Scafati, Aliberti invia ordini ai sodali dai domiciliari: i segreti captati nella Smart del fratello

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Scafati. Operazione Satyricon: è il nome in codice dietro il quale si nasconde un’altra inchiesta a carico di Pasquale Aliberti, ex sindaco di Scafati, e di suo fratello Nello Maurizio. Un nome, il cui richiamo all’opera di Petronio e in epoca moderna al Satyricon felliniano su liberti arricchiti e cavalieri, che potrebbe avere insito l’oggetto della nuova indagine. Satyricon è un procedimento penale, coordinato dalla Procura Antimafia e affidata al sostituto procuratore Marco Guarriello (una new entry come pm nelle indagini su Scafati), iscritto nel 2016. A far scoprire la ‘carta segreta’ dell’antimafia, due intercettazioni ambientali captate dagli uomini della sezione di Salerno della Direzione investigativa antimafia, diretti dal colonnello Giulio Pini e dal capitano Fausto Iannaccone, depositate nel processo che ha portato al rinvio a giudizio l’ex sindaco, i suoi familiari (il fratello e la moglie Monica Paolino), insieme ad esponenti del clan Loreto Ridosso, politici della sua maggioranza, per scambio di voto politico mafioso. Una cimice, piazzata nell’auto di Nello Maurizio Aliberti, una Smart, ha consentito agli inquirenti di scoprire che l’ex sindaco, nonostante sia agli arresti domiciliari a Roccaraso, dopo aver lasciato il carcere il 18 febbraio scorso, continua a intessere rapporti con i suoi fedelissimi, coindagati, tra questi Giovanni Cozzolino, l’ex staffista e factotum, e mantiene, immutati – attraverso i suoi emissari – rapporti con dipendenti comunali ‘infedeli’ o asserviti, nonostante al Comune, il cui consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, sia insediata la commissione straordinaria. I segreti della Smart sono in questa nuova inchiesta che vede già iscritti i nomi di alcuni indagati, e una parte sono confluiti nel processo scaturito dall’operazione Sarastra, ormai nota.
Le conclusioni dell’informativa che la Dia ha depositato in Procura il 29 marzo scorso delineano uno scenario che potrebbe ricondurre in carcere l’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, qualora le violazioni alle restrizioni degli arresti domiciliari vengano confermate. La Dia ‘ribadisce’ alla Procura che ‘nonostante lo stato di detenzione in regime di arresti domiciliari e le connesse prescrizioni, Aliberti Angelo Pasqualino continua a veicolare ai sodali, con modalità in corso di accertamento, le proprie direttive oltre a poter contare sulla disponibilità di funzionari e dipendenti comunali’. Ma per capire le conclusioni alle quali giungono gli inquirenti, bisogna fare un passo indietro in un passato talmente recente da poter essere definito presente. Il 25 gennaio scorso l’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti è finito in carcere per effetto della decisione della Corte di Cassazione su una richiesta di arresto che ha riguardato anche Gennaro e Luigi Ridosso, per scambio elettorale politico mafioso.
Il 5 febbraio 2018 (tre mesi fa), gli inquirenti avviano le intercettazioni ambientali, nell’auto di Nello Maurizio Aliberti, fratello dell’ex sindaco, colui che oramai fa da ‘collante’ per gli affari di famiglia oltre che per i problemi giudiziari. Gli uomini della Dia ascoltano tutte le conversazioni, i movimenti di Nello Maurizio – anch’egli imputato nel processo che si celebrerà a Nocera Inferiore a partire da giugno -, conversazioni che Aliberti jr intrattiene con amici, familiari e coimputati. Tra queste alcune sono di ‘chiaro’ interesse investigativo e vengono esaminate e riscontrate dagli inquirenti. Le due intercettazioni depositate riguardano le conversazioni con un ‘habituè’ della Smart di Nello Maurizio Aliberti, Giovanni Cozzolino. Quest’ultimo è – così come emerge dall’inchiesta ‘Sarastra’ che ha portato all’arresto dell’ex sindaco con esponenti del clan Ridosso-Loreto – non solo l’ex staffista di Pasquale Aliberti, ma il suo factotum, colui al quale vengono affidate le incombenze più ‘delicate’. Cozzolino e Nello Maurizio, emerge dalle indagini, fanno spesso coppia fissa. Condividono vizi, virtù e problemi. Oltre ad essere coimputati, sono amici. Ma non è l’amicizia quella che interessa, nè i vizi e le virtù.
