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Doppio colpo di fortuna con il 47 e il 72: le sorprese del Lotto e 10eLotto di oggi

L’attesa è finita e i numeri dell’estrazione del Lotto e del 10eLotto di oggi sono finalmente arrivati, portando con sé una scia di curiosità, ricorrenze e, per qualcuno, forse anche un pizzico di fortuna. A dominare la scena di questa estrazione sono stati due numeri “magnetici”: il 47 e il 72, protagonisti su più ruote e perfino nel Doppio Oro del 10eLotto.

Una combinazione che non passa inosservata agli appassionati della smorfia napoletana: il 47 è ‘o muorto che parla, mentre il 72 rappresenta ‘a maraviglia. Un segnale che molti giocatori interpretano come un richiamo alla sorpresa, al colpo inaspettato.

Vediamo ora nel dettaglio tutte le ruote dell’estrazione di oggi:

🔹 BARI – 47 72 08 22 76
Numeri che si parlano tra loro: 47 e 72 insieme anche qui, proprio come nel Doppio Oro del 10eLotto.

🔹 CAGLIARI – 56 51 36 17 53
Ruota equilibrata, con tanti numeri centrali e l’assenza di estremi.

🔹 FIRENZE – 21 11 71 89 19
Spicca il 71, numero caro agli appassionati per la sua frequenza negli ultimi mesi.

🔹 GENOVA – 90 32 12 80 01
Il 90 torna protagonista, portafortuna per eccellenza.

🔹 MILANO – 10 57 72 21 17
Ancora una volta il 72 si fa notare, comparendo anche su Milano.

🔹 NAPOLI – 59 01 76 09 61
Una ruota “dinamica”, con numeri bassi e alti alternati: segno di equilibrio.

🔹 PALERMO – 75 10 80 24 25
Tanta continuità e un 80 che fa coppia con quello di Genova.

🔹 ROMA – 87 86 09 32 17
Coppia 86-87 da tenere d’occhio: raramente si presenta così compatta.

🔹 TORINO – 55 21 23 46 30
Serie intermedia e ben bilanciata, ideale per chi segue le “figure numeriche”.

🔹 VENEZIA – 18 20 13 32 84
La ruota lagunare si distingue con tre numeri consecutivi (18, 20, 13) legati da una certa armonia.

🔹 NAZIONALE – 19 18 05 86 08
Anche qui torna l’86, già visto a Roma: un altro numero “caldo” della serata.

 10eLotto – Numeri vincenti:
01 – 08 – 10 – 11 – 18 – 20 – 21 – 32 – 36 – 47 – 51 – 55 – 56 – 57 – 59 – 72 – 75 – 86 – 87 – 90
Numero Oro: 47
Doppio Oro: 47 – 72

Il 10eLotto di oggi sembra fatto apposta per chi ama leggere i segni del destino: il 47 e il 72, già protagonisti su Bari, tornano a brillare come Numeri Oro, confermando un curioso filo conduttore tra le ruote e l’estrazione automatica.

Curiosità della serata:

  • Il 72 è comparso ben tre volte (Bari, Milano e nel Doppio Oro).

  • Il 90, numero simbolo della fortuna, è tornato sulla ruota di Genova dopo un’assenza di qualche settimana.

  • La coppia 86–87 ha fatto capolino su Roma e Nazionale, un evento non così frequente.

Insomma, un’estrazione piena di coincidenze e numeri “parlanti” che sembrano voler lanciare messaggi ai più attenti.
Chi crede nella cabala napoletana avrà di che divertirsi, e chissà che proprio tra questi numeri non si nasconda la prossima combinazione vincente.

La Juve Stabia stende il Palermo: il gol di Cacciamani riporta le Vespe in zona paly off

Castellammare di Stabia - È una vittoria d'oro, voluta, cercata e meritata. La Juve Stabia di mister Ignazio Abate non solo vince, ma convince, battendo per 1-0 il blasonato Palermo di Pippo Inzaghi, una delle squadre candidate alla promozione diretta in Serie B.

Il risultato, fissato dalla perla del giovane Cacciamani, sta persino stretto ai padroni di casa per la mole di gioco prodotta e le occasioni create.

Reduce dalla sconfitta di Modena e con la pressione per il recente rinvio della gara contro il Bari (in programma mercoledì sera al Menti), la squadra gialloblù aveva la necessità di dare un segnale forte. E lo ha fatto con una prestazione impeccabile, affrontata a viso aperto contro i siciliani. I rosanero sono stati pericolosi in sole sporadiche azioni, ma soprattutto hanno cercato di innervosire l'incontro, con un gioco a tratti falloso e intimidatorio.

Il goi di Cacciamani illumina il Menti

Dopo aver sfiorato il vantaggio con Candellone, la Juve Stabia passa meritatamente al 38'. L'azione è un mix di caparbietà e tecnica: Cacciamani, al suo secondo gol in campionato, si inventa un numero sulla fascia sinistra, saltando l'avversario e scaricando un gran sinistro sotto la traversa che fa impazzire la difesa e il portiere del Palermo, Joronen, per l'esplosione di gioia del Menti.

Nella ripresa, ci si aspettava una reazione veemente del Palermo, ma la formazione di Inzaghi, nonostante i cambi, non è mai riuscita a creare pericoli concreti. Anzi, sono ancora le "Vespe" a sfiorare il raddoppio con una traversa colpita da Giorgini su azione da calcio d'angolo.

Il nervosismo rosanero culmina nel finale, quando Ranocchia viene allontanato anzitempo dal campo per somma di ammonizioni, lasciando i suoi in dieci e facilitando il controllo del match da parte dei padroni di casa.

Con questa vittoria importantissima, la Juve Stabia vola in classifica e, grazie anche ad una gara da recuperare, si riporta in piena zona play-off, a ridosso delle prime posizioni. Il successo non solo porta tre punti, ma infonde grande fiducia nella squadra di Ignazio Abate per il bel gioco espresso e per la mentalità dimostrata.

