AGGIORNAMENTO : 20 Dicembre 2025 - 20:38
12.5 C
Napoli
AGGIORNAMENTO : 20 Dicembre 2025 - 20:38
12.5 C
Napoli
Home Blog Pagina 73

Cambio al vertice nelle carceri napoletane: Marcello a Secondigliano, Russo passa a Poggioreale

Napoli - Da lunedì prossimo il carcere di Secondigliano avrà un nuovo direttore. Si tratta del dottor Gianfranco Marcello, figura di grande esperienza nell'amministrazione penitenziaria italiana, che prende il posto della dottoressa Giulia Russo, destinata alla direzione del penitenziario di Poggioreale.

La notizia è stata accolta con soddisfazione dalla segreteria regionale dell'OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), guidata da Vincenzo Palmieri, che ha rivolto auguri di buon lavoro a entrambi i dirigenti per i nuovi incarichi.

Un curriculum di alto profilo

Il dottor Marcello porta con sé un bagaglio professionale di primo piano, maturato in decenni di servizio presso istituti penitenziari di rilevanza nazionale. Ha diretto gli istituti di Alba, Foggia, Ivrea, Ariano Irpino e Benevento, e ha retto temporaneamente numerose strutture tra cui quelle di Aosta, Asti, Avellino, Aversa, Biella, Carinola, Fossano, Lucera, Saluzzo, Sant'Angelo dei Lombardi, Vercelli, Torino e Verbania.

Questa esperienza viene considerata dall'OSAPP un presupposto ideale per gestire con competenza manageriale un penitenziario complesso come Secondigliano, che continua a presentare criticità nonostante l'impegno profuso dalla direttrice uscente Giulia Russo.

L'auspicio del sindacato

Nella nota ufficiale, il segretario regionale Palmieri ha sottolineato l'importanza di instaurare un rapporto basato su ascolto, dialogo e cooperazione tra la nuova direzione e l'organizzazione sindacale. L'obiettivo è affrontare insieme le problematiche del sistema penitenziario campano, perseguendo risultati di interesse comune per la sicurezza degli operatori e la gestione dei detenuti.

Gli auguri di buon lavoro sono stati estesi anche dalla segreteria locale e provinciale OSAPP di Napoli, che seguirà con attenzione l'avvio della nuova gestione in entrambi gli istituti napoletani.

Esplosione nella notte nel Sannio: assalto all’Atm della Credem, paese svegliato dal boato

San Bartolomeo in Galdo – Un’esplosione ha squarciato il silenzio della notte nel centro del paese sannita, dove un gruppo di malviventi ha fatto saltare in aria lo sportello bancomat della filiale Credem. Il colpo, avvenuto intorno alle tre, è stato portato a termine con modalità militari: pochi minuti per piazzare l’esplosivo, azionarlo e fuggire con il contante.

L’onda d’urto ha distrutto parte dell’ingresso della banca e danneggiato alcune vetrine vicine, seminando paura tra i residenti svegliati dal fragore. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo e gli artificieri, impegnati nei rilievi e nella ricostruzione dell’accaduto.

Le forze dell’ordine stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto, mentre resta ancora da quantificare l’ammontare del bottino. Gli investigatori non escludono che la banda possa essere la stessa responsabile di altri assalti analoghi nella provincia di Benevento nelle ultime settimane.

Mondragone, domiciliari? Una "passeggiatina" notturna per il 63enne

Mondragone – La detenzione domiciliare, per lui, era solo un’opzione. Un uomo di 63 anni, noto alle forze dell’ordine come pregiudicato, ha pensato bene di violare gli obblighi che il regime gli imponeva, ma i Carabinieri gli hanno ricordato che le regole non sono un dettaglio.

Nella notte, a Mondragone, nella frazione di Pescopagano, i militari della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale hanno fatto irruzione in un’evasione “in punta di piedi”. L’uomo, che avrebbe dovuto scontare una misura cautelare nella propria abitazione per un altro reato, è stato sorpreso e identificato all’esterno della sua residenza, lontano dal luogo in cui la legge gli imponeva di rimanere.

Nessuna giustificazione, nessun motivo valido che potesse autorizzarne l’allontanamento. I Carabinieri, durante un servizio di controllo del territorio, lo hanno deferito in stato di libertà per il reato di evasione. Una denuncia che si aggiunge al già pesante fardello giudiziario del 63enne.

Un episodio che dimostra l’attenzione costante delle forze dell’ordine sul rispetto delle misure cautelari e la loro capacità di intervenire per fermare chi, nonostante le restrizioni, continua a violare la legge. Per il 63enne, quella "passeggiatina" notturna si è trasformata in un nuovo, serio guaio giudiziario.

Carrello elevatore a buon prezzo? Era una truffa: 52enne denunciato ad Avellino

Un’offerta allettante sul marketplace di Facebook si è rivelata una beffa per un cittadino di Avellino. Un 52enne della provincia di Brescia è stato denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Solofra per truffa, dopo aver incassato 3.000 euro senza mai consegnare il carrello elevatore promesso.

