Quattro detenuti sono diventati ciceroni di arte e cultura a fianco delle guide museali volontarie grazie a un progetto di inclusione sociale realizzato in collaborazione tra la Casa di reclusione di Milano Bollate, il Touring Club Italiano e il Comune di Milano. Dallo scorso dicembre, infatti, un progetto pilota della durata di tre mesi ha creato “un connubio fra il mondo della detenzione e quello dell’arte e della cultura”. I quattro, scelti fra coloro che possono accedere a servizi esterni, hanno fatto volontariato, ciascuno per due volte al mese, alla Chiesa di San Fedele e presso la Casa museo Boschi Di Stefano. “A seguito di una giornata formativa svoltasi al Touring – spiega l’associazione promotrice, ‘dEntrofUori Ars – hanno ricoperto il ruolo di accoglienza e assistenza al pubblico dei visitatori, affiancati dai tutor, anch’essi volontari”. “Il tema centrale credo che sia il riscatto sociale, attraverso la cultura, la bellezza e la condivisione”, ha commentato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno. “Nelle carceri ci si sente inutili – spiega Julian Dosti, albanese, in carcere da diversi anni – Si capisce di non contare per la societa’, e quindi essa non conta per i detenuti. A Bollate questa catena e’ stata spezzata, anche grazie a questo progetto che ci ha arricchito e avvicinato alla gente, vincendo il reciproco pregiudizio”.
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