Insegue in strada la moglie dalla quale si stava separando e la uccide, poi va a costituirsi

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L’ha inseguita in auto, mentre dal suo ufficio era diretta in stazione dove ad attenderla c’era la figlia minore; l’ha affiancata e poi le ha sparato almeno tre colpi di pistola dritti al petto, mentre stava scendendo dall’auto, forse pronta ad affrontare l’ennesima discussione. E’ questa, stando alla ricostruzione degli investigatori, la dinamica dell’omicidio di Valeria Bufo, 56 anni, impiegata di Seveso, uccisa stamane in mezzo alla strada dal marito, Giorgio Truzzi, 57 anni, autista, a Bovisio Masciago in provincia di Monza . I due erano in crisi da tempo, il loro matrimonio era giunto al capolinea tanto che i due si stavano separando e la donna aveva lasciato casa da tre settimane insieme alla figlia minore. Ma non vi sarebbero state denunce o segnalazioni di aggressioni o maltrattamenti: ne’ da parte della donna, ne’ da parte dei loro tre figli, due ragazzi e una ragazza. Lasciata la moglie agonizzante, riversa sui sedili della sua Alfa Romeo Giulietta, l’uomo e’ risalito a bordo della sua Smart e ha guidato sino alla caserma dei carabinieri di Seveso, a una manciata di chilometri da casa sua, e si e’ costituito. Il delitto e’ accaduto intorno alle 13, in una via del centro di Bovisio Masciago. Alcuni passanti, sentiti gli spari, si sono precipitati fuori da abitazioni e negozi, altri hanno inchiodato con le loro auto, giusto il tempo di vedere Truzzi salire a bordo della sua e andare via. Qualcuno si e’ avvicinato a Valeria, le ha sentito le pulsazioni al collo, mentre chiamava i soccorsi. Sul posto sono arrivati gli operatori del 118: hanno trasferito la donna in ambulanza e per diversi minuti dove hanno tentato di tenerla in vita, mentre correvano verso l’ospedale di Monza. Valeria Bufo, purtroppo, non ce l’ha fatta e nel reparto di rianimazione del San Gerardo e’ arrivata senza vita. Dai primi riscontri effettuati dai medici, almeno due i proiettili che l’hanno raggiunta al cuore, un altro al torace, al gomito e ad una mano, segno che la donna ha probabilmente tentato di proteggersi dai colpi. “Ho sentito almeno due spari, sono corso fuori casa e ho visto tanta gente intorno alla sua macchina, qualcuno che le sentiva il polso, poi sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza”, ha commentato un residente della zona. Truzzi, autista presso una societa’ di Lentate sul Seveso (Monza), reo confesso del delitto, prima ai carabinieri di Desio (Monza) e poi al pm Stefania Di Tullio, titolare delle indagini, ha ammesso: “Ho ucciso mia moglie”, accennando alla crisi coniugale, prima di essere trasferito in carcere a Monza. I militari non hanno ancora trovato l’arma del delitto nonostante i sopralluoghi nella zona vicina a quella dell’agguato: il 57enne potrebbe averla lanciata da un cavalcavia. Si tratterebbe di un revolver di grosso calibro di cui si ignora la provenienza, Truzzi non risulta avere il permesso di detenere armi. I colleghi della vittima, che lavorava come impiegata in una societa’ che si occupa di strategie aziendali a Bovisio Masciago, sono comprensibilmente sconvolti: “Scusateci, non ce la sentiamo di parlare oggi”, ripetono. Solo dieci giorni fa uno dei figli della coppia, 20 anni, aveva fatto rientro in Italia dopo un soggiorno all’estero, entusiasta di riabbracciare la sua famiglia, come ha scritto di suo pugno su Facebook. Ora, insieme al fratello maggiore, 23 anni, e alla sorellina ancora minorenne, dovra’ trovare la forza di superare questo immenso dolore. 


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