l’Italia e il nostro territorio nei decenni passati. Vicende che richiedono una verita’ piena, negata in tanti casi”. E ha ricordato la digitalizzazione dei fascicoli processuali delle stragi di terrorismo giudicate dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal ’71, un lavoro “grazie al quale e’ possibile rileggere in modo integrato e veloce alcuni tra gli eventi piu’ controversi della storia dell’Italia repubblicana”. “La memoria collettiva della nostra comunita’ metropolitana – ha sottolineato Merola – e’ costellata di fatti drammatici: il 2 agosto, Ustica, la Uno Bianca, l’eccidio dei carabinieri al Pilastro, il ‘Salvemini’ di Casalecchio (dove un aereo militare cadde sulla scuola 28 anni fa), l’Italicus e il rapido 904. Bologna e la sua gente hanno vissuto insieme queste tragedie, hanno sofferto, si sono battuti nei processi al fianco dei familiari, hanno ricordato dimostrando sempre grande maturita’ democratica e senso delle istituzioni”. Per la strage del 904 ci sono gia’ state condanne pesanti passate in giudicato, fra cui quella all’ergastolo di Pippo Calo’, fedelissimo di Riina. In tempi piu’ recenti, una rilettura degli atti e delle indagini aveva portato la procura di Firenze a individuare Riina come presunto mandante della strage.


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