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Oroscopo del giorno: domenica 21 dicembre 2025-Previsioni di Paolo Tedesco

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Con l'arrivo del Solstizio d'Inverno, questa domenica invita a riflettere su cosa lasciare indietro e cosa abbracciare nel nuovo ciclo; le stelle offrono una guida, ma solo noi possiamo decidere il nostro cammino.

Usate questa domenica per radicarvi. Il Solstizio d'Inverno (avvenuto ieri) porta energia di nuovo inizio. Siate onesti con voi stessi su cosa volete portare nel nuovo ciclo e cosa invece lasciare andare. Le stelle non determinano il destino, ma illuminano il cammino. Sta a noi scegliere come percorrerlo.

Ariete (21 marzo - 20 aprile)

Amore: La Luna in Scorpione accentua la passione. Giornata di confronti intensi ma costruttivi con il partner. Single: attrazione magnetica con persone dal carattere forte.
Lavoro: Marte favorisce decisioni coraggiose. Ottimo per prendere iniziative, ma evita scontri con colleghi.
Salute: Energia alta, ma attenzione a tendiniti. Sport consigliato, ma con riscaldamento adeguato.
Finanze: Impulsi di spesa da controllare. Possibile piccolo guadagno inatteso.
Consiglio di Paolo Tedesco: Usa la tua carica per iniziare progetti, non per polemiche. Sii strategico, non impulsivo.

Toro (21 aprile - 20 maggio)

Amore: Venere in Capricorno favorisce stabilità. Per le coppie, momento per pianificare futuro. Single: interesse per persona affidabile.
Lavoro: Saturno chiede precisione. Giornata adatta per sistemare questioni arretrate o burocratiche.
Salute: Attenzione al sistema digerente. Pasti regolari e tranquilli sono essenziali.
Finanze: Situazione stabile. Buon momento per rinegoziare rate o fare budgeting.
Consiglio di Paolo Tedesco: La pazienza è la tua alleata. Non forzare i tempi, specialmente in amore.

Gemelli (21 maggio - 21 giugno)

Amore: Mercurio retrogrado può creare incomprensioni. Chiarisci subito i malintesi. Single: conversazioni stimolanti ma attenzione a chi sembra troppo perfetto.
Lavoro: Idee brillanti ma difficile concretizzarle oggi. Prendi appunti per svilupparle domani.
Salute: La mente è iperattiva. Tecniche di respirazione per calmare l'ansia.
Finanze: Piccole spese impulsive legate a tecnologia o libri. Tieni sotto controllo.
Consiglio di Paolo Tedesco: Ascolta più di quanto parli oggi. Scoprirai dettagli importanti.

Cancro (22 giugno - 22 luglio)

Amore: La Luna nel tuo opposto segno accentua bisogni emotivi. Comunicazione sincera con il partner. Single: potresti incontrare qualcuno attraverso amici di famiglia.
Lavoro: Sensibilità utile per lavori di squadra. Evita di prenderti carichi emotivi dei colleghi.
Salute: Attenzione a mal di testa da tensione. Un bagno caldo la sera sarà rigenerante.
Finanze: Spese familiari necessarie. Possibile regalo inaspettato.
Consiglio di Paolo Tedesco: Proteggi la tua energia emotiva. Non è egoismo, è necessario oggi.

Leone (23 luglio - 23 agosto)

Amore: Sole nel tuo settore sociale favorisce incontri. Coppie: uscite insieme con amici. Single: occhi puntati su di te.
Lavoro: Riconoscimenti possibili. La tua creatività impressiona superiori.
Salute: Attenzione alla postura. Non trascurare dolori alla schiena.
Finanze: Situazione solida. Possibile spesa per abbigliamento o oggetti di lusso.
Consiglio di Paolo Tedesco: Condividi i riflettori oggi. La generosità ti porterà più ammirazione.

Vergine (24 agosto - 22 settembre)

Amore: Mercurio retrogrado nel tuo settore sentimentale richiede chiarezza. Evita analisi eccessive. Single: potresti reincontrare un'ex conoscenza.
Lavoro: Giornata produttiva per lavori di dettaglio. Attenzione a comunicazioni scritte.
Salute: Stanchezza mentale. Una passeggiata nella natura ti ricaricherà.
Finanze: Buon momento per rivedere investimenti. Attenzione a spese mediche impreviste.
Consiglio di Paolo Tedesco: Lascia andare il perfezionismo oggi. L'80% fatto bene vale più del 100% mai completato.

Bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

Amore: Venere favorisce armonia. Per le coppie, momento romantico. Single: attrazione per qualcuno con buon gusto estetico.
Lavoro: Capacità diplomatiche utili per mediare conflitti. Progetti collaborativi vanno bene.
Salute: Equilibrio tra lavoro e riposo essenziale. Yoga o stretching consigliati.
Finanze: Spese per abbellire casa o acquisti estetici. Valuta bene prima di comprare.
Consiglio di Paolo Tedesco: Cerca il bello nelle piccole cose oggi. Ti ricentrerà.

Scorpione (23 ottobre - 22 novembre)

Amore: Luna nel tuo segno intensifica emozioni. Passione in primo piano. Single: fascino magnetico oggi.
Lavoro: Intuizioni finanziarie ottime. Attenzione a segreti di ufficio che potrebbero emergere.
Salute: Energia sessuale alta. Attenzione a stress accumulato.
Finanze: Possibili guadagni da investimenti. Ottimo per chiudere accordi.
Consiglio di Paolo Tedesco: Usa la tua profondità per scoprire verità nascoste, ma non manipolare.

Sagittario (23 novembre - 21 dicembre)

Amore: Giove favorisce ottimismo. Avventure romantiche possibili. Coppie: pianificate un viaggio insieme.
Lavoro: Idee visionarie ma difficoltà nella realizzazione pratica. Cerca alleati.
Salute: Bisogno di movimento. Sport all'aperto perfetto, ma attenzione a sforzi eccessivi.
Finanze: Spese per viaggi o formazione. Valuta se necessarie davvero.
Consiglio di Paolo Tedesco: Il tuo entusiasmo è contagioso oggi. Usalo per ispirare gli altri.

Capricorno (22 dicembre - 20 gennaio)

Amore: Sole nel tuo segno ti rende attraente. Coppie: momento di rinnovamento. Single: nuovi inizi possibili.
Lavoro: Ambizione al massimo. Giornata ideale per fissare obiettivi per l'anno nuovo.
Salute: Attenzione a ginocchia e ossa. Integratori di calcio utili.
Finanze: Situazione sotto controllo. Buon momento per pianificare budget annuale.
Consiglio di Paolo Tedesco: Tuo compleanno astrologico: pianta un seme simbolico oggi. Crescerà con te nell'anno nuovo.

Acquario (21 gennaio - 19 febbraio)

Amore: Urano accentua bisogno di libertà. Spiegati chiaramente con il partner. Single: attratto da persone non convenzionali.
Lavoro: Idee innovative ma forse troppo avanti per gli altri. Sii paziente.
Salute: Sistema nervoso sensibile. Limita caffeina e stimolanti.
Finanze: Possibili spese per tecnologia o cause umanitarie.
Consiglio di Paolo Tedesco: Le tue idee sono brillanti, ma aspetta qualche giorno per proporle.