La vicenda è nata quando la vittima, alla ricerca di un mezzo per il proprio lavoro, ha trovato sul noto social network un annuncio che sembrava troppo vantaggioso per essere vero: un carrello elevatore a prezzo stracciato. Convinto dall’offerta, ha proceduto al pagamento, ma una volta accreditata la somma, il venditore è sparito nel nulla.

I Carabinieri della Radiomobile di Solofra, attivati dalla denuncia, hanno avviato una serie di accertamenti che hanno permesso di risalire all’identità del truffatore. Grazie alle tracce digitali e alle indagini condotte, il 52enne è stato individuato e deferito alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato di truffa.

L’episodio ricorda l’importanza di prestare attenzione agli acquisti online, soprattutto quando si tratta di beni di valore e transazioni tra privati. Le forze dell’ordine invitano a diffidare di offerte troppo convenienti e a verificare sempre l’affidabilità del venditore prima di effettuare pagamenti anticipati.

Aversa e Frignano, blitz notturno: tre denunce, due segnalati e decine di multe

Nella serata di ieri, 7 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Aversa hanno messo in campo un servizio straordinario di controllo del territorio nei comuni di Aversa e Frignano, con l’obiettivo di contrastare reati e violazioni al Codice della Strada. Il bilancio è pesante: tre persone denunciate, due segnalate alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti e numerose sanzioni amministrative.

Tra i casi più eclatanti, un 20enne di Aversa è stato sorpreso alla guida di un’auto senza aver mai conseguito la patente, con recidiva nel biennio. Un 18enne di Lusciano, invece, è stato trovato con una patente di guida falsa, mai registrata nell’anagrafica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e sanzionato per guida senza patente.

Nel corso delle perquisizioni, un 26enne di Villa Literno è stato denunciato per possesso di un coltello a serramanico, mentre un 60enne di Castel Volturno e un 22enne di Sant’Antimo sono stati segnalati alla Prefettura per detenzione di complessivi 5,85 grammi di hashish.

I militari hanno elevato 21 contravvenzioni per infrazioni come mancata copertura assicurativa, guida senza patente, senza casco o senza cintura di sicurezza. Sono stati sottoposti a sequestro amministrativo due veicoli e uno a fermo, per un totale di sanzioni pari a 13.994 euro. Durante il servizio sono state controllate 80 persone e 46 veicoli.

L’operazione conferma la presenza costante dei Carabinieri sul territorio, con l’obiettivo di garantire sicurezza e rispetto delle norme.

Napoli, la metro diventa un portale d'arte: inaugura la "bocca" di Anish Kapoor a Monte Sant'Angelo

NapolI – Immaginate di varcare la soglia di una metropolitana non come un semplice pendolare, ma come un esploratore che si addentra in una caverna primordiale, avvolto da bocche giganti che sussurrano segreti d'arte contemporanea. È questa l'esperienza che attende i napoletani – e i visitatori – a partire da lunedì 10 novembre, con l'inaugurazione ufficiale della stazione di Monte Sant'Angelo sulla nuova Linea 7 della Metropolitana di Napoli.

Realizzata dal colosso italiano Webuild, l'opera non è solo un nodo di trasporti, ma un'icona delle celebri "Stazioni dell'Arte" partenopee, firmata dall'artista di fama mondiale Anish Kapoor.Progettata per EAV (Ente Autonomo Volturno), la stazione rappresenta l'ennesimo tassello nel mosaico infrastrutturale del Sud Italia che Webuild sta tessendo con mano ferma: un impegno da circa 15 miliardi di euro in appalti, che include ben 14 fermate sulla rete metropolitana napoletana.

Tra queste, spiccano già le leggende come Toledo – premiata in tutto il mondo per il suo design ipogeo – Università, Dante, Museo e Materdei. Ma Monte Sant'Angelo eleva il concetto a un livello quasi mitologico, intrecciando funzionalità urbana e provocazione artistica in un abbraccio sotterraneo.

Al cuore della stazione, due installazioni monumentali di Kapoor dominano gli ingressi: una al campus dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, l'altra nel vivace quartiere di Rione Traiano.

Si tratta di sculture ciclopiche a forma di bocca spalancata, che "ingloba" i passanti in un gesto fluido e immersivo, quasi un invito a rinascere attraverso l'arte. "Queste opere non sono decorazioni: sono portali che sfidano la percezione, trasformando il transito quotidiano in un rituale", ha commentato un portavoce di Webuild, sottolineando come l'artista – noto per le sue riflessioni su vuoto e infinito, da "Cloud Gate" a Chicago a "Orbit" a Londra – abbia qui reinterpretato l'essenza stessa di Napoli: un vulcano di emozioni pronte a eruttare.

Sotto terra, l'ambiente si fa antro carsico: un unico livello che scende dolcemente, con pareti rivestite in roccia naturale che evocano le viscere del Vesuvio. Scale mobili e ascensori inclinati – omaggio alle storiche funicolari della città – accompagnano i viaggiatori alle banchine, dove i primi treni della Linea 7 inizieranno a sfrecciare tra Monte Sant'Angelo e Soccavo.

