Il “metodo Romeo” consiste proprio ”nella spregiudicata creazione da parte dell’ imprenditore di rapporti interpersonali, spesso di carattere corruttivo, con pubblici funzionari e rappresentanti delle istituzioni”. Cio’ ”in ragione delle diverse necessita’ del caso al fine di aggiudicarsi appalti, superare disguidi o velocizzare procedure burocratiche”.
Cosi’ scrive il gip del Tribunale di Napoli Mario Morra nell’ordinanza di custodia che ieri ha riportato agli arresti domiciliari l’imprenditore Alfredo Romeo al quale la procura di Napoli – i pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Francesco Raffaele – contesta otto capi di imputazione, soprattutto in riferimento a presunti episodi di corruzione. Romeo ”ben potrebbe utilizzare la sua vastissima rete di contatti e relazioni – con pubblici funzionari, uomini politici, rappresentanti delle istituzioni, ecc. – per continuare a far ottenere indebiti benefici alle proprie societa’ anche senza la collaborazione e perfino nell’inconsapevolezza dei nuovi vertici societari”.
Per il giudice, a proposito delle esigenze cautelari poste alla base del provvedimento restrittivo, ”le molteplici vicende descritte dimostrano una oggettiva inclinazione a commettere reati della stessa indole di quelli per cui si procede e connotano il pericolo di recidiva in termini di concretezza ed attualita”’.
La misura degli arresti serve ad ”impedire che Romeo possa continuare a perseguire la sua strategia imprenditoriale ricorrendo a metodi corruttivi, attraverso una ‘capacita’ di contrattazione illecita’ che, quanto meno al momento, deve ritenersi ancora elevata, nonostante le indagini e le vicende giudiziarie in corso”.
Sempre nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelari, il giudice Morra scrive: ”Estremamente significativa e’ inoltre la programmazione di ulteriori e ancor piu’ rilevanti attivita’ di condizionamento da parte del Romeo, in concorso con Italo Bocchino, relativamente a gare indette dal Policlinico e ai rapporti con figure istituzionali di massimo livello”.
Dopo aver accennato alle vicende giudiziarie che coinvolsero Romeo negli anni Novanta, il gip afferma che l’imprenditore ”non solo non ha mostrato alcuna esitazione in relazione a nessuna delle molteplici vicende corruttive che lo vedono protagonista nel presente procedimento, ma, al contrario, ne ha progettate altre ancor piu’ rilevanti, rimaste allo stato di programmazione per circostanze meramente esterne”.
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