Pesci (20 febbraio - 20 marzo)

Amore: Nettuno favorisce sogni romantici. Attenzione a illusioni. Coppie: momento spiritualmente connesso.
Lavoro: Creatività alta, ma confusione su dettagli pratici. Chiedi chiarimenti.
Salute: Sensibilità a tossine. Bevi molta acqua e mangia leggero.
Finanze: Situazione nebulosa. Non firmare contratti oggi. Aspetta chiarezza.
Consiglio di Paolo Tedesco: La tua intuizione è forte oggi, ma verifica le informazioni prima di agire.

 Cosa ci riservano le stelle domenica 21 dicembre 2025?

di Paolo Tedesco

Questa domenica di preludio al Natale è carica di simbolismi astrali. Con il Sole appena entrato nel pragmatico Capricorno, e Mercurio ancora retrogrado, abbiamo un cielo che ci invita a bilanciare sogni e realtà. La Luna in Scorpione aggiunge profondità emotiva, chiedendoci di guardare oltre le superfici.

In amore, nonostante la stagione festiva, evitate pressioni per situazioni "perfette". Le stelle suggeriscono autenticità, non perfezione. Nel lavoro, la combinazione Capricorno-Scorpione favorisce strategia e determinazione, ideale per pianificare il nuovo anno.

Finanze: con Mercurio retrogrado, è giorno di revisione, non di nuovi investimenti. Salute: ascoltate i messaggi del corpo, spesso dimenticati in questo periodo frenetico.

Buona domenica a tutti i segni zodiacali.

Rione Sanità: così il clan Sequino-Savarese ha ripreso il controllo del quartiere

Nel cuore del Rione Sanità a Napoli, il clan Sequino-Savarese ha nuovamente preso piede, ricostruendo il proprio potere dopo gli arresti del 2019 e seminando paura tra i residenti; l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ivana Salvatore, che ha portato in carcere otto membri del clan.

Napoli - Il vuoto di potere dei clan di camorra lasciato dagli arresti del 2019 non è mai rimasto tale. Alla Sanità, uno dei quartieri storicamente più contesi dalla camorra napoletana, il controllo del territorio è stato rapidamente riconquistato da nuovi equilibri criminali, costruiti sulle alleanze, sulle scarcerazioni eccellenti e su una riorganizzazione armata che ha riportato la paura tra i vicoli.

È questa la fotografia che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Ivana Salvatore, che l’altro giorno ha portato in carcere otto esponenti del clan Sequino-Savarese, al termine di un’indagine nata dagli omicidi dei giovanissimi Emanuele Tufano ed Emanuele Durante, due delitti che hanno segnato una drammatica escalation criminale nel cuore del rione.

Il dopo-Mauro e la nascita del gruppo Savarese

Fino al novembre 2019 la Sanità era stata teatro di una lunga sequenza di operazioni giudiziarie culminate con la quarta e definitiva inchiesta contro il clan Mauro, ultimo sodalizio storico ad essere disarticolato. Ma quella fase repressiva, anziché chiudere la stagione della camorra nel quartiere, ne ha aperta un’altra.

Subito dopo gli arresti, il territorio è stato occupato da una nuova compagine criminale, formatasi attorno alla figura di Salvatore Savarese, detto ’o Mellone, nipote dell’omonimo boss della Sanità, classe 1953. Un gruppo armato che non agisce in autonomia, ma si colloca chiaramente nell’orbita del clan Mazzarella, ricevendone protezione, sostegno e direttive operative.

Un ruolo centrale, in questa fase, è ricoperto da Michele Mazzarella 'o fenomeno e dal suo storico referente Salvatore Barile, detto Totoriello, figure apicali di una consorteria che esercita un controllo egemonico su vaste aree della città.

Savarese torna in libertà il 7 novembre 2019, dopo anni di detenzione per gravi reati. La sua scarcerazione, combinata con la presenza sul territorio di emissari del clan Mazzarella, segna l’avvio di una nuova gestione degli affari illeciti alla Sanità: droga, estorsioni, controllo militare delle piazze.

I legami con il clan Sequino e la nuova rete criminale

Attorno a Savarese si aggregano uomini provenienti dal clan Sequino, storicamente radicato nel quartiere. Tra questi figurano Salvatore La Salvia, Luis Antonio Amodio, Gianluca Galeota, detto ’o Pedofilo, Gennaro De Marino, figlio di Ciro, e Salvatore Matrone, detto Sasone.

Non si tratta di figure marginali: La Salvia è cugino di Enrico La Salvia, mentre Amodio è figlio di Pasquale Amodio. Entrambi risultano già condannati per associazione camorristica come appartenenti al clan Sequino, circostanza che rafforza il dato di continuità criminale tra le vecchie e le nuove strutture.

L’irruzione di Pirozzi “’o Picuozzo” e la rottura con i Mazzarella

Un ulteriore passaggio chiave è rappresentato dalla scarcerazione di Vincenzo Pirozzi, detto ’o Picuozzo, nome storico della camorra della Sanità, già condannato per la partecipazione al clan Misso.

Pirozzi riesce, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a emancipare il proprio gruppo dal controllo dei Mazzarella, acquisendo una sorta di titolarità criminale esclusiva sul rione. Un’ascesa che emerge da indagini ancora coperte da segreto, ma che modifica profondamente gli equilibri locali.

Le scarcerazioni a catena e la rinascita del clan Sequino

Tra il 2024 e l’inizio del 2025 il quadro cambia nuovamente. Tornano in libertà, uno dopo l’altro, numerosi esponenti di peso dei clan Sequino e Misso-Torino-Sequino: da Luigi Esposito, detto ’o Cinese, ad Antonio Esposito, ’o Barone, fino a Salvatore Pellecchia, figura centrale e destinata a diventare il perno della nuova fase criminale.

Proprio la scarcerazione di Pellecchia, il 22 gennaio 2025, imprime un’accelerazione decisiva alla ricostituzione del clan Sequino. In breve tempo, uomini come La Marca, Esposito, Minci, Esposito Ciro ‘o Macall’ riconquistano il controllo dell’area dei Vergini e soprattutto di via Santa Maria Antesaecula, storica roccaforte del clan.

L’alleanza con Pirozzi e il controllo militare del quartiere

Il gruppo di Pirozzi, inizialmente autonomo, finisce per fondersi o allearsi stabilmente con quello dei Sequino-Pellecchia. Un passaggio cruciale che emerge in modo netto da un’intercettazione ambientale del 12 aprile 2025, inserita negli atti dell’inchiesta sull’omicidio di Emanuele Durante.

Le intercettazioni: “Siamo una cosa sola”

In quella conversazione, che vede protagonisti i familiarid di Emanuele Durante raccontano l’incontro avuto con Savarese nei giorni successivi all’omicidio.

