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Adescava le ragazzine davanti alle scuole di Salerno: a processo il giovane maniaco

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Adescava giovani studentesse davanti alle scuole, si abbassava i pantaloni e si masturbava invitandole a salire in macchina. Era diventato l’incubo delle ragazzine per mesi. Grazie poi alle denunce dei genitori delle minori si è aperta un’inchiesta che, in soli quattro mesi, è riuscita a dare un nome e un volto al giovane maniaco originario dei picentini. Un ragazzo di trent’anni finito agli arresti domiciliari in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso agosto dal gip del tribunale di Salerno, Dolores Zarone, su richiesta del sostituto procuratore Elena Guarino. Ancora agli arresti domiciliari, il ragazzo finirà presto davanti al giudice con le accuse di adescamento di minori, atti osceni in luogo pubblico, stalking e atti sessuali davanti a minorenni. Gli episodi ricostriti dagli inquirenti attraverso le denunce formalizzate dai genitori sono diversi, in particolare uno riguarda una ragazzina terrorizzata che, dopo essere stata molestata all’uscita della scuola, allertò il 113 richiedendo il pronto intervento ma due giorni dopo subì un nuovo tentativo di adescamento. Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura il trentenne era solito aggirarsi nella zona adiacente al parco del Mercatello a Salerno in prossimità dell’istituto scolastico Galilei Di Palo e dell’oratorio della chiesa di Sant’Eustachio, entrambi luoghi affollati da minorenni con una tecnica che era sempre la stessa: a bordo della propria Fiat Bravo, con una scusa, si affiancava alle vittime tutte tra i quattordici e i sedici anni. Al giovane uomo viene contestato anche un atro episodio, ancora più grave che si è consumato a Battipaglia ai danni di una ragazzina del Liceo artistico divenuta bersaglio del maniaco che aveva cominiato a perseguitarla appostandosi ogni giorno in prossimità della fermata dell’autobus di via Napoli, accanto alla BNL dove la stessa si recava quotidianamente per prendere il pullman e tornare a casa dopo la scuola. Agli inquirenti è bastato incrociare le denunce per capire che, dietro tutti gli episodi segnalati, c’era sempre la stessa persona per la quale è stato ora firmato un decreto di giudizio immediato.


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2018 - 10:14


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