Ora, testa e cuore sono già proiettati al prossimo impegno casalingo, il recupero contro il Bari, per confermare il momento magico e sognare in grande.

Arzano, Puc: il parere positivo è solo un illusione. L'affondo del consigliere Luigi De Rosa

Arzano -  "Stiamo assistendo con toni trionfalistici di un presunto “parere positivo” della Città Metropolitana sul Piano Urbanistico Comunale. Ma la verità è un’altra, e dobbiamo dirla con chiarezza: il PUC non è stato promosso. È stato bocciato tecnicamente", spiega De Rosa.

E poi aggiunge: "Sì, avete capito bene. Dietro le parole “parere positivo” si nasconde un documento che, nero su bianco, dice tutt’altro: Il Piano, così com’è, non è approvabile. Le osservazioni dei tecnici non sono dettagli minori, ma macigni che obbligano a una revisione radicale. Il PUC voleva portare gli standard urbanistici a 23 metri quadrati per abitante, quando la legge (DM 1444/68) ne consente al massimo 18. Questo non è un semplice errore tecnico: è una violazione di legge.

La Città Metropolitana impone di tornare al limite corretto, bloccando l’espansione edilizia incontrollata e difendendo gli spazi verdi. È una vittoria per chi crede in una città vivibile, con parchi, orti urbani e aree pubbliche, non solo palazzi e cemento".

De Rosa chiede ad alta voce di mettere giù le mani dall'area agricola.
"Il Piano prevedeva di urbanizzare l’unica zona agricola periurbana rimasta, quella dell’ATS n. 35. Una scelta assurda, in un territorio già saturo di costruzioni. La Città Metropolitana è stata chiarissima: quella previsione va cancellata o radicalmente rivista.

Quell’area deve essere preservata come patrimonio ambientale e produttivo della nostra comunità, non sacrificata sull’altare della speculazione". Il consigliere denuncia anche il caos delle mappe e delle carte.

"Persino le cartografie del PUC sono confuse e contraddittorie: un’area risulta parcheggio in un documento e verde attrezzato in un altro; mancano fasce di rispetto, mancano ambiti territoriali fondamentali.

È un piano incoerente, tecnicamente fragile e giuridicamente esposto.
Un piano così non può guidare il futuro della paese". "La nota della Città Metropolitana- prosegue- non è un via libera. È una bocciatura tecnica condizionata.

Coerenza Subordinata = Incoerenza Attuale: La Città Metropolitana ha scritto chiaramente che il PUC si riterrà coerente solo "subordinatamente al superamento dei rilievi". Questo significa che, ad oggi, il Piano non è coerente con le strategie sovracomunali, e il parere ha l'effetto pratico di un veto tecnico sulla versione attuale.

Rischio di Stallo Permanete: Se l'Amministrazione non fa le modifiche sostanziali richieste e cerca di approvare il Piano così com'è, l'atto deliberativo sarebbe esposto a un rischio di invalidità per carenza del requisito di coerenza. Il risultato è un Piano adottato ma inoperativo, condannando la città a un prolungato stallo urbanistico".

Ora la palla torna al Comune di Arzano. E la domanda è semplice dice De Rosa: "vogliamo continuare sulla strada del cemento, delle forzature e delle illusioni,oppure vogliamo riscrivere un piano che metta al centro ambiente, legalità e qualità della vita? Noi diciamo basta agli annunci ingannevoli.Basta alle scorciatoie.

Arzano merita un PUC vero, legittimo e sostenibile — non un documento respinto travestito da successo.La verità non si cancella con la propaganda.Si affronta, con serietà e con coraggio politico".

Napoli, “Mergellina non si tocca”: l’ex presidente della Commissione Ambiente contro l'ampliamento

Napoli - Carmine Attanasio, ambientalista di lungo corso ed ex presidente della Commissione Ambiente del Comune di Napoli, interviene con toni durissimi contro il progetto di ampliamento del porticciolo di Mergellina.

«Non solo non va allargato: va eliminato», afferma, denunciando quello che definisce «un disegno folle» capace di compromettere una delle immagini più riconoscibili della città.
Attanasio richiama “tutte le forze sane di Napoli” – dal mondo politico a quello culturale – a opporsi a un intervento che, secondo lui, risponderebbe non alle esigenze della cittadinanza, ma a interessi privati legati al mercato degli ormeggi di lusso.

«I posti barca non sono un bisogno della città, ma di una ristretta élite che paga cifre fino a diecimila euro l’anno, alimentando un business che nulla ha a che vedere con il bene pubblico», sostiene.

L’ex consigliere propone invece una soluzione alternativa: la delocalizzazione delle strutture nautiche dietro Castel dell’Ovo, dove si potrebbe realizzare un porto turistico moderno, elettrificato e di dimensioni maggiori, capace di conciliare diportismo e sviluppo senza compromettere il paesaggio. «Sarebbe un porticciolo d’eccellenza, a due passi da Piazza del Plebiscito e dagli alberghi storici. La scelta più logica e sostenibile», spiega.

Per Mergellina, Attanasio immagina un futuro opposto rispetto a quello delineato dal progetto di ampliamento: pedane balneabili, recupero della spiaggetta di Largo Sermoneta e apertura del mare ai cittadini, non solo ai proprietari di imbarcazioni. La proposta si accompagna a un’altra iniziativa: l’istituzione di un’area marina protetta da Castel dell’Ovo fino a Nisida, con un limite di trecento metri dalla costa.

«Una misura che migliorerebbe la qualità delle acque e aumenterebbe la sicurezza di bagnanti e sportivi». Attanasio invita infine a sostenere la petizione popolare già in circolazione in città a favore della tutela del litorale. «Napoli non può rimanere in silenzio davanti a uno scempio annunciato. Il mare deve tornare ai napoletani».