Savarese tenta di prendere le distanze dal delitto, sostenendo che né lui né Pirozzi fossero a conoscenza dell’agguato:

«Che ti disse Totore?»
«Che lui non sapeva niente.»
«Che non sapevano niente.»
«Mi fermò dietro la piazza… mi voleva fare le condoglianze e io non volli.»
«Disse: “Tuo figlio non doveva morire, non si meritava quello che gli hanno fatto, però ti giuro che noi non sapevamo niente. Né io né il Picuozzo”».

Parole che i genitori di Durante respingono con rabbia, convinti che chi comanda alla Sanità non possa ignorare un omicidio di quel peso:

«“Zeppole Anguille” non sapevano niente? O cazz ch’è cagato!»
«Voi comandate qua dentro e non sapevate niente?»

Ancora più significativo il passaggio in cui il padre della giovane vittima Emanuele Durante ricorda di aver contestato a Savarese l’evidente alleanza tra Pirozzi e Pellecchia:

«Scusa, gli dissi io: io ho visto ’o Picuozzo con questo Pellecchia, tutti uniti.»

La risposta, secca e inequivocabile, arriva dallo stesso Savarese:

«Siamo una cosa sola.»

Per gli investigatori, è la conferma definitiva dell’assetto criminale unitario che oggi controlla militarmente la Sanità.

Gli omicidi come messaggio al quartiere

L’omicidio di Emanuele Durante, spiegano i magistrati, non è soltanto la vendetta per la morte di Emanuele Tufano, nipote di Silvestro Pellecchia, esponente di vertice del clan Sequino. È soprattutto un messaggio al quartiere, un atto di forza finalizzato a ristabilire gerarchie e credibilità.

Un modo per riaffermare il dominio del clan dopo una fase di appannamento segnata da tensioni interne e dalla reticenza di alcuni affiliati che avevano osato sottrarsi alle regole del “sistema”.

Un segnale di sangue che ha riportato la camorra al centro della Sanità e che oggi trova una prima risposta giudiziaria negli arresti disposti dal gip. Ma la mappa criminale del quartiere, come emerge dall’ordinanza, resta fluida, complessa e ancora profondamente segnata dalla presenza dei clan.

(ndella foto da sinistra in alto Salvatore Savarese o' mellone, Salvatore Pellecchia e Silvestro Pellecchia; in basso da sinistra Vincenzo Pirozzi 'o picuozzo e le due giovani vittime Emanuele Tufano ed Emanuele Durante)

Circumvesuviana, era un ex operaio di Pompei l'uomo travolto nella galleria di Vico Equense

A Vico Equense, un tragico incidente ha coinvolto Luigi Saba, un ex operaio di Pompei, che venerdì pomeriggio è stato travolto da un treno nella galleria ferroviaria, attirando l'attenzione su una vita segnata dall'isolamento e dal silenzio, con la comunità che si interroga sulle circostanze che.

Vico Equense– Un’esistenza vissuta nell'ombra e conclusasi nel buio di una galleria ferroviaria. È il profilo di Luigi Saba, il 59enne di Pompei identificato come la vittima del drammatico incidente avvenuto venerdì pomeriggio lungo la linea della Circumvesuviana, nel tratto compreso tra Castellammare di Stabia e Vico Equense.

Per dare un nome a quel corpo martoriato, i Carabinieri della Compagnia di Sorrento, coordinati dal capitano Mario Gioia, hanno dovuto ricorrere alle impronte papillari e all'analisi della SIM card del telefono. Luigi non aveva con sé documenti. Ex operaio, da anni non lavorava più: la sua vita era segnata da un progressivo isolamento, accentuato da fragilità psicologiche che lo avevano portato a recidere ogni legame con il mondo esterno.

"Era una persona molto sola ed estremamente riservata", hanno raccontato i vicini di casa, descrivendo un uomo che si vedeva solo in sella alla sua bicicletta, la stessa che lo ha accompagnato fino all'ultimo tragico istante. Nella sua abitazione a Pompei, trovata in perfetto ordine, non è stato rinvenuto alcun biglietto d’addio né indizi che potessero spiegare il gesto.

La dinamica: un viaggio senza ritorno

La ricostruzione degli inquirenti delinea un percorso insolito. Venerdì mattina, Luigi è partito da Torre Annunziata a bordo di un treno EAV diretto a Sorrento, portando con sé la bici. Una volta giunto alla stazione di Vico Equense, è sceso dal vagone ma, invece di uscire verso la città, ha imboccato il tunnel ferroviario in direzione opposta, tornando verso Castellammare.

Resta il dubbio atroce: si è trattato di un gesto volontario o di un tragico errore di valutazione? L'uomo potrebbe aver cercato di tornare indietro lungo i binari senza rendersi conto dell'imminente pericolo. La risposta è rimasta tra le pareti di quella galleria, dove l'accesso ai pedoni è severamente vietato.

 

Il 40 guida la fortuna, pioggia di incroci tra ruote e 10eLotto: l’estrazione che accende la curiosità

Oggi, il 40 si erge a protagonista, intrecciando le sorti delle estrazioni del Lotto e del 10eLotto, dove numeri ricorrenti e un gioco di corrispondenze tra ruote accendono curiosità e riflessioni tra gli appassionati, promettendo nuove storie da raccontare.

Il 40 guida la fortuna, pioggia di incroci tra ruote e 10eLotto: l’estrazione che accende la curiosità

Catenaccio:
Numeri che ritornano, ruote che dialogano tra loro e un Numero Oro che fa capolino più volte. L’estrazione del Lotto e del 10eLotto di oggi non passa inosservata: ecco tutti i dettagli, ruota per ruota, e le curiosità che rendono questo concorso particolarmente interessante.

L’estrazione del Lotto di oggi regala spunti intriganti agli appassionati di numeri e statistiche. A catturare subito l’attenzione è il 40, vero protagonista della serata: presente sulla ruota di Bari e soprattutto incoronato Numero Oro e Doppio Oro nel 10eLotto, dove si affianca al 53, altro numero particolarmente “caldo”.

Ma non è l’unico intreccio degno di nota. Le ruote parlano tra loro, i numeri si rincorrono e il 10eLotto sembra fare da specchio all’estrazione tradizionale, con numerose corrispondenze che alimentano la curiosità dei giocatori.

I numeri che si ripetono e fanno discutere

Spiccano i numeri gemelli e ricorrenti:

Il 44 appare a Bari e Venezia, e rientra anche tra i 20 estratti del 10eLotto.

Il 03 si affaccia su Firenze, Palermo e Torino, confermandosi uno dei numeri più presenti della giornata.

Il 75 compare sia a Palermo che a Roma, oltre a trovare spazio nel 10eLotto.

Il 61 unisce Torino e Venezia, mentre il 63 crea un asse tra Milano e Roma.

Un’estrazione, insomma, che sembra costruita su richiami e ritorni, elemento sempre molto seguito dagli appassionati.

