Morgan, la decisione di scendere in politica e l’importanza di ripartire dalla cultura

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Marco Castoldi, Morgan, fa “outing” e si dichiara pronto a un impegno politico nella Regione Sicilia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il polistrumentista tanto amato quanto discusso per il suo carattere non proprio semplice da “gestire”, esprime la sua ammirazione per il critico d’arte Vittorio Sgarbi, definendo il suo progetto una “iniziativa politica innovativa e intelligente”. E’ pronto quindi a correre al suo fianco in Sicilia, che ritiene la culla della cultura. Ed è proprio la cultura che l’ex Bluvertigo intende mettere al primo posto e, in tal senso, sposa il programma Movimento “Rinascimento” dell’irruento uomo di cultura Sgarbi. “Io e Vittorio – dichiara – vorremmo che fosse la Sicilia e il suo patrimonio artistico a spingere lo Stivale. La Sicilia è piena di talenti, di artisti. Dobbiamo ricominciare a far rivivere i teatri con una programmazione innovativa. Quindi, valorizzare i luoghi, incentivare gli eventi in ogni angolo dell’isola. Tutto ciò attirerà turisti e porterà denaro”. Poi una stoccata per il padre putativo dei Cinque Stelle: “Peccato che questa cosa non l’abbia ancora compresa Grillo”. Una breve e precisa critica a Grillo che definisce “perfetto e post ideologico” ma che pecca nel suo programma per non dedicare nemmeno un riferimento alla parola cultura. Morgan intende fare da pontiere, nel tentativo di aprire un dialogo tra Grillo e Sgarbi: “le due uniche personalità con una visione lunga”. Morgan ha ragione, la Sicilia è ricca di talenti, di artisti, ed è sempre stato così. Senza spostarci troppo indietro sulla linea del tempo, il primo pensiero corre sul nome di Giovanni Verga, di Capuana, del premio Nobel Pirandello: una pietra miliare per la Letteratura italiana. Ma siciliano è Franco Battiato, lo era Giuni Russo. Siciliano è Andrea Camilleri e la Cucinotta, per citarne solo alcuni, molto pochi rispetto a quanti sono e sono stati nella realtà. “L’isola immaginaria”, per citare proprio Camilleri, è quindi senz’ombra di dubbio un luogo culturalmente, artisticamente e musicalmente fertile, così come non v’è dubbio alcuno sulla professionalità, la bravura e la capacità musicale del cantante milanese. Innovativo compositore, attento studioso e sensibile interprete, decide quindi di impegnarsi in politica. Avrà dimenticato forse di essere “fuori dal tempo”? Vorrà forse con questa decisione attraversare nuovi “cieli neri”? Come San Paolo sulla strada di Damasco, vorrà percorrere la strada di Battiato per l’illuminazione? Domande a cui non possiamo ancora dare risposta. Non ci resta che attendere e sperare. Sperare che non tolga spazio alla sua musica e ai suoi testi. Attendere “altre forme di vita”… in note.

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