Nasce a Forcella “Radio On the Road”: la voce di strada dei giovani di Napoli

Napoli – Dalla periferia al cuore antico di Napoli, il linguaggio della radio torna a essere strumento di comunità e riscatto. Lunedì 10 novembre, al Parco San Laise (ex Base Nato di Bagnoli), si terrà la prima giornata del progetto “On the Road Next Generation”, promosso dalla parrocchia di San Giorgio Maggiore di Forcella, che segna la nascita ufficiale di una nuova emittente: Radio On the Road.

L’iniziativa, finanziata interamente grazie a un bando della Fondazione Campania Welfare della Regione Campania, mira a formare giovani napoletani nelle tecniche di comunicazione radiofoniche e audiovisive, con un percorso che unisce inclusione sociale e innovazione digitale.

Il programma prevede corsi su storia della radio, utilizzo pratico delle apparecchiature, dizione, software per la diretta e post-produzione, con la partecipazione di professionisti e imprese del settore dei media. L’obiettivo è fornire competenze concrete a ragazzi che potranno poi entrare a far parte del team della nuova emittente nata nel cuore di Forcella, all’interno della comunità parrocchiale.

“Sarà la voce di strada di Napoli – spiegano gli organizzatori – una radio che trasmetterà sul web e in app, 24 ore su 24, alternando musica, informazione e spazi autogestiti dedicati al volontariato e alle associazioni. Racconterà le storie dei quartieri, partendo dagli ultimi, dai disagi sociali e giovanili”.

Nella giornata inaugurale saranno protagonisti gli studenti degli istituti ITI Augusto Righi, IIS Vittorio Emanuele e ITT Marie Curie di Ponticelli, già coinvolti in percorsi di PCTO legati alle competenze radiofoniche e audiovisive.

Con “Radio On the Road”, la voce dei giovani di Napoli trova finalmente una frequenza tutta sua: un segnale che attraversa la città, unendo tecnologia, passione e partecipazione civile.

È morto Peppe Vessicchio, il maestro che ha fatto cantare l’Italia

roma– È morto Peppe Vessicchio, uno dei volti più amati della musica italiana. Il celebre direttore d’orchestra e arrangiatore si è spento oggi all’età di 69 anni all’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni per gravi complicazioni.

La notizia è stata confermata dall’ufficio stampa del nosocomio, che ha ribadito la volontà della famiglia di mantenere il massimo riserbo. I funerali si terranno in forma privata.

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Giuseppe Vessicchio – per tutti Peppe – è stato uno dei protagonisti assoluti della musica leggera italiana. Direttore d’orchestra, arrangiatore, musicista e volto televisivo, Vessicchio aveva saputo unire il rigore della musica colta alla leggerezza della canzone popolare, conquistando generazioni di spettatori con il suo garbo e la sua ironia.

Dalla Napoli degli esordi ai grandi nomi della musica italiana

Cresciuto artisticamente nella sua città, Vessicchio aveva mosso i primi passi collaborando con artisti come Edoardo Bennato, Nino Buonocore, Peppino di Capri, Peppino Gagliardi e Lina Sastri, firmando arrangiamenti entrati nella storia della musica leggera. Fondamentale la lunga collaborazione con Gino Paoli, con cui aveva scritto brani come Ti lascio una canzone, Cosa farò da grande e Coppi.

In gioventù era stato anche tra i fondatori del gruppo cabarettistico “I Trettré”, del quale curava la parte musicale, suonando chitarra e pianoforte. Ma la sua vera passione restava la direzione d’orchestra, che lo avrebbe portato presto sul palcoscenico più importante della musica italiana.

Il “maestro” di Sanremo

Il suo debutto al Festival di Sanremo risale al 1990. Da allora, la sua figura elegante e la barba inconfondibile sono diventate un simbolo stesso della kermesse. In oltre trent’anni di carriera sanremese, Vessicchio ha diretto centinaia di brani e vinto quattro edizioni: nel 2000 con Sentimento degli Avion Travel, nel 2003 con Per dire di no di Alexia, nel 2010 con Per tutte le volte che di Valerio Scanu e nel 2011 con Chiamami ancora amore di Roberto Vecchioni.

Più volte premiato come miglior arrangiatore (nel 1994, 1997 e 1998), nel 2000 aveva ricevuto anche il riconoscimento speciale della giuria presieduta da Luciano Pavarotti.

Tra televisione e insegnamento

Parallelamente alla carriera di direttore d’orchestra, Vessicchio aveva partecipato a numerosi programmi televisivi, da Buona Domenica a Viva Napoli, fino a Note di Natale. Negli ultimi anni era tornato alla ribalta grazie alla sua presenza nel talent “Amici” di Maria De Filippi, dove aveva seguito e formato giovani cantanti, diventando una figura di riferimento anche per le nuove generazioni.

Con la sua competenza e il suo stile pacato, Peppe Vessicchio ha saputo incarnare un’idea di musica fatta di passione, cultura e rispetto per il pubblico. La sua scomparsa lascia un grande vuoto nel panorama artistico italiano, ma la sua voce — quella silenziosa del maestro che accompagna senza mai sovrastare — continuerà a risuonare in ogni nota della nostra musica.

Manfredi archivia l'era De Luca: "Ora rinnovamento con Fico". E sfida la Meloni: "In Campania vinceremo"

Napoli – Un'investitura piena e una rottura netta con il passato. A margine del Congresso nazionale dei Giovani Democratici, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, traccia una linea invalicabile tra la stagione politica che si sta chiudendo e quella che sta per aprirsi in Campania.

Interrogato sul futuro del presidente uscente Vincenzo De Luca e sulla possibilità che possa agire come un "governatore ombra", Manfredi è categorico: "C'è stata una stagione e ora c'è un rinnovamento".