Le estrazioni del Lotto – Ruota per ruota

Bari: 40 – 53 – 79 – 44 – 62

Cagliari: 48 – 82 – 88 – 31 – 36

Firenze: 03 – 06 – 58 – 02 – 45

Genova: 05 – 66 – 83 – 58 – 02

Milano: 78 – 63 – 18 – 36 – 54

Napoli: 34 – 19 – 76 – 54 – 90

Palermo: 50 – 75 – 15 – 14 – 03

Roma: 55 – 77 – 75 – 85 – 63

Torino: 46 – 61 – 03 – 85 – 12

Venezia: 44 – 61 – 23 – 07 – 88

Nazionale: 67 – 24 – 68 – 09 – 41

10eLotto: il dominio del 40

Il 10eLotto rafforza le sensazioni di un’estrazione “dialogante” con il Lotto. Ben 17 numeri su 20 trovano riscontro diretto sulle ruote tradizionali.

Numeri vincenti:
03 – 05 – 06 – 19 – 34 – 40 – 44 – 46 – 48 – 50 –
53 – 55 – 61 – 63 – 66 – 75 – 77 – 78 – 79 – 82

Numero Oro: 40

Doppio Oro: 40 – 53

Il 40, già protagonista a Bari, diventa così il vero simbolo della giornata, seguito dal 53, che rafforza la sua centralità grazie al Doppio Oro.

Un’estrazione che lascia il segno

Tra numeri che si rincorrono, ruote collegate e un 10eLotto ricco di incastri, l’estrazione di oggi si distingue per armonia e ripetizioni, ingredienti che da sempre accendono l’interesse dei giocatori più attenti.

Un concorso che non si limita a fornire numeri, ma racconta una storia fatta di ritorni e coincidenze, destinata a far parlare ancora a lungo.

Bikers in S.T.R.A.D.A., a Pozzuoli un aperitivo che unisce motori e solidarietà

Domenica sera, il Tonga di Pozzuoli ospiterà un aperitivo solidale organizzato dall'associazione Bikers in S.T.R.A.D.A., un evento che unisce la passione per le moto alla solidarietà verso i Ragazzi Invincibili, dimostrando come il motociclismo possa essere un veicolo di comunità e responsabilità.

Pozzuoli si prepara ad accogliere un evento che va oltre la passione per le due ruote. Domenica sera, al Tonga di Pozzuoli, l’associazione Bikers in S.T.R.A.D.A. organizza un aperitivo solidale aperto a soci, amici e cittadini, con l’obiettivo di trasformare un momento di convivialità in un gesto concreto di solidarietà.

L’iniziativa nasce dalla collaborazione con gli amici di Salerno in Moto, promotori del progetto “Befana on the Road”, un’azione benefica dedicata ai Ragazzi Invincibili, che Bikers in S.T.R.A.D.A. ha deciso di sostenere e condividere fin da subito. Una scelta naturale per un’associazione che da sempre interpreta il motociclismo come comunità, responsabilità e presenza attiva sul territorio.

L’aperitivo sarà un’occasione per incontrarsi, scambiarsi gli auguri di Natale e brindare al nuovo anno, ma soprattutto per conoscere da vicino lo scopo dell’iniziativa, ascoltare le testimonianze dei promotori e contribuire, con la propria presenza, alla riuscita del progetto solidale.

«La nostra idea di motociclismo non si ferma alla strada percorsa insieme, ma continua nei valori che condividiamo», dichiara Massimo Solimene, presidente di Bikers in S.T.R.A.D.A.. «Con questo aperitivo vogliamo coinvolgere il maggior numero di persone possibile, bikers e non, per sostenere un progetto in cui crediamo profondamente. La solidarietà, quando è vissuta come squadra, ha un impatto reale».

L’invito è aperto a tutti, partecipare significa esserci, sostenere una buona causa e dimostrare che la comunità dei bikers sa fare rumore anche quando si tratta di solidarietà. Una serata semplice, autentica, capace di lasciare il segno.

Camorra, nuova cupola degli Scissionisti, la Dda chiede 550 anni di carcere

La nuova cupola del clan Amato-Pagano segna un capitolo cruciale nella lotta contro la camorra, con richieste di condanne che superano i 550 anni di carcere, frutto di un'inchiesta che ha svelato un sistema criminale astuto e insidioso, pronto a riorganizzarsi anche dopo i colpi inferti dalle.

La nuova cupola del clan Amato-Pagano, erede diretta della galassia degli Scissionisti, viaggia spedita verso una delle più pesanti stangate giudiziarie degli ultimi anni.

Dopo la raffica di collaborazioni e confessioni messe a verbale nelle scorse settimane, ieri mattina nell’aula di tribunale è stato il turno della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha chiuso la propria requisitoria chiedendo condanne durissime.

Il procedimento è l’esito di una lunga e articolata inchiesta antimafia, culminata in un maxi blitz che ha decapitato i nuovi vertici del sodalizio dopo l’arresto dei capi storici.

Un’indagine che ha ricostruito, con intercettazioni, pedinamenti e dichiarazioni dei pentiti, la riorganizzazione del clan sotto la regia delle sorelle Debora e Monica Amato, indicate dagli inquirenti come il fulcro decisionale della nuova struttura criminale.

Il blitz scattò all’alba, con decine di arresti tra Secondigliano, Melito, Mugnano e Arzano, roccaforti storiche della cosca. Le accuse spaziano dall’associazione mafiosa al traffico di stupefacenti, passando per estorsioni, intestazioni fittizie, controllo delle aste giudiziarie e una sistematica aggressione ai bonus fiscali.

Un sistema criminale descritto come capillare e moderno, capace persino di “formare” i minorenni affiliati: cosa dire, quando tacere, come reggere un interrogatorio. Una vera e propria università del crimine.

Ieri la Procura ha chiesto complessivamente 46 condanne, per un totale che sfiora i 550 anni di carcere. La richiesta più pesante riguarda Debora Amato, ritenuta il ras della holding criminale, per la quale il pubblico ministero ha invocato oltre quindici anni di reclusione. Pene elevate anche per gli altri presunti reggenti e per la rete di sodali che avrebbe garantito la continuità operativa del clan.

Ora la parola passa al collegio difensivo, chiamato a smontare un impianto accusatorio definito dagli inquirenti “granitico”. Al termine delle arringhe sarà il gip Villano a pronunciarsi con la sentenza.