Non è solo estetica: questa apertura attiva un'interconnessione vitale con la Circumflegrea, rendendo il nodo di Montesanto un hub polifunzionale. Da qui, un colpo di pedale (o di rotaia) collega al centro storico via Cumana e funicolare per il Vomero, o alle Linee 1 e 2 per Piazza Dante e Toledo. In un'area ad alta densità come Rione Traiano, dove il traffico privato soffoca le strade, questa è una boccata d'ossigeno per la mobilità sostenibile: meno auto, più connessioni, più vita.

Per i 30mila studenti del polo universitario Federico II, l'impatto è immediato: il campus, finora isolato ai margini occidentali della città, diventa un'estensione pulsanti del cuore napoletano. "È un ponte tra sapere e bellezza", spiega un rappresentante dell'ateneo, che vede nella stazione un catalizzatore per l'ecosistema accademico. E mentre i treni partono, Napoli conferma il suo status di capitale dell'arte applicata: dopo i mosaici di Sol LeWitt e le luci di Rebecca Horn nelle altre "Stazioni dell'Arte", Kapoor aggiunge un capitolo dark e magnetico, dove l'underground non è più sinonimo di fretta, ma di meraviglia

.L'inaugurazione di lunedì – con un evento su invito che mescola arte, musica e testimonianze locali – segna un passo avanti per la Regione Campania, che sotto la guida di EAV punta a un sistema di trasporti all'avanguardia entro il 2030. Webuild, dal canto suo, guarda già oltre: con progetti simili in Sicilia e Puglia, il Gruppo non costruisce solo binari, ma futuri. Per i napoletani, però, Monte Sant'Angelo è di più: è la prova che sotto i piedi della città ribolle un'energia inesauribile, pronta a inghiottirvi – e a sputarvi fuori – trasformati.

Inseguimento notturno a Casapulla: 18enne spacciatore fugge sull'scooter della madre

Casapulla – Una notte di ordinaria illegalità si è conclusa con una denuncia per un diciottenne di Casagiove, finito nel mirino dei carabinieri della Stazione di San Prisco durante un'operazione antidroga nel comune casertano.

Il giovane, sorpreso mentre cedeva sostanze stupefacenti a un acquirente, ha tentato una fuga rocambolesca a bordo di uno scooter intestato alla madre, innescando un breve ma concitato inseguimento per le vie di Casapulla.

Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma, il ragazzo aveva appena consegnato quattro dosi di hashish – per un peso totale di 3,7 grammi – quando è stato notato dai carabinieri in servizio di controllo del territorio. All'alt imposto dalle forze dell'ordine, invece di fermarsi, ha accelerato nel tentativo di dileguarsi nella notte.

La fuga, però, è durata pochi minuti. I carabinieri, dopo un rapido inseguimento, sono riusciti a raggiungerlo e bloccarlo, impedendo ulteriori rischi per la sicurezza stradale. Addosso al diciottenne è stata rinvenuta e sequestrata la droga destinata allo spaccio.

Il giovane è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini proseguono per verificare l'eventuale esistenza di una rete di distribuzione più ampia nel territorio.

Montecalvario, blitz della Polizia: sequestrati due chili di marijuana e mezzo chilo di cocaina

Blitz della Polizia di Stato questa mattina nel quartiere Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Gli agenti della Squadra Mobile, con il supporto del Commissariato Montecalvario, del Reparto Prevenzione Crimine Campania e delle Unità Cinofile dell’Ufficio Prevenzione Generale, hanno eseguito una serie di perquisizioni mirate alla ricerca di armi e droga.

Nel corso delle operazioni, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato circa due chilogrammi di marijuana, mezzo chilo di cocaina, un panetto di hashish e numerose dosi di sostanze stupefacenti già confezionate e pronte per la vendita al dettaglio. Recuperato anche diverso materiale utilizzato per il confezionamento.

L’intervento rientra nel più ampio dispositivo di prevenzione e contrasto dei reati in materia di armi e stupefacenti predisposto dalla Questura di Napoli. L’obiettivo è rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio e garantire maggiore sicurezza ai cittadini in una delle aree più sensibili del centro cittadino.

Napoli, blitz al "Connolo": sequestrati 9 chili di droga nel regno del boss Luciano Barattolo

Napoli - L'azione, scattata nella giornata di ieri, ha visto in campo gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, supportati dai poliziotti dei Commissariati di zona (Poggioreale, Vasto-Arenaccia, Vicaria-Mercato, Ponticelli), dal Reparto Cinofili e dal Reparto Prevenzione Crimine Campania.

Il blitz si è concentrato nell'area del rione Sant’Alfonso, meglio noto come “Connolo”, con l'esecuzione di numerose perquisizioni. Quella è una zona controllato dal giovane bioss Luciano Barattolo, ex reggente del clan Mazzarella fino al suo ultimo arresto.