Il nome per questo nuovo capitolo è quello di Roberto Fico, indicato dal sindaco come il prossimo presidente della Regione. "Avremo un presidente fortemente legittimato dal voto e capace di governare bene la Campania", ha dichiarato Manfredi, chiudendo di fatto le porte a qualsiasi ipotesi di continuità o di influenza da parte della precedente amministrazione. L

e parole del primo cittadino napoletano, pronunciate in un contesto politicamente significativo come l'assemblea giovanile del partito, suonano come la formalizzazione di un passaggio di consegne all'interno del centrosinistra campano.

Ma lo sguardo di Manfredi non è rivolto solo agli equilibri interni. Il sindaco risponde direttamente alla premier Giorgia Meloni, che nei giorni scorsi aveva definito la Campania una regione "contendibile" per il centrodestra nelle prossime elezioni regionali. "Penso che la Campania sia fortemente radicata nel centrosinistra, nel campo largo", ha affermato con sicurezza. "I dati che abbiamo sono molto positivi, vedo veramente un grande consenso".

La fiducia del sindaco si traduce in una previsione netta sull'esito elettorale: "La democrazia è fatta di competizione, quindi, alla fine vinceremo e vinceremo molto bene". Un messaggio di ottimismo e di forza, volto a compattare la coalizione e a respingere l'offensiva politica degli avversari. "Il campo largo vince, quindi, questo è quello che a noi fa piacere", ha concluso Manfredi, ribadendo la convinzione che l'alleanza progressista non solo resisterà, ma si imporrà con un risultato chiaro.

Cambio al vertice nelle carceri napoletane: Marcello a Secondigliano, Russo passa a Poggioreale

Napoli - Da lunedì prossimo il carcere di Secondigliano avrà un nuovo direttore. Si tratta del dottor Gianfranco Marcello, figura di grande esperienza nell'amministrazione penitenziaria italiana, che prende il posto della dottoressa Giulia Russo, destinata alla direzione del penitenziario di Poggioreale.

La notizia è stata accolta con soddisfazione dalla segreteria regionale dell'OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), guidata da Vincenzo Palmieri, che ha rivolto auguri di buon lavoro a entrambi i dirigenti per i nuovi incarichi.

Un curriculum di alto profilo

Il dottor Marcello porta con sé un bagaglio professionale di primo piano, maturato in decenni di servizio presso istituti penitenziari di rilevanza nazionale. Ha diretto gli istituti di Alba, Foggia, Ivrea, Ariano Irpino e Benevento, e ha retto temporaneamente numerose strutture tra cui quelle di Aosta, Asti, Avellino, Aversa, Biella, Carinola, Fossano, Lucera, Saluzzo, Sant'Angelo dei Lombardi, Vercelli, Torino e Verbania.

Questa esperienza viene considerata dall'OSAPP un presupposto ideale per gestire con competenza manageriale un penitenziario complesso come Secondigliano, che continua a presentare criticità nonostante l'impegno profuso dalla direttrice uscente Giulia Russo.

L'auspicio del sindacato

Nella nota ufficiale, il segretario regionale Palmieri ha sottolineato l'importanza di instaurare un rapporto basato su ascolto, dialogo e cooperazione tra la nuova direzione e l'organizzazione sindacale. L'obiettivo è affrontare insieme le problematiche del sistema penitenziario campano, perseguendo risultati di interesse comune per la sicurezza degli operatori e la gestione dei detenuti.

Gli auguri di buon lavoro sono stati estesi anche dalla segreteria locale e provinciale OSAPP di Napoli, che seguirà con attenzione l'avvio della nuova gestione in entrambi gli istituti napoletani.

Esplosione nella notte nel Sannio: assalto all’Atm della Credem, paese svegliato dal boato

San Bartolomeo in Galdo – Un’esplosione ha squarciato il silenzio della notte nel centro del paese sannita, dove un gruppo di malviventi ha fatto saltare in aria lo sportello bancomat della filiale Credem. Il colpo, avvenuto intorno alle tre, è stato portato a termine con modalità militari: pochi minuti per piazzare l’esplosivo, azionarlo e fuggire con il contante.

L’onda d’urto ha distrutto parte dell’ingresso della banca e danneggiato alcune vetrine vicine, seminando paura tra i residenti svegliati dal fragore. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Bartolomeo in Galdo e gli artificieri, impegnati nei rilievi e nella ricostruzione dell’accaduto.

Le forze dell’ordine stanno acquisendo le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto, mentre resta ancora da quantificare l’ammontare del bottino. Gli investigatori non escludono che la banda possa essere la stessa responsabile di altri assalti analoghi nella provincia di Benevento nelle ultime settimane.

Mondragone, domiciliari? Una "passeggiatina" notturna per il 63enne

Mondragone – La detenzione domiciliare, per lui, era solo un’opzione. Un uomo di 63 anni, noto alle forze dell’ordine come pregiudicato, ha pensato bene di violare gli obblighi che il regime gli imponeva, ma i Carabinieri gli hanno ricordato che le regole non sono un dettaglio.

Nella notte, a Mondragone, nella frazione di Pescopagano, i militari della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale hanno fatto irruzione in un’evasione “in punta di piedi”. L’uomo, che avrebbe dovuto scontare una misura cautelare nella propria abitazione per un altro reato, è stato sorpreso e identificato all’esterno della sua residenza, lontano dal luogo in cui la legge gli imponeva di rimanere.

Nessuna giustificazione, nessun motivo valido che potesse autorizzarne l’allontanamento. I Carabinieri, durante un servizio di controllo del territorio, lo hanno deferito in stato di libertà per il reato di evasione. Una denuncia che si aggiunge al già pesante fardello giudiziario del 63enne.

