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Castellammare: 'Truffato e protestato per i falsi posti di lavoro a Italo'

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Cinque persone a processo per la truffa ai danni di alcune persone della zona di Castellammare alle era stato promesso un lavoro a tempo indeterminato nella Ntv e nelle officine di Italo, in cambio di trentamila euro.

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Somma che i malcapitati hanno pagato quasi sempre in contanti ma c'è stato anche chi come una persona di Castellammare ha pagato in assegni, poi incassati dallA banda di truffatori e si è ritrovato senza posto e protestato.
A capo della presunta associazione a delinquere finalizzata alla truffa c'era  un cinquantasettenne di Nola. Accanto a lui Catello Gargiulo, quarantasei anni, aspirante politico che portò una sua lista civica alle elezioni di Castellammare di Stabia nello stesso anno.
Dalla sede di via Annunziatella, zona della periferia stabiese, erano partite le promesse di lavoro. "Io non avevo soldi, ero disoccupato, così portai degli assegni senza data- ha spiegato ieri la vittima in Tribunale durante l'udienza del processo a carico degli imputati e che ha denunciato la truffa-ma duemila euro furono subito incassati e il mio conto andò in rosso. Da allora risulto ancora protestato, ma adesso lavoro come rappresentate per mantenere la mia famiglia". Nella stessa situazione almeno altre dieci persone che in quel periodo denunciarono alla Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia il raggiro. Ma queste hanno versato solo denaro contante e quindi non tracciabile.
A processo, nel tribunale di Torre Annunziata, ci sono anche Francesco Buondonno (trentacinquenne di Santa Maria la Carità), Giulio Raimo, (cinquantaquattro anni di Castellammare) e l'altro stabiese Francesco d'Assisi Di Maio (trentaquattro anni). Coinvolti nella truffa a vario titolo: chi ha procacciato l'aspirante lavoratore, chi ha incassato il denaro, chi ha dato indicazioni sul da farsi. Le indagini dei finanzieri hanno permesso di scoprire che il gruppo si serviva della società Logiservice, oramai dismessa, specializzata in corsi di formazione. Secondo l'accusa  le vittime firmavano un contratto di assunzione e poi i truffatori scomparivano.

Articolo pubblicato il 27 Marzo 2018 - 09:56 - Regina Ada Scarico

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