La scoperta nel covo del 66enne

Fulcro dell'operazione è stato l'arresto di un 66enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine. Gli agenti lo hanno fermato per detenzione ai fini di spaccio. La svolta è arrivata all'interno della sua abitazione, dove è stata rinvenuta la chiave di un secondo appartamento, situato sullo stesso pianerottolo. È qui che il 'bottino' si è fatto consistente: circa 4 kg tra marijuana e hashish, insieme a un bilancino di precisione.

Dall'abitazione al locale commerciale

Le indagini non si sono fermate: ritenendo che l'indagato potesse nascondere altro, gli agenti hanno esteso i controlli a un locale commerciale in suo uso, rinvenendo un secondo bilancino di precisione, a riprova della fiorente attività di spaccio.

Il servizio di controllo sull'area, a cui ha partecipato anche personale dei Vigili del Fuoco per l'accesso a locali potenzialmente occlusi o pericolanti, ha permesso di recuperare e sequestrare altri circa 5 kg di stupefacenti, tra cui hashish, marijuana e cocaina, oltre a un vasto campionario di materiale per il confezionamento. Complessivamente, oltre 9 chili di droga sono stati sottratti alle piazze di spaccio.

L'arrestato è ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria per il reato di detenzione ai fini di spaccio.

Il ruolo decisivo dei Cinofili: il "Naso" che non sbaglia

La presenza del Reparto Cinofili non è mai casuale in un sequestro di queste dimensioni. I circa 9 kg di sostanze stupefacenti recuperate non erano esposte, ma abilmente occultate.

Rilevamento Mirato: I cani antidroga (spesso pastori tedeschi, labrador o border collie addestrati) hanno la capacità di fiutare sostanze stupefacenti anche in luoghi ermetici, intercapedini, doppi fondi o, come nel caso del rione Sant'Alfonso, in nascondigli di fortuna nelle aree comuni o in pertinenze esterne.

Velocità ed Efficacia: L'intervento dei Cinofili ha permesso di accelerare notevolmente le perquisizioni nell'area di "Connolo", un contesto notoriamente complesso e denso di possibili nascondigli. Senza di loro, la ricerca dei 5 kg extra sequestrati nell'area circostante l'abitazione sarebbe stata molto più lunga e meno fruttuosa.

Camorra, oltre due secoli di carcere al clan del nuovo boss vesuviano Dario Federico. Tutte le condanne

Una rete criminale giovane ma radicata, capace di inserirsi negli spazi lasciati dal declino dei vecchi clan dell’area vesuviana. È l’immagine che emerge dalla sentenza del Gup Rossi del Tribunale di Salerno, che ha definito il primo grado del processo ai presunti membri del gruppo camorristico autodefinitosi “Famiglia”, attivo tra Scafati, Boscoreale e Castellammare di Stabia, con a capo Dario Federico originario della periferia di Pompei.

Quattro anni di attività, un’espansione criminale rapida e una rete costruita su vincoli di sangue e fedeltà. Il giudice per l’udienza preliminare Rossi ha pronunciato le condanne in rito abbreviato, infliggendo complessivamente quasi due secoli di reclusione, rispetto ai 323 anni richiesti dal pm Rocco Alfano per i 23 imputati.

Il gruppo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe esercitato il controllo del territorio attraverso un sistema di estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi, con modalità tipiche delle organizzazioni di stampo mafioso. Un clan “a conduzione familiare”, come lo definisce l’accusa, non solo per i legami parentali tra alcuni imputati, ma per la struttura piramidale che vedeva al vertice il 49enne Dario Federico, originario di Boscoreale e già condannato nel 2007 come promotore di associazione mafiosa.

Federico, dopo un periodo di latitanza, sarebbe riuscito – secondo la DDA – a insediarsi a Scafati approfittando del vuoto di potere lasciato dai gruppi storici Loreto/Ridosso e Matrone/Buonocore. Al suo fianco, il 47enne scafatese Salvatore Di Paolo, figura di riferimento nelle dinamiche operative. Il gruppo avrebbe inoltre potuto contare sull’approvvigionamento di armi da parte di Domenico Tamarisco, coinvolto nell’inchiesta ma condannato solo per il reato di detenzione di armamento.

L’indagine – culminata in un blitz di carabinieri e Guardia di Finanza nel febbraio 2024 – ha ricostruito episodi di estorsione, tra cui uno ai danni di un imprenditore attivo nella zona di Marina di Stabia. Il controllo del territorio sarebbe stato così saldo da consentire al clan di intervenire come “arbitro” nei conflitti interni ad altri gruppi criminali, regolando confini e punendo sconfinamenti.

L’inchiesta ha ricostruito un sistema basato su estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, accaparramento delle piazze di vendita, controllo del territorio e disponibilità di armi da fuoco, alcune delle quali fornite – secondo la Procura – dal boss torrese Domenico “Tamarisco” Nardiello.

La DDA sottolinea come il gruppo fosse arrivato a giocare un ruolo di “regolatore” tra i diversi cartelli criminali operanti nell’area, capace di dirimere conflitti e stabilire confini tra zone di influenza. Tra gli episodi contestati c’è anche un’estorsione ai danni di un imprenditore legato al porto turistico di Marina di Stabia.