Un episodio che dimostra l’attenzione costante delle forze dell’ordine sul rispetto delle misure cautelari e la loro capacità di intervenire per fermare chi, nonostante le restrizioni, continua a violare la legge. Per il 63enne, quella "passeggiatina" notturna si è trasformata in un nuovo, serio guaio giudiziario.

Carrello elevatore a buon prezzo? Era una truffa: 52enne denunciato ad Avellino

Un’offerta allettante sul marketplace di Facebook si è rivelata una beffa per un cittadino di Avellino. Un 52enne della provincia di Brescia è stato denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Solofra per truffa, dopo aver incassato 3.000 euro senza mai consegnare il carrello elevatore promesso.

La vicenda è nata quando la vittima, alla ricerca di un mezzo per il proprio lavoro, ha trovato sul noto social network un annuncio che sembrava troppo vantaggioso per essere vero: un carrello elevatore a prezzo stracciato. Convinto dall’offerta, ha proceduto al pagamento, ma una volta accreditata la somma, il venditore è sparito nel nulla.

I Carabinieri della Radiomobile di Solofra, attivati dalla denuncia, hanno avviato una serie di accertamenti che hanno permesso di risalire all’identità del truffatore. Grazie alle tracce digitali e alle indagini condotte, il 52enne è stato individuato e deferito alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato di truffa.

L’episodio ricorda l’importanza di prestare attenzione agli acquisti online, soprattutto quando si tratta di beni di valore e transazioni tra privati. Le forze dell’ordine invitano a diffidare di offerte troppo convenienti e a verificare sempre l’affidabilità del venditore prima di effettuare pagamenti anticipati.

Aversa e Frignano, blitz notturno: tre denunce, due segnalati e decine di multe

Nella serata di ieri, 7 novembre, i Carabinieri della Compagnia di Aversa hanno messo in campo un servizio straordinario di controllo del territorio nei comuni di Aversa e Frignano, con l’obiettivo di contrastare reati e violazioni al Codice della Strada. Il bilancio è pesante: tre persone denunciate, due segnalate alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti e numerose sanzioni amministrative.

Tra i casi più eclatanti, un 20enne di Aversa è stato sorpreso alla guida di un’auto senza aver mai conseguito la patente, con recidiva nel biennio. Un 18enne di Lusciano, invece, è stato trovato con una patente di guida falsa, mai registrata nell’anagrafica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e sanzionato per guida senza patente.

Nel corso delle perquisizioni, un 26enne di Villa Literno è stato denunciato per possesso di un coltello a serramanico, mentre un 60enne di Castel Volturno e un 22enne di Sant’Antimo sono stati segnalati alla Prefettura per detenzione di complessivi 5,85 grammi di hashish.

I militari hanno elevato 21 contravvenzioni per infrazioni come mancata copertura assicurativa, guida senza patente, senza casco o senza cintura di sicurezza. Sono stati sottoposti a sequestro amministrativo due veicoli e uno a fermo, per un totale di sanzioni pari a 13.994 euro. Durante il servizio sono state controllate 80 persone e 46 veicoli.

L’operazione conferma la presenza costante dei Carabinieri sul territorio, con l’obiettivo di garantire sicurezza e rispetto delle norme.

Napoli, la metro diventa un portale d'arte: inaugura la "bocca" di Anish Kapoor a Monte Sant'Angelo

NapolI – Immaginate di varcare la soglia di una metropolitana non come un semplice pendolare, ma come un esploratore che si addentra in una caverna primordiale, avvolto da bocche giganti che sussurrano segreti d'arte contemporanea. È questa l'esperienza che attende i napoletani – e i visitatori – a partire da lunedì 10 novembre, con l'inaugurazione ufficiale della stazione di Monte Sant'Angelo sulla nuova Linea 7 della Metropolitana di Napoli.

Realizzata dal colosso italiano Webuild, l'opera non è solo un nodo di trasporti, ma un'icona delle celebri "Stazioni dell'Arte" partenopee, firmata dall'artista di fama mondiale Anish Kapoor.Progettata per EAV (Ente Autonomo Volturno), la stazione rappresenta l'ennesimo tassello nel mosaico infrastrutturale del Sud Italia che Webuild sta tessendo con mano ferma: un impegno da circa 15 miliardi di euro in appalti, che include ben 14 fermate sulla rete metropolitana napoletana.

Tra queste, spiccano già le leggende come Toledo – premiata in tutto il mondo per il suo design ipogeo – Università, Dante, Museo e Materdei. Ma Monte Sant'Angelo eleva il concetto a un livello quasi mitologico, intrecciando funzionalità urbana e provocazione artistica in un abbraccio sotterraneo.

Al cuore della stazione, due installazioni monumentali di Kapoor dominano gli ingressi: una al campus dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, l'altra nel vivace quartiere di Rione Traiano.

Si tratta di sculture ciclopiche a forma di bocca spalancata, che "ingloba" i passanti in un gesto fluido e immersivo, quasi un invito a rinascere attraverso l'arte. "Queste opere non sono decorazioni: sono portali che sfidano la percezione, trasformando il transito quotidiano in un rituale", ha commentato un portavoce di Webuild, sottolineando come l'artista – noto per le sue riflessioni su vuoto e infinito, da "Cloud Gate" a Chicago a "Orbit" a Londra – abbia qui reinterpretato l'essenza stessa di Napoli: un vulcano di emozioni pronte a eruttare.

Sotto terra, l'ambiente si fa antro carsico: un unico livello che scende dolcemente, con pareti rivestite in roccia naturale che evocano le viscere del Vesuvio. Scale mobili e ascensori inclinati – omaggio alle storiche funicolari della città – accompagnano i viaggiatori alle banchine, dove i primi treni della Linea 7 inizieranno a sfrecciare tra Monte Sant'Angelo e Soccavo.

