Nel pomeriggio di ieri, agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari hanno arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo pugliese, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di cinque cittadini nigeriani ritenuti responsabili, in concorso, di violenza privata e violenza sessuale di gruppo.Potrebbe interessarti
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La ragazza ha raccontato di essere approdata sulle coste italiane agli inizi del 2017, seguendo l'iter delle numerose carovane di migranti. Ha raggiunto prima la Libia e ci è rimasta per settimane, pagando lautamente coloro che organizzano gli incerti viaggi della speranza. Quindi sarebbe stata minacciata da non meglio indicati connazionali che le avrebbero ordinato di prostituirsi per ripagare interamente il debito contratto per il viaggio, una somma pari a circa 20.000 euro. Trascorso qualche giorno, era però riuscita a scampare alle grinfie dei suoi sfruttatori ed a raggiungere il Cara di Bari-Palese. Qui, fin da subito, è stata oggetto di attenzioni sessuali da parte di un suo connazionale, 'Egbon', che l'ha importunata diverse volte. La ragazza si è opposta in più occasioni fino a quando, una sera, è stata minacciata di morte dall'uomo, armato di coltello a scatto. Quindi è stata poi attorniata dal branco, colpita da tutti ripetutamente con schiaffi e pugni al volto, e trascinata in una stanza. A quel punto Egbon ha consumato il rapporto sessuale con la donna, mentre gli altri impedivano l'accesso alla camera ad estranei. Successivamente ha continuato a picchiarla brutalmente. Vani sono stati i tentativi della donna di chiedere aiuto. Le indagini avviate dalla Sezione Contrasto al Crimine Extracomunitario e Prostituzione, per altro confortate da una precedente attività investigativa portata avanti per fare luce sui fenomeni delittuosi perpetrati da gang nigeriane in tema di furti, rapine, estorsioni ed intimidazioni sia all'interno che all'esterno del Cara, hanno permesso di individuare, anche grazie ad alcune fondamentali testimonianze, tutti i responsabili delle gravi violenze ai danni della vittima acquisendo così elementi che hanno consentito alla Procura della Repubblica di Bari di richiedere ed ottenere dal Giudice delle Indagini Preliminari la misura cautelare in carcere.Quattro degli uomini colpiti dalla misura cautelare sono stati arrestati nel capoluogo e nella provincia barese e portati nel carcere di Bari, mentre un quinto è ricercato.





