Napoli. Aveva accusato prima se stesso e poi gli altri del suo clan di aver organizzato l’omicidio di Raffaele Stravato. L’uomo, durante la faida interna ai Lo Russo nel quartiere di Miano, a Napoli, aveva deciso di schierarsi con il gruppo degli scissionisti e cosi’ il 23 ottobre 2015 era stato ucciso mentre era in auto. Il gup di Napoli, Francesca Ferri, lo ha assolto perche’ non ritiene la sua versione dei fatti coerente con le ricostruzioni di altri pentiti. E’ questa la sentenza per Mariano Torre, ritenuto dalla Procura di Napoli un collaboratore di giustizia ‘eccellente’, in quanto ex componente del gruppo di fuoco di Carlo Lo Russo, il boss anche lui pentitosi e condannato a 16 anni per questo omicidio con le attenuanti della collaborazione. E’ lui il mandante del delitto che voleva vendicare l’onta del tradimento nei confronti di suo nipote Antonio, detto ‘Tonino il capitone’. Assolto anche Luigi Cutarelli, difeso dall’avvocato Claudio Davino, che, nella ricostruzione di Torre, era uno degli ‘specchiettisti’ dell’omicidio, uomini cioe’ incaricati di monitorare gli spostamenti della vittima. Sono stati condannati invece al carcere a vita Vincenzo Carrino e Ciro Perfetto che a 23 anni ha gia’ quattro ergastoli alle spalle.
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