Queste le richieste di condanna

Luciano De Luca – 15 anni e 6 mesi
Debora Amato – 15 anni e 4 mesi
Luigi Tutino – 15 anni e 4 mesi
Enrico Bocchetti – 14 anni e 8 mesi
Carlo Calzone – 14 anni e 2 mesi
Luigi Diano – 13 anni e 10 mesi
Salvatore Silvestri – 13 anni e 8 mesi
Alfonso Riccio – 13 anni e 6 mesi
Gennaro Liguori – 13 anni e 4 mesi
Antonio Pandolfi – 13 anni e 4 mesi
Concetta Sanguinetti – 13 anni
Maurizio Grandelli – 13 anni
Vincenzo Mangiapili – 13 anni
Cosimo Marino – 13 anni
Raffaele Capasso – 13 anni e 2 mesi
Alessandro De Cicco – 13 anni e 2 mesi
Carlo Troncone – 13 anni e 2 mesi
Francesco Della Gaggia – 12 anni e 6 mesi
Silvio Padrevita – 12 anni e 6 mesi
Arturo Vastarelli – 12 anni e 6 mesi
Domenico Romano – 12 anni e 8 mesi
Emanuele Cicalese – 12 anni
Gennaro Diano – 12 anni
Rosario Iacomino – 12 anni
Francesco Rinaldi – 12 anni e 2 mesi
Raffaele Tutino – 12 anni e 2 mesi
Pasquale Furiano – 12 anni e 4 mesi
Ilaria Jevremovic – 12 anni e 4 mesi
Antonio Marrone – 12 anni e 4 mesi
Gaetano Pezzella – 12 anni e 4 mesi
Salvatore Sarnataro – 12 anni e 4 mesi
Carmine Raffaele Caso – 11 anni e 6 mesi
Gennaro Gallucci – 11 anni e 6 mesi
Vincenzo Imparato – 11 anni
Cristofaro Pragliola – 10 anni
Stefano Orta – 9 anni e 8 mesi
Assunta Rastrelli – 9 anni
Raffaele Barbieri – 8 anni e 10 mesi
Giuseppe Aruta – 8 anni e 8 mesi
Francesco Petito – 8 anni e 8 mesi
Emanuele Giuseppe Nappi – 8 anni
Nicola Tarantino – 7 anni e 10 mesi
Angelo Pagano – 5 anni e 8 mesi
Vincenzo Vallifuoco – 5 anni e 8 mesi
Monica Amato – 4 anni e 4 mesi
Mariarosaria Verde – 3 anni

 

Da sinistra parte dei vertici del clan Amato Pagano. ovvero il capo Deborah Pagano, Enrico Bocchetti, Monica Amato, Carlo Calzone e Antonio Marrone

Supercoppa: odissea a Capodichino per i tifosi, la Lega Serie A si scusa

Dopo una Supercoppa che prometteva emozioni, il rientro dei tifosi del Napoli si trasforma in un incubo a Capodichino, bloccati da intoppi burocratici e protocolli di sicurezza, costringendo la Lega Serie A a scusarsi e a proporre risarcimenti per un disguido che segna un’ombra su un evento atteso.

Napoli– Quello che doveva essere il tranquillo volo di rientro dalla trasferta di Supercoppa in Arabia Saudita si è trasformato, nelle prime ore di questa mattina, in un vero e proprio incubo logistico per 130 tifosi.

Il volo charter organizzato dalla Lega Calcio Serie A, atterrato all'aeroporto di Capodichino, è rimasto bloccato sulla pista di Napoli a causa di intoppi burocratici che hanno innescato una reazione a catena, lasciando i passeggeri diretti a Milano senza una via d'uscita immediata.

La vicenda ha avuto origine durante i controlli della Polizia di Frontiera. Mentre i sostenitori del Napoli sono sbarcati regolarmente, una complicazione legata alla documentazione dei passeggeri in transito per il Nord ha trattenuto il velivolo fermo per diverse ore.

Questo stallo prolungato ha fatto scattare i rigidi protocolli di sicurezza sul lavoro: il personale di bordo ha superato il limite massimo di ore continuative, rendendo obbligatorio il riposo di undici ore previsto dalla legge prima di poter riprendere il volo.

La Lega Serie A ha espresso "sconcerto" per l'accaduto attraverso una nota ufficiale. Pur sottolineando l'assenza di una responsabilità diretta nella gestione dei controlli aeroportuali, via Rosellini si è scusata formalmente con i tifosi coinvolti.

Per rimediare al danno d'immagine e ai disagi subiti, l'ente organizzatore ha annunciato un piano di risarcimento massiccio: oltre al rimborso integrale delle spese sostenute per i rientri alternativi, ai tifosi sarà offerto un abbonamento annuale alla piattaforma Dazn e un ingresso gratuito allo stadio per una delle prossime sfide casalinghe.

L'episodio non resterà senza conseguenze legali. La Lega ha infatti confermato l'intenzione di contestare formalmente i disservizi ai partner tecnici e ai fornitori contrattualizzati che si sono occupati del trasporto charter. Una mossa necessaria per tutelare un'operazione logistica che aveva coinvolto quasi 200 tifosi delle quattro finaliste, macchiata proprio nell'ultima tappa del viaggio di ritorno.

Famiglia risarcita per 13 mesi senza acqua: Tribunale di Nola estende il risarcimento a tutti i conviventi

A Nola, una sentenza del Tribunale segna un precedente significativo nella tutela dei diritti dei consumatori, estendendo il risarcimento per una prolungata sospensione del servizio idrico a tutti i membri di una famiglia, sottolineando l'importanza dell'acqua come bene essenziale per la vita.

A Nola, il Tribunale in funzione di giudice di appello ha emesso una sentenza destinata a fare giurisprudenza in materia di diritti dei consumatori e tutela del bene acqua.

I giudici hanno riconosciuto il risarcimento del danno non patrimoniale a un’intera famiglia colpita da un’illecita sospensione del servizio idrico durata oltre tredici mesi, imponendo alla Gori S.p.a. – gestore del servizio idrico nell’area – di risarcire non solo l’intestatario dell’utenza, ma tutti i componenti del nucleo familiare convivente.

La vicenda riguarda una famiglia residente nel nolano, rimasta senza acqua corrente per oltre un anno a causa di una sospensione disposta dalla Gori ritenuta illegittima dal Tribunale.

L’interruzione del servizio, in assenza di un adeguato preavviso e di una motivazione conforme alle norme, ha provocato un grave disagio quotidiano: impossibilità di igiene personale, difficoltà nella preparazione dei pasti, problemi igienici in casa, con ripercussioni anche sulla salute e sulla qualità della vita di tutti i conviventi.

In primo grado, il giudice aveva già riconosciuto la responsabilità del gestore e il diritto al risarcimento per il danno subìto dall’intestatario dell’utenza. Ma la vera novità arriva in appello, dove il Tribunale di Nola ha accolto l’appello dei consumatori e rigettato quello della Gori, estendendo il risarcimento del danno non patrimoniale a tutti i membri della famiglia che vivevano sotto lo stesso tetto.

I giudici hanno sottolineato che l’acqua è un bene essenziale e che la sua privazione prolungata incide profondamente sulle normali attività quotidiane, compromettendo la vita di ogni componente del nucleo familiare, non solo del titolare del contratto.

“La sentenza – spiega l’avvocato Elio Esposito, legale della famiglia – ha confermato la responsabilità del gestore per l’illecita interruzione del servizio idrico, che ha creato un grave disagio per oltre un anno ai consumatori, privandoli di un bene fondamentale.

Il Tribunale ha accolto la nostra tesi difensiva, estendendo il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale a tutti i conviventi. Una vittoria che tutela i diritti dei consumatori e pone un precedente importante sulla risarcibilità del danno per il disagio subìto dall’intero nucleo familiare.”