In totale, la richiesta dell’accusa ammontava a 323 anni di reclusione per 23 imputati. La sentenza pronunciata in rito abbreviato ha invece portato a quasi due secoli di condanne complessive, anche in virtù del fatto che per molti non è stata riconosciuta l’aggravante dell’associazione mafiosa.

Non per tutti gli imputati è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa, determinando pene inferiori rispetto alle richieste della Procura

Elenco delle condanne

Dario Federico – 20 anni di reclusione
Salvatore Di Paolo – 20 anni di reclusione
Renato Sicignano – 20 anni di reclusione
Raffaele Forte – 20 anni di reclusione
Immacolata Orlando – 18 anni e 4 mesi
Corrado Grimaudo – 13 anni (in continuazione)
Vincenzo Orlando – 11 anni
Giuseppe Di Dato (collaboratore di giustizia) – 8 anni
Raffaele Nappo – 6 anni e 8 mesi
Daniel Grimaudo – 5 anni
Domenico “Tamarisco” Nardiello – 2 anni e 8 mesi (a fronte della richiesta di 8 anni)
Gianluca Tortora – 2 anni
Altri imputati – condanne poco superiori a 24 mesi

Naples Calls for Ideas: a Napoli torna l’innovazione che parla giovane

Sabato 15 novembre 2025, l’Università Federico II di Napoli – nella suggestiva Aula Magna del Campus di San Giovanni a Teduccio – ospiterà la terza edizione di Naples Calls for Ideas, l’iniziativa ideata e promossa da 081 Stand for Naples per sostenere e valorizzare l’imprenditorialità giovanile e l’innovazione del territorio partenopeo.

L’evento, ormai un appuntamento atteso da startup, studenti, investitori e operatori del settore creativo e tecnologico, rappresenta un laboratorio di idee dove i giovani talenti possono confrontarsi, raccontare i propri progetti e immaginare insieme il futuro dell’economia napoletana.

Un programma dedicato al futuro

La giornata si aprirà con il pitch delle startup finaliste, che presenteranno i propri progetti davanti alla giuria composta da esperti del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale.

Seguirà la tavola rotonda “Costruire il futuro dell’innovazione napoletana”, moderata dal Prof. Antonio Pescapè, docente dell’Università Federico II e voce di riferimento nel dibattito sull’ecosistema digitale campano.
A conclusione, la premiazione della startup vincitrice, un momento simbolico ma anche concreto di incoraggiamento a chi scommette sulla creatività e sul cambiamento.

Ospiti e testimonianze

L’edizione 2025 vedrà la partecipazione di Giada Filippetti Della Rocca, Vincenzo Falcone, Nicola Nazareno Pirozzi, Giada Cancellario e Alice Cancellario, personalità che con i loro percorsi professionali incarnano l’energia e la capacità innovativa di Napoli.
Le loro testimonianze offriranno uno sguardo autentico su come la passione e il talento possano trasformarsi in impresa, contribuendo alla crescita culturale ed economica della città.

Un ecosistema che cresce

Naples Calls for Ideas non è solo una competizione, ma un segnale di vitalità per una città che continua a credere nel valore delle sue idee e nel potere della collaborazione.
Attraverso il dialogo tra università, giovani, aziende e istituzioni, Napoli conferma la sua vocazione a essere un polo di innovazione nel Sud Italia, dove tradizione e futuro si incontrano.

L’evento è in programma nell’Aula Magna del Campus di San Giovanni a Teduccio (Corso Nicolangelo Protopisani 70).
Puoi prenotare il tuo posto gratuitamente alla seguente pagina.

Luciano Carotenuto

Napoli, al Monaldi ricostruito l'esofago di un paziente con un voluminoso tumore

Napoli– Tornerà presto alla sua vita di sempre, accanto ai propri cari, "Paolo" (nome di fantasia), il paziente affetto da un voluminoso tumore all'esofago salvato da un intervento chirurgico straordinario per complessità e tecnica. L'operazione, un'eccellenza della chirurgia pubblica, è stata eseguita all'Ospedale Monaldi dell'Azienda Ospedaliera dei Colli dall'équipe del professor Diego Cuccurullo.

L'innovativa procedura, un'esofagectomia totale mini-invasiva, è stata condotta interamente con l'ausilio del robot. La vera sfida, vinta dai chirurghi, è stata la ricostruzione dell'organo asportato: per farlo, il team ha "modellato" lo stomaco del paziente creando un tubo, poi trasferito nel torace per sostituire l'esofago malato.

Una tecnica di precisione che ha permesso a Paolo di riacquistare la propria normalità con un impatto fisico minimo: al termine dell'intervento, sul suo corpo sono rimaste solo piccolissime cicatrici per gli accessi robotici e una breve incisione al collo.

«Questo risultato è il frutto di standardizzazione, lavoro d'équipe e formazione continua», ha dichiarato il professor Cuccurullo, direttore della Chirurgia Generale del Monaldi. «La piattaforma robotica ci garantisce una precisione millimetrica, minore invasività, meno dolore post-operatorio e un recupero più rapido. Un intervento totalmente robotico su una massa così estesa conferma l'alto livello del nostro programma».

