Il boss pentito Carlo Lo Russo ha confessato di essere il mandante dell’omicidio di Raffaele Stravato, ucciso a Marianella il 24 ottobre del 2015. Il commando di killer che lo uccise è lo stesso che il 6 settembre 2015 ha ucciso il 17enne Genny Cesarano, vittima di una pallottola finita nella direzione sbagliata. Luigi Cutarelli e Ciro Perfetto sono stati condannati all’ergastolo a dicembre dopo aver confessato di essere autori del raid che mancò l’obiettivo e uccise il ragazzo mentre provava a scappare nel cuore del quartiere Sanità. Cutarelli e Perfetto, nonostante la giovane eta’, sono ritenuti responsabili di altri tre omicidi commessi per ordine del loro capo, ora pentito, Carlo Lo Russo. Perfetto poi é figlio di Raffaele detto “musso ‘e scigna”, reo confesso di una decina di omicidi commessi per lo stesso clan per i quali sconta quattro ergastoli. Sul movente che ha portato alla morte di Stravato, l’unica pista seguita dagli investigatori della polizia é stata sempre legata alla scissione interna nel clan Lo Russo all’indomani del pentimento clamoroso di Salvatore Lo Russo, ‘il capitone’, nel 2010. In quel periodo il clan era gestito dall’allora latitante Antonio, figlio di Salvatore catturato poi un anno dopo a Nizza, che ordino’ tre omicidi per placare la voglia di diventare autonomi di alcuni affiliati. Il primo agguato fu un duplice delitto Scognamiglio-Paolillo avvenuto nel quartiere di Miano il 5 agosto 2011. Testimone oculare di quell’agguato fu proprio Stravato che spari’ dalla circolazione per quattro anni.
Nel verbale del 12 agosto 2016 l’ex boss pentito Carlo Lo Russo fa la confessione choc sull’omicidio Stravato: “…Foto n. 10: e’ Marco Corona , detto anche come lei mi chiede o’Cinese. Prendeva la droga da noi e la passava a Marianella, inoltre nell’ultimo periodo mi dava una quota di 2 o 3000 euro al mese proprio per i guadagni che faceva da queste piazze . Fa anche le puntate di erba con mio figlio Enzo ed anche con me tramite Ettore Bosti di Nunzio. Io me lo sono cresciuto, era amico di mio figlio Enzo, non l’ho mai utilizzato per commettere omicidi però mi ha dato notizie sul fratellastro Stravato Raffaele che mi sono servite per ucciderlo. Lui non voleva che io lo uccidessi ma io poi l’ho informato che ero stato io…”. Quindi secondo il boss pentito Marco Corona, in un primo momento probabilmente senza sapere a cosa servivano le sue indicazioni, avrebbe aiutato il boss ad uccidere il fratellastro.
Significativo è il racconto fatto nel 2015 a due settimane dall’omicidio dalla convivente di Raffaele Stravato: ” Sono la convivente di Stravato Raffaele, ucciso il 23 ottobre scorso- esordisce la donna davanti alla pg il giorno 12 novembre 2015. E mi viene chiesto di fornire notizie in ordine alle frequentazioni di Raffaele, le sue abitudini di vita, ed ogni altro elemento utile per comprendere i motivi per cui è stato ucciso e dico quanto segue: Ho iniziato la relazione con Raffaele nel 2009 quando lui abitava in una casa nel San Gaetano a Via Teano, una casa che Lello diceva di avere ereditato dalla nonna. A me non piaceva quella casa e quella zona e quando abbiamo iniziato la convivenza siamo andati in affitto in una casa a Via Janfolla dove pagavamo 500 euro al mese. In quel periodo Lello faceva piccoli reati tipo furti e cose del genere e poi si arrangiava così come mi arrangiavo io lavorando con i vestiti e andando a fare servizi domestici… Non abbiamo avuto figli insieme ma io ho adottato un bambino che già viveva con me e tuttora vive con me. Raffaele ha molti fratelli o meglio fratellastri tra cui Salvatore e Marco. Marco si chiama Corona di cognome così come anche altri fratelli mentre non ricordo il cognome di Salvatore . Lello quando l’ho conosciuto faceva anche droga con Marco Corona. Lello nell’agosto del 2011 ha assistito all’omicidio di Salvatore Scognamiglio e Salvatore Paolillo nella sala giochi a Miano, è andato anche dalla polizia a testimoniare. Dopo questo omicidio Lello mi disse che voleva troncare ogni rapporto con Miano e con quella gente. Era preoccupato, sapeva che questo omicidio era colpa del clan Lo Russo ed aveva paura, non so dire di chi in particolare ma aveva deciso di rompere ogni tipo di rapporto. Dopo questo omicidio ha rotto i rapporti anche con il fratellastro Marco Corona con cui aveva invece lavorato con la droga …dei fratelli di Lello solo Valeria Corona e Salvatore di cui non ricordo il cognome sono venuti a farmi le condoglianze, Marco non è venuto e nemmeno gli altri fratelli e sorelle che portano il cognome Corona. Valeria nell’occasione mi ha detto che lei era tempo che non lo vedeva e sentiva e che temeva che potessero fargli del male per via di quello che aveva fatto il suo convivente Fabio Cardillo. Valeria mi ha cioè raccontato la vicenda dell’omicidio di Mimmo Raffone ed il fatto che Fabio Cardillo aveva sparato per i problemi legati alla relazione sentimentale che una donna aveva con Mario Lo Russo e quindi temeva che i Lo Russo potessero come ritorsione prendersela con suo fratello… Non conosco le persone di Miano che Lello frequentava posso solo dire che conoscevo Paolillo e che so che Lello in passato aveva “fatto la droga” con Marco Corona …omissis…”.
Raffaele Stravato fu ucciso il 23 ottobre del 2015 in via Battaglia, una strada di periferia tra Piscinola e Marianella. Aveva appena parcheggiato: era sceso dall’auto e si era accorto dell’arrivo dei killer in moto. Cominciò a correre, attraversò la strada: di fronte c’erano le scale. le salì tutte d’un fiato con il killer alle calcagna arrivato nelle palazzine fu raggiunto dal killer che gli esplose i primi colpi che lo centrarono alle spalle. Raffaele cadde a terra esanime e il sicario senza pietà gli esplose il colpo di grazia alla testa dileguandosi nel silenzio in cui erano piombate le palazzine popolari di Marianella.
Antonio Esposito
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(nella foto da sinistra il boss pentito Carlo Lo Russo, la vittima Raffaele Stravato e il fratellastro Marco Corona)
Articolo pubblicato il giorno 6 Aprile 2018 - 21:28 / Cronache della Campania