La decisione del Tribunale di Nola potrebbe aprire la strada a nuove azioni collettive da parte di utenti che, in passato, hanno subìto sospensioni prolungate del servizio idrico senza un’adeguata motivazione o senza la possibilità di accedere a servizi sostitutivi.

In un contesto in cui il diritto all’acqua è sempre più al centro del dibattito giuridico e sociale, la sentenza rappresenta un passo concreto verso una maggiore tutela dei cittadini contro abusi o gestioni inadeguate del servizio pubblico essenziale.

Napoli, ancora scorribande notturne delle baby gang all'esterno del Maradona

Napoli, notti da incubo allo stadio Maradona: baby gang in moto, minacce e istituzioni assenti. Europa Verde lancia l’allarme: «Subito un presidio fisso»

Catenaccio: Nuovo video choc documenta l’anarchia notturna nell’area antistante l’impianto: corse, impennate e rodei dalle 23:30 all’1:30. Gli attivisti denunciano: «Allertate forze dell’ordine, zero interventi. Siamo stati minacciati mentre riprendevamo». L’appello al deputato Borrelli: «Piani sicurezza insufficienti, serve azione immediata».

(Napoli) – Un’altra notte di caos e paura ha trasformato l’area dello stadio Diego Armando Maradona in una pista illegale e pericolosa. Tra le 23:30 e l’1:30 di venerdì scorso, decine di scooter, moto e auto hanno dato vita a corse clandestine, sgommate e impennate spericolate, agendo nella più totale impunità. A lanciare il nuovo, drammatico allarme è Europa Verde, con un video-denuncia girato dagli attivisti Rosario Pugliese, membro dell’esecutivo del partito, e Daniele Polge, del comitato per la normalizzazione della zona.

Le immagini, già inviate al deputato regionale Francesco Emilio Borrelli, dipingono un quadro di degrado e illegalità che si ripete ormai con frequenza insopportabile. «Questa situazione non è più tollerabile – tuona Borrelli –. Ogni notte di caos è un attentato alla sicurezza pubblica. Quell’area di sosta, invece che sicura, è una zona franca dove sembra vigere la sospensione della legge».

La denuncia degli ambientalisti si fa ancora più grave quando raccontano la dinamica della serata. «Eravamo sul posto e abbiamo allertato sia il comando dei Vigili Urbani che il 112 – spiegano Pugliese e Polge –. Nonostante le segnalazioni dettagliate, non c’è stato alcun intervento». Durante il loro sopralluogo, gli attivisti hanno subito anche minacce dirette. «Siamo stati insultati e intimiditi da alcuni scooteristi, alcuni chiaramente minorenni. La nostra colpa? Stare lì a riprendere. Tra gli epiteti, capivano il loro timore che le immagini finissero da Borrelli».

Il cuore della protesta è un appello disperato alle istituzioni, perché passino dalle parole ai fatti. «Se nonostante feriti, incidenti e minacce non arriva una risposta decisa, bisogna dire la verità: i piani di sicurezza sono insufficienti – concludono gli esponenti di Europa Verde –. Chi ha competenza deve chiarire velocemente come intende procedere. Non servono più promesse, servono presidi fissi, sorveglianza attiva e un piano strutturato. I cittadini non possono essere lasciati soli in un luogo simbolo della città. Napoli ha bisogno di scelte coraggiose, non di rinvii».

Cane Wifi in Russia: randagi diventano hotspot viventi per restare sempre online

Era una mattina gelida a Ekaterinburg quando Sofia, studentessa di informatica, ha notato qualcosa di insolito durante la sua solita passeggiata verso la facoltà. Un gruppo di cani dai mantelli arruffati correva tra le auto parcheggiate, ognuno con una sorta di piccolo zainetto arancione sulla schiena.

È davvero una cattiva idea pensare a un ruolo sociale per chi oggi consideriamo solo un problema?

Non erano solo cani randagi qualunque: erano diventati “Cani Wifi”, hotspot Wi-Fi ambulanti pronti a trasmettere connessione nelle zone colpite dai blackout digitali russi.

Questa idea — che sembra uscita da un romanzo di fantascienza — è parte del progetto Lai-Fi: un’iniziativa di arte, tecnologia e attivismo che trasforma cani di strada in punti di accesso mobile per la connessione Internet. Sostituisce l’idea di antenne fisse con animali vivi, capaci di muoversi fra le strade e connettere le persone in un Paese dove la connessione è sempre meno scontata.

Dal randagio a hotspot: una storia di contraddizioni

Il Cane Wifi non è una soluzione tecnologica convenzionale: sono un simbolo di ingegnosità in tempi di difficoltà. Mentre la Russia affronta frequenti interruzioni di Internet — in parte legate a blackout strategici e blocchi di servizi come WhatsApp o Instagram — l’idea di affidare un pezzo della infrastruttura digitale a cani per strada apre una riflessione profonda sul rapporto tra tecnologia, controllo e natura.

Per gli abitanti di Ekaterinburg, questi cani sono molto più di semplici hotspot Wi-Fi: sono compagni di strada e, a volte, sono stati adottati proprio grazie all’interazione avvenuta mentre la gente cercava signal tra un edificio e l’altro. Alcuni passanti raccontano che coccolare un cane mentre si scarica una mail urgente ha creato un legame più umano con la tecnologia — un contrasto netto con lo scenario di censura digitale imposto dalle autorità.

Un Paese al limite della connessione

La Russia non è estranea ai blackout internet. In molte regioni, la connessione mobile è stata limitata per diversi giorni per motivi di sicurezza nazionale, tra cui il tentativo di ostacolare l’uso delle reti da parte di droni nemici. Questo ha portato a interruzioni che lasciano milioni di utenti offline, mentre i servizi digitali restano sotto stretto controllo statale.

In questo contesto, i Cani Wifi emergono quasi come una metafora: viventi, indipendenti e capaci di portare un segnale dove l’infrastruttura tradizionale fallisce o è deliberatamente oscurata.

Tecnologia o sfruttamento?

L’iniziativa ha però suscitato dibattiti intensi. Per alcuni è un esempio creativo di resilienza urbana. Per altri solleva interrogativi etici su come vengano trattati gli animali in progetti tecnologici o artistici: fino a che punto possiamo “strumentalizzare” gli esseri viventi per esigenze digitali? E riflette una visione più ampia in cui lo Stato e alcune società trattano gli animali e persino organismi vegetali alla stregua di oggetti o dispositivi utili, invece di riconoscerne pienamente il valore intrinseco.

Questa dinamica non è isolata: nella stessa Russia si sperimentano altri utilizzi discutibili della tecnologia su animali, dal monitoraggio con chip all’uso di mucche come sensori di produzione, mostrando un approccio pragmatico — ma per molti moralmente controverso — all’integrazione tra biologia e tecnologia.

