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Una tradizione non solo italiana: la pasta nel sud-est asiatico



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Quando si pensa all’Italia, non si può prescindere dalla sua ricchissima tradizione culinaria, che trova nella pasta la sua massima espressione. Tuttavia, sarebbe presuntuoso pensare di essere l’unico Paese a rendere onore a questo prodotto. Ce ne sono altri, nel sud-est asiatico, in particolare in Giappone, dove la pasta viene consumata quotidianamente, seguendo ricette molto diverse tra loro. Per questo, J-Momo ha deciso di recuperare una tradizione nipponica diversa da quelle dei classici sushi, sashimi, nigiri e maki, che tutti conosciamo, per offrire uno sguardo nuovo sulla gastronomia nipponica.
J-Momo è un pastificio italiano, che ha sede in Campania: qui, si produce pasta fresca surgelata, che viene esportata in tutto il mondo. La regione campana è conosciuta da tutti per i suoi bellissimi panorami (come non nominare Napoli, Ischia e Capri, solo per fare qualche esempio), per le attrazioni culturali (ad esempio, Paestum e la Reggia di Caserta) e, naturalmente, per la radicatissima tradizionale culinaria, che vede nella pasta – soprattutto quella a grano duro – una delle sue specialità più note a livello internazionale.
Dopo aver esplorato la penisola proprio alla ricerca di ogni tipo di pasta tra quelle conosciute nelle diverse regioni italiane, è nato il desiderio di dar vita a un prodotto che non avesse origini italiane, ma che fosse allo stesso tempo tradizionale e Made In Italy. Sembrava un’impresa impossibile: invece, la tenacia e l’attenzione alla cucina degli altri Paesi nel mondo hanno portato alla creazione di una nuova linea di pasta pronta surgelata giapponese a marchio J Momo! Inoltre, la maggior parte dei prodotti di questa esclusiva linea sono adatti a chi ha problemi di intolleranze alimentari, perché completamente gluten free.
Il sud-est asiatico, e il Giappone in particolare, hanno una grande tradizione in fatto di pasta lunga, divisa tra soba (scura, a base di grano saraceno e diffusa nella zona di Tokio) e udon e somen (scura, a base di farina di frumento, tipica di Osaka e Kyoto). Ma le varietà non si esauriscono certo qui: non dimentichiamo, infatti, i gyoza, ravioli ripieni di carne. La pasta ripiena (di mare o di terra) è, infatti, un’altra squisita specialità della cultura nipponica.
Quali sono le scelte dei produttori di pasta giapponese J-Momo per il mercato internazionale?
Alla base della preparazione dei piatti di pasta ci sono i noodles, simili ai nostri spaghetti e utilizzati per tutte le zuppe e per molti altri piatti tipici.
Ma i tipi di noodles sono davvero tantissimi e vale la pena conoscerli per capire le loro sottili differenze.
I ramen, ad esempio, sono spaghetti – quindi noodles – di farina di grano e kansui (una soluzione alcalina a base di carbonato di potassio e bicarbonato di sodio), gialli e corposi, adatti alle zuppe. Gli udon, disponibili anche in versione gluten free, sono preparati con farina di riso e tapioca; in Viet Nam sono noti come bành canh e sono perfetti sia saltati in padella che cucinati in brodo. Versione gluten free anche per i soba, quando sono preparati con solo grano saraceno; la loro ricetta migliore è quella zaru soba, in cui vengono serviti freddi con la salsa tsuyu, qualche rondella di cipollotto e un pizzico di alga nori. Per chi ama gli spaghetti sottili, ecco i somen, con farina di frumento e olio vegetale che li rende malleabili, da gustare caldi o freddi in base alla stagione.
Le tagliatelle di riso, famose anche in Italia e diffuse ovunque in Asia, sono versatili nella loro preparazione. Due su tutte: il phở bò vietnamita con brodo di manzo, carpaccio di carne, verdure ed erbe aromatiche fresche e i pad thai, saltati con gamberi, germogli e arachidi. Non meno noti sono gli spaghetti di riso, più sottili delle tagliatelle, gluten free, molto veloci da cuocere. Gli spaghetti di soia, invece, sono preparati con farina di soia mung, quindi gluten free, e vengono utilizzati anche nei ripieni dei ravioli e degli squisiti spring roll. Molto simili a questi spaghetti sono i jap che, coreani e a base di patata dolce.
Per chi cerca un tipo di pasta a (quasi) zero calorie, gli shirataki sono l’ideale: senza glutine e senza carboidrati, perché lavorati con il konjac (una pianta tipica del sud-est asiatico), sono perfetti per qualsiasi piatto della cucina orientale.
Come accennato all’inizio, la pasta asiatica è anche ripiena: ne sono esempi diffusissimi i gyoza, tradizionali ravioli di carne, nati in Cina, ma adottati stabilmente dal Giappone nella sua cucina. Al vapore o saltati in padella, la loro preparazione avviene con l’aggiunta di zenzero e aglio, per la farcitura, che assicura un sapore intenso e piacevole. J Momo realizza molti ripieni diversi – tutti ispirati alla tradizione – che comprendono ingredienti come gamberi, pesce e verdure per ricette che onorano la cucina orientale. E spesso si lascia consigliare direttamente dai suoi clienti, capaci di suggerire ripieni sempre interessanti.
La linea di pasta fresca surgelata dei produttori di pasta giapponese J Momo nasce dall’incontro tra le materie prime di altissima qualità e sempre freschissime e la sapienza culinaria di chef del Sol Levante, selezionati dall’azienda per offrire ai suoi clienti solo sapori tradizionali e piatti che sono parte integrante della storia di un grande Paese, come il Giappone.


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2018 - 15:17

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