Non è solo estetica: questa apertura attiva un'interconnessione vitale con la Circumflegrea, rendendo il nodo di Montesanto un hub polifunzionale. Da qui, un colpo di pedale (o di rotaia) collega al centro storico via Cumana e funicolare per il Vomero, o alle Linee 1 e 2 per Piazza Dante e Toledo. In un'area ad alta densità come Rione Traiano, dove il traffico privato soffoca le strade, questa è una boccata d'ossigeno per la mobilità sostenibile: meno auto, più connessioni, più vita.

Per i 30mila studenti del polo universitario Federico II, l'impatto è immediato: il campus, finora isolato ai margini occidentali della città, diventa un'estensione pulsanti del cuore napoletano. "È un ponte tra sapere e bellezza", spiega un rappresentante dell'ateneo, che vede nella stazione un catalizzatore per l'ecosistema accademico. E mentre i treni partono, Napoli conferma il suo status di capitale dell'arte applicata: dopo i mosaici di Sol LeWitt e le luci di Rebecca Horn nelle altre "Stazioni dell'Arte", Kapoor aggiunge un capitolo dark e magnetico, dove l'underground non è più sinonimo di fretta, ma di meraviglia

.L'inaugurazione di lunedì – con un evento su invito che mescola arte, musica e testimonianze locali – segna un passo avanti per la Regione Campania, che sotto la guida di EAV punta a un sistema di trasporti all'avanguardia entro il 2030. Webuild, dal canto suo, guarda già oltre: con progetti simili in Sicilia e Puglia, il Gruppo non costruisce solo binari, ma futuri. Per i napoletani, però, Monte Sant'Angelo è di più: è la prova che sotto i piedi della città ribolle un'energia inesauribile, pronta a inghiottirvi – e a sputarvi fuori – trasformati.

Inseguimento notturno a Casapulla: 18enne spacciatore fugge sull'scooter della madre

Casapulla – Una notte di ordinaria illegalità si è conclusa con una denuncia per un diciottenne di Casagiove, finito nel mirino dei carabinieri della Stazione di San Prisco durante un'operazione antidroga nel comune casertano.

Il giovane, sorpreso mentre cedeva sostanze stupefacenti a un acquirente, ha tentato una fuga rocambolesca a bordo di uno scooter intestato alla madre, innescando un breve ma concitato inseguimento per le vie di Casapulla.

Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma, il ragazzo aveva appena consegnato quattro dosi di hashish – per un peso totale di 3,7 grammi – quando è stato notato dai carabinieri in servizio di controllo del territorio. All'alt imposto dalle forze dell'ordine, invece di fermarsi, ha accelerato nel tentativo di dileguarsi nella notte.

La fuga, però, è durata pochi minuti. I carabinieri, dopo un rapido inseguimento, sono riusciti a raggiungerlo e bloccarlo, impedendo ulteriori rischi per la sicurezza stradale. Addosso al diciottenne è stata rinvenuta e sequestrata la droga destinata allo spaccio.

Il giovane è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. Le indagini proseguono per verificare l'eventuale esistenza di una rete di distribuzione più ampia nel territorio.

Montecalvario, blitz della Polizia: sequestrati due chili di marijuana e mezzo chilo di cocaina

Blitz della Polizia di Stato questa mattina nel quartiere Montecalvario, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Gli agenti della Squadra Mobile, con il supporto del Commissariato Montecalvario, del Reparto Prevenzione Crimine Campania e delle Unità Cinofile dell’Ufficio Prevenzione Generale, hanno eseguito una serie di perquisizioni mirate alla ricerca di armi e droga.

Nel corso delle operazioni, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato circa due chilogrammi di marijuana, mezzo chilo di cocaina, un panetto di hashish e numerose dosi di sostanze stupefacenti già confezionate e pronte per la vendita al dettaglio. Recuperato anche diverso materiale utilizzato per il confezionamento.

L’intervento rientra nel più ampio dispositivo di prevenzione e contrasto dei reati in materia di armi e stupefacenti predisposto dalla Questura di Napoli. L’obiettivo è rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio e garantire maggiore sicurezza ai cittadini in una delle aree più sensibili del centro cittadino.

Napoli, blitz al "Connolo": sequestrati 9 chili di droga nel regno del boss Luciano Barattolo

Napoli - L'azione, scattata nella giornata di ieri, ha visto in campo gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, supportati dai poliziotti dei Commissariati di zona (Poggioreale, Vasto-Arenaccia, Vicaria-Mercato, Ponticelli), dal Reparto Cinofili e dal Reparto Prevenzione Crimine Campania.

Il blitz si è concentrato nell'area del rione Sant’Alfonso, meglio noto come “Connolo”, con l'esecuzione di numerose perquisizioni. Quella è una zona controllato dal giovane bioss Luciano Barattolo, ex reggente del clan Mazzarella fino al suo ultimo arresto.

La scoperta nel covo del 66enne

Fulcro dell'operazione è stato l'arresto di un 66enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine. Gli agenti lo hanno fermato per detenzione ai fini di spaccio. La svolta è arrivata all'interno della sua abitazione, dove è stata rinvenuta la chiave di un secondo appartamento, situato sullo stesso pianerottolo. È qui che il 'bottino' si è fatto consistente: circa 4 kg tra marijuana e hashish, insieme a un bilancino di precisione.

Dall'abitazione al locale commerciale

Le indagini non si sono fermate: ritenendo che l'indagato potesse nascondere altro, gli agenti hanno esteso i controlli a un locale commerciale in suo uso, rinvenendo un secondo bilancino di precisione, a riprova della fiorente attività di spaccio.