Il paziente, il cui decorso post-operatorio è regolare, è seguito da un'équipe multidisciplinare ed è già avviato verso un pieno recupero.

La Direttrice Generale dell'Azienda dei Colli, Anna Iervolino, ha sottolineato il valore dell'operazione: «Questo intervento si distingue per l'approccio totalmente robotico e le dimensioni del tumore trattato, elementi che lo rendono un caso di rilievo tecnico-scientifico. È un segno concreto della nostra visione: investire in tecnologie, competenze e organizzazione per garantire cure d'eccellenza nel Servizio Sanitario Pubblico».

Terrore a Boscotrecase: picchia la moglie e aggredisce i suoceri, poi dà fuoco all’auto del suocero

Boscotrecase -Ancora un caso di violenza domestica sfociato in una vera e propria escalation di brutalità. A Boscotrecase, i carabinieri della Stazione di Boscoreale hanno arrestato un uomo di 51 anni, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura.

L’uomo è gravemente indiziato di aver picchiato ripetutamente la moglie e i suoi suoceri, utilizzando anche oggetti come un tubo di acciaio e un mattone. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: lesioni aggravate, violenza privata, furto ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Le indagini sono scattate lo scorso luglio, dopo l’ennesima aggressione contro i familiari della moglie, da cui l’uomo era separato. Quella che sembrava una lite familiare si è rivelata, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, una campagna di violenze e intimidazioni.

Con il passare dei mesi, il comportamento del 51enne sarebbe diventato sempre più pericoloso e ossessivo. Dopo aver pedinato il suocero, avrebbe dato alle fiamme la sua auto, nel tentativo di colpire ancora una volta la famiglia della moglie.

A incastrarlo sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza, i referti medici delle vittime e il ritrovamento del tubo d’acciaio usato per le aggressioni. Elementi che hanno consentito agli inquirenti di raccogliere gravi indizi di colpevolezza e di ottenere la misura cautelare.

L’uomo è stato infine posto agli arresti domiciliari.

Un altro episodio che riaccende i riflettori sulla piaga della violenza di genere, che spesso si consuma tra le mura domestiche e, come in questo caso, travolge intere famiglie.

Giugliano, dalle telecamere la verità sulla rapina all'ex consigliere Caterina Sestile

Solidarietà bipartisan ha travolto Caterina Sestile, ex consigliera comunale di Giugliano, vittima di una rapina lampo ieri mattina. Dopo aver prelevato contanti da un bancomat in piazza Annunziata, la donna è stata seguita, sorpresa alle spalle e costretta a consegnare il denaro sotto la minaccia di un'arma.

Un raid fulmineo, invisibile agli occhi dei passanti: il bottino? Circa 1500 euro, svaniti nelle mani di un ignoto giovanotto che si è dato alla fuga.Proprio dalle immagini delle telecamere pubbliche e private della zona, gli investigatori confidano di identificare presto l'autore del colpo.

Intanto, la città intera ribolle di indignazione: da ogni schieramento politico arriva un coro unanime di sostegno alla vittima, ma anche un'urgenza condivisa – più forze dell'ordine sul territorio e un potenziamento delle videosorveglianze per arginare l'insicurezza che strangola Giugliano.

Amareggiata e ferita nell'anima, Sestile ha rotto il silenzio con un post su Facebook che ha commosso e fatto riflettere migliaia di follower: "Non sono solita fare questi post – scrive – ma oggi sono troppo amareggiata. Una città senza controllo. Spero che i soldi che ti sei preso ti bastino almeno per comprarti un po’ di dignità. O, se proprio non riesci a trovarla in farmacia, magari qualche medicina per curare quel vuoto che ti ha spinto a rubare. Dev’essere dura vivere così poveri dentro".

Parole che, oltre al dolore personale, accendono un dibattito su degrado e disperazione, trasformando una rapina in un grido collettivo per il riscatto di una comunità.

Ischia, il tatuaggio fatale: l'asso di picche incastra il ladro

Ischia – Un furto audace nella notte, ma un tatuaggio impossibile da nascondere ha trasformato un colpo da maestro in un clamoroso autogol. I carabinieri della stazione locale hanno denunciato un 29enne del posto, già noto alle forze dell'ordine, per un furto aggravato che ha svuotato la cassa di un noto bar in Corso Vittorio Colonna, asportando 11mila euro in contanti e sei tablet dello staff.

La scoperta è arrivata all'alba, poco dopo l'apertura del locale. Il titolare, un imprenditore della zona, ha notato subito le tracce di effrazione sulla porta d'ingresso. Una volta dentro, l'amara sorpresa: la cassa era stata ripulita, svaniti migliaia di euro accumulati dalla serata precedente.

Non solo: mancavano anche i sei tablet usati dai dipendenti per le operazioni quotidiane. Senza perdere tempo, l'uomo ha allertato i carabinieri, che hanno avviato un'indagine lampo sul posto.

