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Salerno. Una diagnosi tardiva che si è rivelata fatale, l’ennesimo presunto caso di malasanità nel salernitano. Siamo nel reparto di urologia dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dove ad un paziente affetto da un tumore alla vescica fu diagnosticato in un primo momento una patologia benigna. Troppo tardi, purtroppo, arrivò la diagnosi esatta. Infatti per Antonio Avallone non c’era più niente da fare. Un errore umano, secondo la Procura, che è costato la vita lo scorso 29 maggio al 72enne salernitano. Il sostituto procuratore Elena Cosentino ha chiesto il rinvio a giudizio del medico in servizio al reparto con l’accusa di omicidio colposo. Nel corso dell’udienza preliminare la famiglia della vittima si è costituita parte civile. Intanto i legali Silverio Sica ed Angela Cisale hanno chiesto ed ottenuto la chiamata in causa dell’azienda ospedaliera come responsabile civile. Si ritornerà in aula il prossimo 31 maggio quando il giudice dovrà esprimersi sulla questione delicata. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti il magistrato ricostruisce le responsabilità dello specialista che avrebbe omesso di effettuare i dovuti approfondimenti diagnostici e disporre il ricovero presso il reparto di urologia e solo con un controllo continuo, l’effettuare più accertamenti, si sarebbe giunti da un’esatta diagnosi.
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