Il servizio di controllo sull'area, a cui ha partecipato anche personale dei Vigili del Fuoco per l'accesso a locali potenzialmente occlusi o pericolanti, ha permesso di recuperare e sequestrare altri circa 5 kg di stupefacenti, tra cui hashish, marijuana e cocaina, oltre a un vasto campionario di materiale per il confezionamento. Complessivamente, oltre 9 chili di droga sono stati sottratti alle piazze di spaccio.

L'arrestato è ora a disposizione dell'Autorità Giudiziaria per il reato di detenzione ai fini di spaccio.

Il ruolo decisivo dei Cinofili: il "Naso" che non sbaglia

La presenza del Reparto Cinofili non è mai casuale in un sequestro di queste dimensioni. I circa 9 kg di sostanze stupefacenti recuperate non erano esposte, ma abilmente occultate.

Rilevamento Mirato: I cani antidroga (spesso pastori tedeschi, labrador o border collie addestrati) hanno la capacità di fiutare sostanze stupefacenti anche in luoghi ermetici, intercapedini, doppi fondi o, come nel caso del rione Sant'Alfonso, in nascondigli di fortuna nelle aree comuni o in pertinenze esterne.

Velocità ed Efficacia: L'intervento dei Cinofili ha permesso di accelerare notevolmente le perquisizioni nell'area di "Connolo", un contesto notoriamente complesso e denso di possibili nascondigli. Senza di loro, la ricerca dei 5 kg extra sequestrati nell'area circostante l'abitazione sarebbe stata molto più lunga e meno fruttuosa.

Camorra, oltre due secoli di carcere al clan del nuovo boss vesuviano Dario Federico. Tutte le condanne

Una rete criminale giovane ma radicata, capace di inserirsi negli spazi lasciati dal declino dei vecchi clan dell’area vesuviana. È l’immagine che emerge dalla sentenza del Gup Rossi del Tribunale di Salerno, che ha definito il primo grado del processo ai presunti membri del gruppo camorristico autodefinitosi “Famiglia”, attivo tra Scafati, Boscoreale e Castellammare di Stabia, con a capo Dario Federico originario della periferia di Pompei.

Quattro anni di attività, un’espansione criminale rapida e una rete costruita su vincoli di sangue e fedeltà. Il giudice per l’udienza preliminare Rossi ha pronunciato le condanne in rito abbreviato, infliggendo complessivamente quasi due secoli di reclusione, rispetto ai 323 anni richiesti dal pm Rocco Alfano per i 23 imputati.

Il gruppo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe esercitato il controllo del territorio attraverso un sistema di estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi, con modalità tipiche delle organizzazioni di stampo mafioso. Un clan “a conduzione familiare”, come lo definisce l’accusa, non solo per i legami parentali tra alcuni imputati, ma per la struttura piramidale che vedeva al vertice il 49enne Dario Federico, originario di Boscoreale e già condannato nel 2007 come promotore di associazione mafiosa.

Federico, dopo un periodo di latitanza, sarebbe riuscito – secondo la DDA – a insediarsi a Scafati approfittando del vuoto di potere lasciato dai gruppi storici Loreto/Ridosso e Matrone/Buonocore. Al suo fianco, il 47enne scafatese Salvatore Di Paolo, figura di riferimento nelle dinamiche operative. Il gruppo avrebbe inoltre potuto contare sull’approvvigionamento di armi da parte di Domenico Tamarisco, coinvolto nell’inchiesta ma condannato solo per il reato di detenzione di armamento.

L’indagine – culminata in un blitz di carabinieri e Guardia di Finanza nel febbraio 2024 – ha ricostruito episodi di estorsione, tra cui uno ai danni di un imprenditore attivo nella zona di Marina di Stabia. Il controllo del territorio sarebbe stato così saldo da consentire al clan di intervenire come “arbitro” nei conflitti interni ad altri gruppi criminali, regolando confini e punendo sconfinamenti.

L’inchiesta ha ricostruito un sistema basato su estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, accaparramento delle piazze di vendita, controllo del territorio e disponibilità di armi da fuoco, alcune delle quali fornite – secondo la Procura – dal boss torrese Domenico “Tamarisco” Nardiello.

La DDA sottolinea come il gruppo fosse arrivato a giocare un ruolo di “regolatore” tra i diversi cartelli criminali operanti nell’area, capace di dirimere conflitti e stabilire confini tra zone di influenza. Tra gli episodi contestati c’è anche un’estorsione ai danni di un imprenditore legato al porto turistico di Marina di Stabia.

In totale, la richiesta dell’accusa ammontava a 323 anni di reclusione per 23 imputati. La sentenza pronunciata in rito abbreviato ha invece portato a quasi due secoli di condanne complessive, anche in virtù del fatto che per molti non è stata riconosciuta l’aggravante dell’associazione mafiosa.

Non per tutti gli imputati è stata riconosciuta l’aggravante mafiosa, determinando pene inferiori rispetto alle richieste della Procura

Elenco delle condanne

Dario Federico – 20 anni di reclusione
Salvatore Di Paolo – 20 anni di reclusione
Renato Sicignano – 20 anni di reclusione
Raffaele Forte – 20 anni di reclusione
Immacolata Orlando – 18 anni e 4 mesi
Corrado Grimaudo – 13 anni (in continuazione)
Vincenzo Orlando – 11 anni
Giuseppe Di Dato (collaboratore di giustizia) – 8 anni
Raffaele Nappo – 6 anni e 8 mesi
Daniel Grimaudo – 5 anni
Domenico “Tamarisco” Nardiello – 2 anni e 8 mesi (a fronte della richiesta di 8 anni)
Gianluca Tortora – 2 anni
Altri imputati – condanne poco superiori a 24 mesi

Naples Calls for Ideas: a Napoli torna l’innovazione che parla giovane

Sabato 15 novembre 2025, l’Università Federico II di Napoli – nella suggestiva Aula Magna del Campus di San Giovanni a Teduccio – ospiterà la terza edizione di Naples Calls for Ideas, l’iniziativa ideata e promossa da 081 Stand for Naples per sostenere e valorizzare l’imprenditorialità giovanile e l’innovazione del territorio partenopeo.