Le telecamere di videosorveglianza della via hanno fornito la svolta decisiva. Durante l'analisi delle immagini, gli investigatori hanno zoomato su un particolare inequivocabile: l'uomo ripreso mentre forzava l'ingresso sfoggiava un tatuaggio distintivo sull'avambraccio destro, con due teschi e scritte misteriose, e sull dorsale della mano destra un asso di picche, simbolo iconico delle carte da poker.

Quel marchio lo ha tradito come una firma

Le ricerche si sono concentrate rapidamente su un vecchio stabile abbandonato in Via Terme, un nascondiglio perfetto per chi conosce il territorio. Il blitz è scattato nel pomeriggio: gli agenti hanno sorpreso il 29enne in possesso di un bottino parziale, tra cui blister di monete, buste con 5mila euro in contanti e un borsone contenente i sei tablet rubati. Il resto del denaro, presumibilmente, era già stato speso o nascosto altrove.

Il maltolto è stato immediatamente restituito al legittimo proprietario, mentre il sospettato è stato condotto in caserma e denunciato per furto aggravato. Le indagini proseguono per verificare eventuali complici.

Napoli, spruzza spray al peperoncino in aula: caos alla Federico II

Napoli – Un pomeriggio di studio come tanti altri si è trasformato ieri in una scena da film d'azione nella sede di via Porta di Massa della Federico II. L'ordine e la quiete accademica della facoltà di Lettere e Filosofia sono stati spazzati via da una nube di spray al peperoncino, spruzzato, a quanto pare, per "scherzo" da una studentessa ventenne.

Il gesto, più che una burla, ha assunto i contorni di un'evacuazione d'emergenza. Il gas irritante si è diffuso rapidamente tra i corridoi, generando un'ondata di panico. Tosse, occhi che lacrimano e una corsa collettiva verso l'uscita hanno creato momenti di tensione, con il personale e gli altri studenti colti di sorpresa dall'improvvisa "guerra chimica" in mezzo ai libri.

L'allarme ha raggiunto la Compagnia Carabinieri di Napoli Centro, prontamente intervenuta sul posto per ristabilire la calma e accertare i fatti. Gli accertamenti hanno ricostruito la dinamica e identificato la presunta autrice dello scherzo, fin troppo pesante.

La giovane, un'universitaria di 20 anni, è stata quindi denunciata per il suo gesto temerario. Un epilogo amaro per quella che doveva essere una bravata, e che invece si è conclusa con un provvedimento della giustizia.

Fortunatamente, nonostante il caos e il disagio provocato, la vicenda non ha avuto conseguenze sul piano della salute pubblica. Secondo le prime informazioni, nessuno degli studenti o dei dipendenti presenti ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche, limitandosi i sintomi a un fastidio passeggero.

L'episodio, però, lascia il segno e solleva interrogativi sulla percezione dei limiti, anche all'interno di un luogo di cultura e formazione come l'università. Uno "scherzo" che poteva costare caro e che, invece, è costato alla studentessa una denuncia, un brutto ricordo e una lezione, forse, ben più importante di quelle che si trovano sui libri.

Blitz antidroga a Lettere: arrestato 50enne con droga e pistola

Lettere - In una vasta operazione antidroga nella serata appena trascorsa, i militari della sezione operativa di Castellammare di Stabia hanno messo le manette ai polsi a Giovanni Palumbo, un operaio 50enne del posto, già noto alle forze dell'ordine.

Il blitz in Via Gradoni San Lorenzo ha portato alla luce un vero e proprio bazar illegale. L'uomo è stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di stupefacente: 3 chili di marijuana, meticolosamente suddivisa in 13 panetti, e 500 euro in contanti, probabile provento dello spaccio.

Ma è stata la seconda scoperta a far alzare il livello di guardia: nascosta tra la merce, è spuntata una Revolver Smith & Wesson, un'arma da guerra con la matricola parzialmente abrasa – un chiaro indizio di provenienza illecita o di un suo utilizzo in contesti criminali – accompagnata da ben 62 proiettili.

L'arresto di Palumbo, ora trasferito nel carcere di Poggioreale in attesa di giudizio, conferma come il traffico di droga sia l'attività illecita principale dei Monti Lattari. L'arma sequestrata sarà sottoposta ad urgenti accertamenti balistici per verificare il suo eventuale coinvolgimento in "fatti di sangue o altri delitti", collegando forse l'attività di spaccio a dinamiche più complesse e violente del crimine organizzato locale, proprio in quella zona che purtroppo si è guadagnata la triste fama di "Terra di Narcos".

Crac Deiulemar: condannata anche Mps

Il Tribunale di Torre Annunziata ha accolto le domande della Curatela del fallimento Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., condannando Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. al pagamento di 1.591.885,28 euro, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese legali.

La sentenza, pronunciata il 5 novembre 2025 dal giudice Valentina Vitulano, arriva in primo grado e consolida l’impostazione accusatoria della Curatela verso gli istituti coinvolti nel dissesto.

I punti chiave del dispositivo

Importo riconosciuto: 1.591.885,28 euro.

Accessori: interessi e rivalutazione monetaria.

Spese: condanna alle spese legali.

Grado: decisione di primo grado, impugnabile.