Il Cane Wifi non sceglie, ma collega

I cani non sanno di essere diventati infrastruttura. Camminano, si fermano, annusano, cercano cibo. Intanto, le persone attorno controllano le mail, inviano messaggi, leggono notizie. La connessione arriva e se ne va come il cane stesso, senza promesse, senza abbonamenti, senza password.

È tecnologia che respira, che si muove, che non resta ferma su un palo. E qui nasce il primo cortocircuito emotivo: un animale che normalmente viene visto come un problema — randagismo, degrado, pericolo — diventa improvvisamente utile, centrale, persino necessario.

Oggetti o esseri viventi?

C’è però una seconda lettura, più scomoda. La Russia, come altri Paesi, ha spesso una visione fortemente utilitaristica di animali e ambiente: ciò che serve è accettabile, ciò che non serve è sacrificabile. Animali e vegetali trattati come strumenti, come estensioni di un sistema, alla stregua di oggetti tecnologici. Ed è impossibile ignorarlo: il Cane Wifi è anche il simbolo di questa ambiguità. Innovazione brillante o sfruttamento mascherato?

Ma c’è una domanda che resta sospesa

Eppure, guardando questa storia da un’altra angolazione, nasce una riflessione che riguarda anche noi. In molti Paesi — Italia compresa — gli animali randagi sono considerati un problema da contenere, gestire, nascondere. Costano, disturbano, “non servono”.

E se invece avessero un ruolo? Se diventassero parte attiva della società, non per sfruttamento, ma per integrazione? Cura, tecnologia, adozioni, servizi, relazione. Il Cane Wifi, al di là delle polemiche, ci costringe a farci una domanda scomoda ma necessaria:

 Conclusione: connessione, controllo e umanità

La storia dei Cani Wifi in Russia è molto più di una curiosità tech: è uno specchio di come le società cercano di restare connesse in un mondo sempre più polarizzato tra libertà digitale e controllo statale. È la storia di cani randagi che, senza saperlo, diventano simboli di resilienza, strumento di connessione e, allo stesso tempo, soggetti di una discussione etica più ampia su come trattiamo gli animali quando li inseriamo nelle nostre reti — digitali e sociali.

Per Allegri parolacce autorizzate a pagamento: il tariffario del Giudice sportivo

Nel tumultuoso mondo del calcio, il recente episodio che ha visto Massimiliano Allegri sanzionato con una multa di 10.000 euro per insulti a Lele Oriali segna un nuovo capitolo nella gestione delle infrazioni, sollevando interrogativi su una disciplina che sembra trasformarsi in una semplice.

Il Giudice sportivo di Serie A ha certificato ufficialmente un principio ormai chiaro: nei campi di calcio si può insultare, purché si sia disposti a pagare la relativa ammenda. Nessuna squalifica, nessuna giornata di stop, solo una multa. E tutto torna a posto.

A farne le spese, ancora una volta, è il Napoli. Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, è stato sanzionato con 10.000 euro di multa per quanto accaduto durante la semifinale di Supercoppa persa contro gli azzurri.

Secondo la denuncia del club partenopeo, il tecnico rossonero avrebbe rivolto offese a Lele Oriali, collaboratore di Antonio Conte e figura storica del calcio italiano.

Il Giudice sportivo, Gerardo Mastrandrea, ha riconosciuto i fatti: dagli atti della Procura federale emerge che Allegri ha “assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti di un dirigente della squadra avversaria, al quale rivolgeva ripetutamente anche espressioni offensive”. Tutto vero, tutto certificato. Ma non abbastanza grave da giustificare una squalifica.

Curiosamente, durante l’episodio, né l’arbitro né il quarto uomo sono intervenuti. Evidentemente le parole non erano così pesanti. O forse sì, ma solo a posteriori e solo fino a un certo punto.

Morale della favola: offendere un avversario non è più un problema disciplinare, è una voce di bilancio. Diecimila euro e via, come una tassa di soggiorno per gli eccessi verbali. Due pesi e due misure, come spesso accade. E il Napoli, ancora una volta, prende atto.

Roccamonfina: 40enne minaccia di morte e picchia la convivente, arrestato

Un drammatico episodio di violenza domestica ha scosso Roccamonfina, mettendo a nudo una realtà spesso taciuta; la tempestiva reazione della vittima e l'intervento dei Carabinieri hanno evitato il peggio, richiamando l'attenzione su un problema che continua a mietere vittime.

Roccamonfina – Un nuovo episodio di violenza domestica ha sconvolto la tranquilla comunità di Roccamonfina, nel Casertano. Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre, un uomo di 40 anni ha aggredito la propria convivente di 38 anni, minacciandola di morte e colpendola ripetutamente con schiaffi e pugni al volto per motivi banali.

La vittima, in preda al terrore, è riuscita a dare l'allarme, permettendo un intervento rapido dei Carabinieri della Stazione locale e dell'aliquota radiomobile della Compagnia di Sessa Aurunca.

Sul posto è arrivato anche il personale del 118, che ha soccorso la donna e l'ha trasportata in ospedale per le cure necessarie a causa delle lesioni riportate.L'aggressore è stato bloccato e arrestato immediatamente. Su disposizione dell'autorità giudiziaria, il 40enne è stato posto agli arresti domiciliari presso l'abitazione del padre, in attesa del rito direttissimo.L'episodio sottolinea ancora una volta la piaga della violenza di genere, spesso consumata tra le mura domestiche.

L'intervento tempestivo delle forze dell'ordine ha evitato conseguenze più gravi, confermando l'impegno costante dei Carabinieri nel contrastare questi reati e nel proteggere le vittime, garantendo loro supporto e tutela. Casi come questo ricordano l'importanza di denunciare subito, contattando il 112 o i centri antiviolenza, per interrompere spirali di abuso che possono sfociare in tragedie.

Barra, pistola nel sacchetto dei rifiuti: arrestato 44enne

Nel cuore di Barra, un 44enne è stato arrestato dopo aver cercato di disfarsi di una pistola calibro 9 in un cestino dei rifiuti, un'operazione che evidenzia l'impegno della Questura di Napoli nel contrastare la circolazione di armi illegali nei quartieri più problematici della città.

Napoli – Ha provato a confondersi tra i clienti di un esercizio commerciale, sperando che quel movimento repentino passasse inosservato. Ma il tentativo di seminare gli agenti è servito solo a confermare i sospetti dei poliziotti. È finita con le manette ai polsi la fuga di un 44enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine, intercettato ieri pomeriggio nel cuore del quartiere Barra.

L’operazione è scattata durante i servizi straordinari di controllo del territorio disposti dalla Questura di Napoli per arginare la circolazione di armi illegali in città. Gli agenti del Commissariato San Giovanni-Barra stavano pattugliando via Villa Bisignano quando hanno notato l'uomo. Quest'ultimo, alla vista della volante, ha accelerato il passo rifugiandosi all'interno di un negozio.

I poliziotti lo hanno tallonato immediatamente, bloccandolo proprio mentre cercava di disfarsi di una busta, gettandola in un cestino dei rifiuti. All'interno, l'intuizione degli investigatori ha trovato un riscontro inquietante: una pistola calibro 9, carica e pronta all'uso, accompagnata da ben 41 cartucce.

