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Camorra, il nuovo pentito: ”Nappello voleva uccidermi perché ho una relazione con la moglie del cugino”

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Il 3 aprile scorso. viene redatto il primo verbale illustrativo della sua collaborazione. Ciro Ferrara decide di seguire il figlio Emanuele nel percorso della dissociazione dalla criminalità organizzata. Dopo gli arresti ed i pentimenti ‘eccellenti’, i territori di Chiaiano e Marianella sono in balia degli emergenti e tra costoro ci sono uomini dello spessore criminale di Valerio Nappello. La paura di essere ucciso dai fedelissimi del Nappello ma anche dagli avversari appartenenti al gruppo degli Stabile ha spinto il vecchio affiliato del clan Lo Russo a pentirsi.
Ha ripercorso in modo preciso i suoi ingressi in carcere, riferendo altresì di aver beneficiato di numerosi permessi; ha poi chiarito che dal dicembre 2014 è recluso presso la Casa di lavoro di Vasto dalla quale si è allontanato facendo perdere le proprie tracce per lungo tempo fino a quando non è stato arrestato ed ha scelto di collaborare.
Di Ciro Ferrara come referente sui territori di Chiaiano e Marianella, in particolare, nel settore delle estorsioni, riferisce anche Carlo Lo Russo nell’ambito del verbale del 14 settembre 2016:
“…Alla foto nr. 2 riconosco Ciruzzo Ferrara. Io a questo l’ho salvato perché Mariano lo voleva uccidere ed io lo ho impedito. Lui stava alla Casa Lavoro a Vasto e mi veniva sempre a trovare, quando veniva a Napoli in permesso. Parliamo di agosto 2015 o giù di lì. Io gli davo anche una cosa di soldi, circa 2000 euro. Stava in casa lavoro con Gaetano Stabile e con due fratelli Sperandeo… omissis… Questo Ciruzzo Ferrara me lo portò a casa mio figlio Enzo quando sono stato scarcerato. Eravamo d’accordo che quando finiva la casa di lavoro lo avrei messo come responsabile a Chiaiano. Prendeva 1000 euro al mese.
Stava nella lista dei carcerati da mantenere anche prima che io lo conoscessi. Mariano lo voleva uccidere perché ha un figlio pentito. Però era una scusa perché si volevano prendere Chiaiano e certo non mi sono fatto prendere per fesso da Mariano. Avrei dato Chiaiano a Ferrara perché mi fidavo di lui. Ciruzzo Ferrara ce l’aveva con gli Stabile e pure per questo mi stava simpatico. Ciruzzo Stabile a sua volta ce l’aveva con lui…”.
Il 2 agosto del 2017. Ciro Ferrara ha spiegato in modo dettagliato i motivi di rancore, anche personali esistenti con Valerio Nappello ed acuitisi all’indomani dell’arresto di Carlo Lo Russo: “… omissis… Mi viene chiesto di chiarire in primo luogo il motivo del mio contrasto con Valerio Nappello e dico che il contrasto risale al 2014, prima dell’omicidio di Mimmo Raffone, ed è legato alla relazione
sentimentale che io avevo iniziato ed ho tuttora con la moglie del cugino omonimo. Sono infatti legato sentimentalmente a Veneruso Anna che è sposata con Valerio Nappello cugino di Valerio Nappello fratello del Pavone, quest’ultimo di recente ucciso. Il contrasto con Valerio Nappello si è poi aggravato in conseguenza dei nuovi assetti successivi all’indebolimento dei Lo Russo .
Si deve comprendere che a seguito delle collaborazioni con la giustizia degli esponenti di vertice del clan Lo Russo e da ultimo di Carlo Lo Russo i Nappello si erano imposti sul territorio e facevano abusi anche nel territorio di Chiaiano e Marianella sul quale invece operavo io con il mio gruppo. In particolare si è venuto a creare un forte contrasto tra il mio gruppo, di cui facevano  parte…omissis.. gruppo che definisco “ gruppo di Chiaiano Ferrara-Stabile” ed il gruppo di Miano che faceva capo a Valerio Nappello.
In particolare per la zona di Miano, dopo gli arresti e le collaborazioni con la giustizia dei Lo Russo erano rimasti in pochi ed in particolare solo Vincenzo Lo Russo o’Signore che era latitante, Lino Torre fratello di Mariano Torre, Marco Corona, Ginetto Torino e Peppe figlio di Antonio Lo Russo di Giuseppe.
In seguito all’indebolimento dei Lo Russo, Valerio Nappello aveva quindi preso il sopravvento con un suo gruppo che aveva il controllo del territorio di Miano. Il gruppo facente capo a Valerio Nappello, detenuto in comunità di recupero ma presente a Miano grazie ai permessi che gli consentivano libertà di movimento, era composto da Annunziata Gianluca, Mango Luigi, Ruggiero Gennaro, Peluso Alessio ed altri . Annunziata Gianluca e Mango Luigi, cognato di Valerio, erano i suoi referenti. Uscito in permesso dalla casa lavoro di Vasto, a fine luglio del 2016, precisamente il sabato 23, seppi da mio nipote Prinno Luigi e da Cavallino Gaetano che il gruppo di Nappello Valerio stava facendo abusi anche nella nostra zona, cioè a Chiaiano e Marianella.
In particolare mi dissero che stavano facendo le estorsioni…omissis…. Decisi quindi di incontrare i referenti di Valerio e mi recai a sorpresa in una abitazione in uso a Gennaro a’ Cannola, che sono in grado di indicare, che si trova in un parco a Miano chiamato “la Villetta”. Insieme a me vennero: Corrado Salvatore ( detenuto con me a Vasto che intanto aveva avuto un permesso) mio nipote Prinno Luigi e due suoi amici (quelli che sono poi stati arrestati con lui)…omissis… Incontrai Gennaro Ruggiero, Annunziata Gianluca, Mango Luigi ,Peluso Alessio e tale Checco , a fare da vedetta fuori alla casa vi era Salvatore Pescetiello.
Dissi chiaramente ai referenti di Valerio Nappello, cioè Mango Luigi e Annunziata Gianluca , che Marianella e Chiaiano era “zona mia” e offri loro una quota per i carcerati. Ovviamente il mio messaggio doveva essere riportato a Valerio Nappello ed immaginavo che non avrebbe accettato di rinunziare al controllo della zona di Chiaiano e Marianella come poi è stato. Dopo qualche giorno mi mando’una imbasciata tramite Annunziata Gianluca per incontrami ma io ho capito che era una trappola e non ci sono andato…”.

 Rosaria Federico

@riproduzione riservata


Articolo pubblicato il giorno 21 Novembre 2017 - 10:21

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