L’evento, ormai un appuntamento atteso da startup, studenti, investitori e operatori del settore creativo e tecnologico, rappresenta un laboratorio di idee dove i giovani talenti possono confrontarsi, raccontare i propri progetti e immaginare insieme il futuro dell’economia napoletana.

Un programma dedicato al futuro

La giornata si aprirà con il pitch delle startup finaliste, che presenteranno i propri progetti davanti alla giuria composta da esperti del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale.

Seguirà la tavola rotonda “Costruire il futuro dell’innovazione napoletana”, moderata dal Prof. Antonio Pescapè, docente dell’Università Federico II e voce di riferimento nel dibattito sull’ecosistema digitale campano.
A conclusione, la premiazione della startup vincitrice, un momento simbolico ma anche concreto di incoraggiamento a chi scommette sulla creatività e sul cambiamento.

Ospiti e testimonianze

L’edizione 2025 vedrà la partecipazione di Giada Filippetti Della Rocca, Vincenzo Falcone, Nicola Nazareno Pirozzi, Giada Cancellario e Alice Cancellario, personalità che con i loro percorsi professionali incarnano l’energia e la capacità innovativa di Napoli.
Le loro testimonianze offriranno uno sguardo autentico su come la passione e il talento possano trasformarsi in impresa, contribuendo alla crescita culturale ed economica della città.

Un ecosistema che cresce

Naples Calls for Ideas non è solo una competizione, ma un segnale di vitalità per una città che continua a credere nel valore delle sue idee e nel potere della collaborazione.
Attraverso il dialogo tra università, giovani, aziende e istituzioni, Napoli conferma la sua vocazione a essere un polo di innovazione nel Sud Italia, dove tradizione e futuro si incontrano.

L’evento è in programma nell’Aula Magna del Campus di San Giovanni a Teduccio (Corso Nicolangelo Protopisani 70).
Puoi prenotare il tuo posto gratuitamente alla seguente pagina.

Luciano Carotenuto

Napoli, al Monaldi ricostruito l'esofago di un paziente con un voluminoso tumore

Napoli– Tornerà presto alla sua vita di sempre, accanto ai propri cari, "Paolo" (nome di fantasia), il paziente affetto da un voluminoso tumore all'esofago salvato da un intervento chirurgico straordinario per complessità e tecnica. L'operazione, un'eccellenza della chirurgia pubblica, è stata eseguita all'Ospedale Monaldi dell'Azienda Ospedaliera dei Colli dall'équipe del professor Diego Cuccurullo.

L'innovativa procedura, un'esofagectomia totale mini-invasiva, è stata condotta interamente con l'ausilio del robot. La vera sfida, vinta dai chirurghi, è stata la ricostruzione dell'organo asportato: per farlo, il team ha "modellato" lo stomaco del paziente creando un tubo, poi trasferito nel torace per sostituire l'esofago malato.

Una tecnica di precisione che ha permesso a Paolo di riacquistare la propria normalità con un impatto fisico minimo: al termine dell'intervento, sul suo corpo sono rimaste solo piccolissime cicatrici per gli accessi robotici e una breve incisione al collo.

«Questo risultato è il frutto di standardizzazione, lavoro d'équipe e formazione continua», ha dichiarato il professor Cuccurullo, direttore della Chirurgia Generale del Monaldi. «La piattaforma robotica ci garantisce una precisione millimetrica, minore invasività, meno dolore post-operatorio e un recupero più rapido. Un intervento totalmente robotico su una massa così estesa conferma l'alto livello del nostro programma».

Il paziente, il cui decorso post-operatorio è regolare, è seguito da un'équipe multidisciplinare ed è già avviato verso un pieno recupero.

La Direttrice Generale dell'Azienda dei Colli, Anna Iervolino, ha sottolineato il valore dell'operazione: «Questo intervento si distingue per l'approccio totalmente robotico e le dimensioni del tumore trattato, elementi che lo rendono un caso di rilievo tecnico-scientifico. È un segno concreto della nostra visione: investire in tecnologie, competenze e organizzazione per garantire cure d'eccellenza nel Servizio Sanitario Pubblico».

Terrore a Boscotrecase: picchia la moglie e aggredisce i suoceri, poi dà fuoco all’auto del suocero

Boscotrecase -Ancora un caso di violenza domestica sfociato in una vera e propria escalation di brutalità. A Boscotrecase, i carabinieri della Stazione di Boscoreale hanno arrestato un uomo di 51 anni, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura.

L’uomo è gravemente indiziato di aver picchiato ripetutamente la moglie e i suoi suoceri, utilizzando anche oggetti come un tubo di acciaio e un mattone. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: lesioni aggravate, violenza privata, furto ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Le indagini sono scattate lo scorso luglio, dopo l’ennesima aggressione contro i familiari della moglie, da cui l’uomo era separato. Quella che sembrava una lite familiare si è rivelata, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, una campagna di violenze e intimidazioni.

Con il passare dei mesi, il comportamento del 51enne sarebbe diventato sempre più pericoloso e ossessivo. Dopo aver pedinato il suocero, avrebbe dato alle fiamme la sua auto, nel tentativo di colpire ancora una volta la famiglia della moglie.

A incastrarlo sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza, i referti medici delle vittime e il ritrovamento del tubo d’acciaio usato per le aggressioni. Elementi che hanno consentito agli inquirenti di raccogliere gravi indizi di colpevolezza e di ottenere la misura cautelare.

L’uomo è stato infine posto agli arresti domiciliari.

Un altro episodio che riaccende i riflettori sulla piaga della violenza di genere, che spesso si consuma tra le mura domestiche e, come in questo caso, travolge intere famiglie.

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