Pompei, di scoperta in scoperta: ma il re è nudo. O almeno svestito. E il domani si profila in brache di tela

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Questo episodio di vita privata, lo ho raccontato più volte, chiacchierando con gli amici.Ma stavolta faccio eccezione. Lo voglio raccontare in forma scritta perché, a mio modesto parere, il fatto è divenuto di pressante attualità. In breve: una quindicina d’anni fa, nei primi anni Duemila, ad Arezzo, dove avevo pernottato in hotel, al momento di pagare la camera, mi sentii dire dall’albergatore, un toscanaccio aretino doc di mezza età. “Scusi, ma lei è proprio di Pompei? Allora esiste una città moderna di nome Pompei? Io conosco gli Scavi perche li visitai da giovane, ma avevo sempre pensato che accanto agli Scavi famosi non ci fosse un paese dotato di Comune. Insomma pensavo che al massimo ci fossero solo ‘uattro ‘ase !” concluse pronunciando le ultime parole con una forte “aspirazione” tutta toscana.
Allora, io mi impegnai a spiegargli come e perché si sbagliava …che Pompei nuova etc…. che Bartolo LONGO etc….che gli scavi invece etc… lasciandolo sorpreso e interdetto non poco. Oggi non lo farei piuù, credo. Mi limiterei ad annuire scuotendo appena la testa.
E la Domanda – provocatoria – stavolta sono io a rivolgerla al lettore dalle colonne on line di questo giornale Le Cronache della Campania.
Ma esiste POMPEI? Intendo dire la città nuova, quella abitata? Oppure son solo ‘uattro ‘ase ? Avevo ragione l’Aretino? Ebbene, dai segnali che vengono dal territorio, io mi aspetterei un sì, provocatorio. Ma pur sempre un sì! E netto!!
Proviamo a ragionare un momento senza far finta di non vedere che il Comune è guidato da una Amministrazione Comunale, che più ectoplasmatica non si può. Il Sindaco amministra (ndr: si fa per dire…) una cittadina spenta e desertificata dal Centro Commerciale La Cartiera e dalla inazione dei propri amministratori comunali. Essa è oggi ancora aggrappata ai flussi turistici religiosi diretti al Santuario mariano e a quelli laici del turismo archeologico, che popolano i tanti B&B sorti spontaneamente qua e là nel territorio.
Ma la crisi c’è ed è evidente nei numeri in calo con cui sono costretti a fare i conti anche i flussi turistici religiosi. E i numeri calanti sono quelli attestati dalle particole sacre (ndr: le ostie consacrate, per dirla più semplicemente, in lingua ecclesiastica) distribuite dagli officianti sull’altare ai devoti settimanalmente. Si sa – ed è un fatto noto – che è sempre più raro vedere per le strade della Città di Pompei falangi numerose e compatte di fedeli come una volta, organizzati da preti e terziari volenterosi e solerti.
E non è solo la “concorrenza” dei luoghi lontani del santo Padre Pio a generare defezioni tra i pellegrini (ndr: posso ancora chiamarli così?) un tempo soprattutto “mariani”. D’altra parte, cosa fanno la Amministrazione Ecclesiale, da una parte, e quella a Comunale, dall’altra, per rendere più gradita e agevole la “giornata” del pellegrino a Pompei?…Per non parlare della sosta nelle strisce blu, esosa e implacabile… Senza dilungarsi sulla assenza di uno straccio di Ufficio Informazioni Turistiche, degno di questo nome in un paese civile. E, infine, senza dimenticare i giovani, in fuga da Pompei per cercare lavoro altrove, mentre piovono milioni di euro.
A questo panorama desolato e desolante si contrappone la Amministrazione del Parco Archeologico Pompei – quella che si chiamava Soprintendenza – il quale rimane esteso solo su un quarto del territorio comunale, in offesa alla intelligenza comune, senza che NESSUNO, tra gli addetti ai lavori (ndr: chi sono?) se ne infischi dei disagi derivanti alla Città viva, divisa in due, anzi in un quarto e tre quarti.
Però annunci e scoperte non mancano, anche se alcune delle recenti scoperte, come quella del candelabro emergente lindo e pinto – tirato a lucido e fresco – dal lapillo, che appare sporco e gia ri-mosso e ri-accantonato, farebbero ridere o almeno sono idonee soltanto per la “mandrie buoi” dei Media e dei Social in Internet.
Insomma fanno notizia, ma Pompei – tutta Pompei – ha bisogno di ben altro. Intanto però – bisogna riconoscerlo – il numero dei visitatori di Pompei cresce, forse anche attirato dalle notizie delle scoperte, ma le statistiche dicono che crescono – e di più – anche i numeri turistici di Napoli, Sorrento, Capri, Paestum e degli altri siti turistici della Campania. Tocca a questo Giornale fare la voce fuori dal Coro.
Ci sarebbero infatti molte cose più serie a cui pensare, come la Buffer Zone del grande Progetto Pompei, la traslazione a monte del Vesuvio della storica tratta ferrata Napoli-Pompei, il ruolo – mai territorialmente trainante – di Pompei stessa, la realizzazione di un Museo Archeologico in uno dei grandi contenitori vuoti del centro città, ultima e unica speranza di futuro per Pompei, tutta Pompei.
Dei Restauri poi è meglio non parlare, per carità di Patria…europea, visto che si fanno con fondi UE. Piaccia o no al Ministro Salvini.
Parleranno da soli e presto. Come parleranno le opere incompiute. Come parleranno i marciapiedi eseguiti senza risparmio, ma a colori alterni, mentre i rumors raccontano che la massima parte dei Lavori di Restauro, sembra che siano stati fatti dei necessari rilievi.
Che fine ha fatto quindi lo sbandierato Piano della Conoscenza? E i droni rilevatori?
Insomma, se il Re non è nudo…. è perlomeno svestito. E per Pompei – tutta Pompei – il domani si profila in brache di tela.

 Federico L.I. Federico


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