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Vigilante ucciso: fiori davanti al cancello della Metro. Cafiero de Raho: ‘C’entra il rapporti genitori-figli’

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Hanno deposto fiori davanti al cancello di ingresso della stazione della linea 1 della Metropolitana di Piscinola, a Napoli. Sono i colleghi ed amici di Francesco Della Corte, la guardia giurata morta venerdi’ scorso in ospedale dopo essere andato in coma nella notte tra il 3 e il 4 marzo, colpito con violenza alla testa. Tre i minori fermati, coinvolti nella vicenda. Le guardie giurate della Security Service hanno indossato un nastro nero in segno di lutto. “In ricordo – e’ scritto su un foglio affisso al cancello – del nostro collega Francesco che continuera’, nonostante tutto, a lavorare al nostro fianco”. Una sottoscrizione per aiutare la famiglia di Francesco Della Corte. A lanciarla l’Eav, l’azienda di trasporti regionale. “Francesco Della Corte aveva 51 anni, oggi avrebbe festeggiato con la sua famiglia la festa del papa’. Il presidente, Vincenzo De Luca, ha lanciato una campagna di solidarieta’ chiedendo ad Eav di raccogliere gesti concreti verso la famiglia della vittima – dice il presidente Umberto De Gregorio – Per questo come azienda abbiamo aperto una sottoscrizione per aiutare la famiglia di Francesco Della Corte. Chi vuole potra’ far sentire la propria vicinanza alla famiglia devolvendo con un bonifico il suo contributo a Ente Autonomo Volturno srl Iban IT96R0310403402000000822036 – Deutsche Bank Spa 03104 causale “Per Francesco”. La somma raccolta verra’ devoluta alla famiglia”.

“Occorre dare ampio spazio alla scuola e riconoscere alla famiglia quel ruolo primario che la Costituzione le assegna”. Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, questa mattina ad Ercolano in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, commentando l’aggressione del Vigilante, poi deceduto, ad opera di tre minorenni. “Laddove ne’ famiglia ne’ scuole riescono ad intervenire, occorre fare in modo che i servizi sociali possano verificare la frequentazione costante della scuola – ha aggiunto De Raho -, capire quale sia lo sviluppo di alcune famiglie, soprattutto quelle che sono toccate da fatti di camorra. In questo caso, quello del Vigilante, sembra che le famiglie fossero persone perbene; pare che uno dei genitori abbia detto “Non voglio piu’ vedere mio figlio se ha commesso un fatto del genere”. Il procuratore nazionale antimafia ha concluso: “Ci dobbiamo domandare perche’ il rapporto genitori – figli sia scalfito al punto da non fare emergere una realta’ che e’ purtroppo dolorosa, quella di figli che tentano di affermarsi nella societa’ usando la violenza. Probabilmente dobbiamo fare tutti un esame di coscienza e pensare qual e’ il rapporto con i giovani e con i nostri figli ed in che modo lo possiamo recuperare, in modo che questa ondata di violenza, che tocca tantissimi ragazzi, possa essere superata”.

“Il brutale omicidio di Francesco Della Corte e’ solo la punta di un iceberg che vede sempre piu’ spesso minori coinvolti in episodi di grave delinquenza”. Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, commenta cosi’ il caso della guardia giurata morta in seguito all’aggressione subita alla periferia di Napoli. “Attenzione a non pensare che certi episodi riguardino solo il sud”, spiega Letizia: “i segnali che ci arrivano dal territorio sono univoci: in tutta Italia vi e’ un aumento di episodi di teppismo e violenza che vedono protagonisti giovanissimi”. “La scuola fa gia’ moltissimo – continua Letizia – lo rileviamo dai feedback dei nostri colleghi che ci dicono delle numerose iniziative volte a sostenere progetti di legalita’ nelle scuole di ogni ordine e grado. Ne’ credo sia corretto ricorrere sistematicamente e genericamente alle lagnanze sui servizi sociali che, a secondo delle realta’ dove operano, fanno cio’ che possono. Il problema – conclude il segretario – e’ che credo sia giunto il momento di rivedere in modo organico il codice di procedura penale minorile. Ribadendo il principio rieducativo della pena da un lato, eliminando dall’altro quel diffuso senso di assoluta impunita’ che spessissimo si ha in episodi gravi ma che non assurgono agli onori delle cronache. In questo senso credo sia importante rivolgere un segnale forte al nuovo Parlamento affinche’ metta in agenda una riflessione seria su un problema che va ben oltre il singolo episodio”.

“In queste ore e’ forte la solidarieta’ e la vicinanza alla famiglia del Vigilante Della Corte da parte della UIL Campania ed e’ doveroso che la citta’ tutta si stringa attorno alla famiglia”. Lo afferma Giovanni Sgambati, segretario generale della UIL Campania. “E’ necessario – aggiunge – che Napoli, le sue istituzioni, le imprese, le forze sociali, si facciano interpreti di una rivendicazione ed una denuncia che, da tanti mesi come UIL, stiamo ribadendo. Non si possono aggirare in maniera subdola le leggi per cui accade che molte societa’, appaltate o subappaltate, utilizzino licenze di altri territori o di altre citta’ per lasciare a vigilare e controllare un solo Vigilante invece di due, mettendo a repentaglio la sicurezza ed, in questo ultimo tragico caso, la vita stessa del lavoratore”. La UIL Campania “da tempo porta avanti questa battaglia ed e’ al fianco della categoria e di tutti i lavoratori affinche’ non si aggirino piu’ le regole e si garantisca seriamente la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori”.

 


Articolo pubblicato il giorno 19 Marzo 2018 - 13:16


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