Le due conversazioni captate fanno riferimento ad una questione che riguarda il processo per scambio di voto. A marzo, gli Aliberti stanno preparando la difesa per l’udienza preliminare e a Giovanni Cozzolino viene affidato il compito, da Angelo Pasqualino Aliberti ai domiciliari, di reperire una delibera di consiglio comunale che riguarda la Geset e le affissioni, per l’accusa che riguarda i favoritismi alle imprese di pompe funebri, nella quale è coinvolto lo stesso Cozzolino. Come siano riusciti i due a dialogare – uno agli arresti domiciliari a Roccaraso, l’altro a Scafati –  questo resta da chiarire, fatto sta che Giovanni Cozzolino alla fine di marzo è all’opera. Il 26 marzo, alle ore 15,12 i nastri della Dia registrano una conversazione dall’auto di Nello Maurizio Aliberti, la Smart. “Stamattina una mattinata al comune” dice Cozzolino e Aliberti jr chiede: “Sei andato a fare la carta?”. “Si, per trovarle mi sono dovuto leggere un sacco di carte! … – racconta Giovanni Cozzolino -. In poche parole quello tuo fratello (Pasquale Aliberti) mi ha mandato a dire ‘la delibera del 4′. Però nella delibera del 4 non c’è nulla’. La delibera del 4 significa che fu discusso in consiglio comunale il fatto dei cartelloni pubblicitari, però nella delibera non c’è niente, non avevano nulla meno male che tengo quella signora (Cozzolino parla di una dipendente comunale, ndr), dissi ‘signora voi mi dovete salvare, ci sta questo porco del terzo piano (Cozzolino si riferisce ad un dirigente, ndr) mi vuole mandare in galera”. 
Giovanni Cozzolino, riesce a trovare con l’aiuto di una dipendente comunale, gli atti relativi ad un’interpellanza presentata dai consigliere dell’opposizione sulla Geset – la società che ha ottenuto l’appalto per la riscossione dei tributi e le affissioni -, nella quale si discute degli inadempimenti della società. Una discussione consiliare che Pasquale Aliberti ritiene a suo favore. Cozzolino, con l’aiuto della dipendente, riesce a trovare le trascrizioni di quella lunga seduta consiliare. 
Il riscontro a quella conversazione e all’attività di ricerca di Cozzolino viene fornito su un piatto ‘argento’ agli uomini della Dia la mattina successiva. Il 27 marzo il capitano Iannaccone è nell’ufficio legale del Comune di Scafati con il consulente legale dell’Ente quando la Responsabile dell’area Servizio al Cittadino, Laura Aiello, riferisce loro che nei giorni precedenti Giovanni Cozzolino ha depositato una richiesta per l’estrazione in copia della delibera consiliare numero 47 del 4 dicembre 2013, la dirigente chiede al legale come comportarsi e mostra gli atti che sono stati già fotocopiati per la consegna. Per gli inquirenti, è il riscontro a quella conversazione e a quanto Giovanni Cozzolino ha raccontato al suo amico Nello Maurizio Aliberti. Per gli investigatori, una richiesta così specifica non poteva non venire dall’ex sindaco. Ma come Angelo Pasquale Aliberti continua a mantenere rapporti con persone diverse dai suoi genitori, gli unici che possono avere contatti con lui? E’ il nodo di una vicenda che potrebbe avere ulteriori sviluppi. Una vicenda che continua, fatta di liberti arricchiti e cavalieri. Ma questa è solo la metafora!

Rosaria Federico




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