Il precedente del 31 ottobre

Il 31 ottobre, nello stesso fascio di contenziosi, un’altra pronuncia ha visto soccombente Ubi Banca, con un esito favorevole ai risparmiatori. Il doppio passaggio, a distanza di pochi giorni, delinea un orientamento che rafforza le pretese creditorie e sostiene la linea processuale della Curatela.

Il contesto del crack

Il fallimento Deiulemar è tra i più complessi casi di insolvenza societaria in Campania. Migliaia di risparmiatori e obbligazionisti attendono da anni ristori legati al dissesto della storica compagnia di navigazione. Le azioni promosse contro diversi istituti mirano a chiarire responsabilità e a recuperare risorse per la massa passiva.

Perché la sentenza pesa favorevolmente sui creditori

La condanna a Mps incrementa le prospettive, anche se parziali, - come ricorda l'avvocato Lelio Mancino - di recupero per la massa creditoria. Non determina un ristoro immediato, ma:

rafforza il potere negoziale della Curatela;

alimenta la cassa delle future ripartizioni;

crea un precedente utile in cause analoghe.

Cosa succede ora

Trattandosi di primo grado, sono attesi possibili appelli. La Curatela ha già annunciato che proseguirà nella difesa degli interessi dei risparmiatori e che fornirà aggiornamenti sui successivi sviluppi e su eventuali nuove pronunce che possano consolidare l’orientamento favorevole.

Le parti e le posizioni

La Curatela fallimentare, assistita dai propri legali, rivendica la fondatezza delle azioni promosse. La decisione del 5 novembre, firmata dal giudice Vitulano, conferma l’esistenza di profili di responsabilità a carico dell’istituto convenuto, ora condannato al pagamento di somme con accessori e spese.

Impatto sui risparmiatori

Per i piccoli investitori coinvolti, il combinato delle decisioni del 31 ottobre e del 5 novembre è un segnale di fiducia: il percorso resta lungo e scandito dai tempi della giustizia, ma la traiettoria processuale è favorevole alla ricostruzione dell’attivo fallimentare e alla prospettiva di riparti più consistenti.

Napoli, turista accoltellato e rapinato ai Quartieri Spagnoli

Napoli - Erano da poco passate le 4.50 del mattino quando nel pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini è arrivato un giovane turista, ferito alle gambe da colpi d’arma da punta e taglio.

I carabinieri della compagnia Napoli Centro sono intervenuti immediatamente per ricostruire l’accaduto: secondo una prima ricostruzione, la vittima — un 28enne originario del Ruanda ma residente in Inghilterra — stava percorrendo a piedi Vico Lungo San Matteo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, quando sarebbe stato avvicinato da tre individui.

Senza apparente motivo, lo avrebbero aggredito colpendolo con un’arma da taglio prima di fuggire nel dedalo di vicoli.

Il giovane, sanguinante ma cosciente, è riuscito a chiedere aiuto e a raggiungere l’ospedale, dove i medici gli hanno prestato le prime cure. È stato dimesso con una prognosi di dieci giorni per ferite alle gambe.

Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia Napoli Centro, che stanno cercando di individuare i responsabili attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona.

Si tratta purtroppo dell’ennesimo episodio di microcriminalità che riaccende i riflettori sui Quartieri Spagnoli, area storica e turistica ma ancora troppo spesso teatro di aggressioni e violenze senza motivo, soprattutto nelle ore notturne.

Pizzo sul campus scolastico: condannato il boss 'o pecuraro'

Napoli - Una condanna pesante ma lontana dai 12 anni richiesti dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Clemente Massaro, noto come 'o pecuraro e ritenuto a capo dell'omonimo clan attivo nell'area est del Casertano, è stato condannato ieri dal GIP del tribunale di Napoli, Anna Tirone, a cinque anni e sei mesi di reclusione. L'accusa, celebrata con rito abbreviato, è quella di estorsione aggravata.

Nel mirino del boss era finito un appalto pubblico da 4 milioni di euro per la costruzione di un campus scolastico a Santa Maria a Vico. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Massaro e la compagna, la 64enne Antonietta Sgambato detta 'a sparatora, si sarebbero presentati più volte sul cantiere pretendendo una tangente del 2-3% sull'importo totale dei lavori.

Dopo aver incassato una prima tranche a febbraio 2025, la coppia era tornata alla carica prima di Pasqua per una nuova richiesta, ma questa volta le loro azioni sono state immortalate dalle telecamere di videosorveglianza. I video mostravano chiaramente Massaro e la Sgambato mentre prendevano il denaro dalle vittime per poi nasconderlo.

Nonostante le prove video, il giudice ha accolto solo parzialmente la tesi dell'accusa. Mentre per Massaro, ex collaboratore di giustizia difeso dagli avvocati Orlando Sgambati e Valerio Stravino, è arrivata la condanna, la compagna Sgambato, difesa da Alberto Martucci e Orlando Sgambati, è stata assolta da ogni accusa, con disposizione di immediata scarcerazione. La DDA aveva invece richiesto per lei una pena di 10 anni.

Ad is loading…
Ad is loading…