Dagli accertamenti balistici e dai controlli sui numeri di matricola è emerso che l'arma era provento di un furto denunciato in precedenza. Per il 44enne sono scattate le accuse di porto abusivo di arma da fuoco e ricettazione. L'arresto si inserisce nella più ampia stretta delle forze dell'ordine contro il possesso di armi nei quartieri caldi della periferia orientale.

Terrore in strada tra il Vomero e la Zona Industriale: arrestati due scippatori seriali

Napoli– La caccia ai "predatori di smartphone" si è conclusa all’alba di oggi. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Vomero hanno stretto il cerchio attorno a due uomini, rispettivamente di 35 e 53 anni, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip del Tribunale partenopeo su richiesta della Procura.

L'accusa per entrambi è di furto con strappo, un reato che negli ultimi mesi ha seminato preoccupazione tra i passanti dei quartieri collinari e della periferia orientale.

L'indagine, coordinata dalla VII Sezione "Sicurezza Urbana" della Procura di Napoli, è un mosaico ricostruito pezzo dopo pezzo attraverso il setacciamento dei sistemi di videosorveglianza e la coraggiosa testimonianza delle vittime. Due gli episodi chiave contestati agli indagati, che agivano con rapidità e violenza per strappare i cellulari dalle mani dei passanti.

Il primo colpo è avvenuto nel cuore del Vomero, ai danni di una signora di 60 anni. In quell'occasione, la forza brutale impressa per sottrarre il dispositivo ha causato alla donna lievi lesioni, trasformando un furto in un'aggressione fisica traumatica. Il secondo episodio, avvenuto nella zona industriale, ha visto come vittima una 53enne, sorpresa con la medesima tecnica.

A tradire i due malviventi è stata la combinazione tra l'occhio elettronico delle telecamere cittadine e il riconoscimento formale effettuato da una delle vittime, che ha permesso agli inquirenti di dare un nome e un volto ai responsabili. L'operazione di oggi rappresenta una risposta decisa dello Stato ai fenomeni di microcriminalità che colpiscono le fasce più vulnerabili della popolazione.

Le superstizioni napoletane di capodanno: vestiti rossi, monete e rituali

Capodanno a Napoli non è solo una festa: è un mix di tradizioni, gesti scaramantici e rituali folkloristici che intrecciano storia, cultura popolare e desideri di fortuna per l’anno nuovo. Nel cuore della città partenopea, tra il fragore dei fuochi d’artificio e il calore delle feste di famiglia, le superstizioni napoletane di Capodanno si manifestano in usanze antiche come l’uso di vestiti rossi, il gesto simbolico delle monete e altre pratiche cariche di significato. Questi riti non sono semplici abitudini: rappresentano il desiderio collettivo di scacciare la malasorte e accogliere prosperità, amore e salute nei dodici mesi a venire.

Il colore della fortuna: vestiti rossi e simbolismi

Una delle tradizioni di Capodanno Napoli più diffuse, e più fotografate, è l’uso del colore rosso durante la notte del 31 dicembre. Che si tratti di vestiti, intimo o semplici accessori, il rosso è considerato un colore portafortuna che richiama amore, passione e protezione contro le energie negative.

Questa usanza ha origini antichissime: il rosso era già simbolo di prosperità e forza fin dai tempi dell’antica Roma e, secondo alcune varianti della tradizione, gli indumenti rossi dovrebbero essere nuovi o regalati, per non trascinare con sé l’energia del passato. Dopo la mezzanotte, in alcune famiglie si butta via l’intimo rosso o lo si cambia, quasi come per “sigillare” l’ingresso dell’anno favorevole.

Monete, lenticchie e altri portafortuna economici

Tra i rituali di Capodanno Napoli più celebri ci sono gesti legati alla ricchezza e alla prosperità. Mangiare lenticchie a mezzanotte, piccole, tonde e simili a monete, è una delle abitudini più diffuse non solo a Napoli ma in tutta l’Italia meridionale. Secondo la tradizione, ogni lenticchia consumata rappresenta un auspicio di una moneta guadagnata nel nuovo anno, portando prosperità e benessere in famiglia.

Oltre alle lenticchie, è comune in molte famiglie scambiarsi piccoli portamonete o regalare simboli legati alla fortuna, come amuleti o piccoli oggetti che richiamano l’idea della ricchezza futura. Anche se meno documentato nella tradizione napoletana specifica rispetto al resto d’Italia, questo gesto si inserisce nell’immaginario collettivo di chi desidera buona sorte economica per l’anno che arriva.

Rumore, fuochi e rituali di purificazione

Un elemento incredibilmente visivo e sonoro delle superstizioni napoletane di Capodanno è legato al rumore e alla purificazione. A Napoli, come in molte città italiane, i botti di Capodanno, dai fuochi d’artificio ai petardi lanciati dai balconi, sono considerati mezzi per scacciare gli spiriti maligni e allontanare la sfortuna. Il frastuono assordante, accompagnato da scoppi improvvisi, dovrebbe creare una sorta di barriera simbolica contro ciò che è negativo, aprendo il nuovo anno con un “reset” energetico collettivo.

Un tempo, questo desiderio di rinnovamento si esprimeva anche con gesti estremi, come gettare piatti e oggetti vecchi dai balconi, pratiche ormai sconsigliate per motivi di sicurezza ma cariche di significato simbolico: liberarsi del passato per fare spazio al nuovo.

 

Napoli, ferì due giostrai a Mergellina: 10 anni di carcere per Angelo Bottino

Napoli -Colpi di pistola esplosi in pieno giorno, tra i turisti a passeggio sul lungomare di Mergellina, e il panico che si diffonde in pochi istanti in una delle zone più affollate della città. A distanza di mesi da quella domenica di fine marzo, arriva la prima condanna per la sparatoria che il 30 marzo scorso trasformò la rotonda Diaz in un teatro di paura.

Il gip Fabrizio Finamore ha condannato Angelo Bottino a dieci anni di reclusione per duplice tentato omicidio. Il 34enne di Melito, difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Mirella Baldascino, aveva scelto di essere giudicato con rito abbreviato.

Una pena inferiore rispetto ai quindici anni richiesti dalla Procura, che aveva sollecitato una condanna più severa in considerazione della gravità dei fatti e del contesto in cui si erano verificati.

Secondo la ricostruzione dell’accusa, Bottino avrebbe aperto il fuoco contro due giostrai, Vincenzo Papa e Vincenzo Rapuano, colpevoli – a suo dire – di averlo offeso davanti agli occhi dei quattro figli minorenni e di altre persone presenti.

Una reazione improvvisa e sproporzionata: tre colpi di pistola esplosi all’impazzata in un’area affollata, con conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più gravi. Papa, 44 anni, rimase ferito di striscio a un braccio; Rapuano fu colpito a una gamba.

Resta invece ancora al vaglio la posizione della moglie dell’imputato, attualmente a piede libero e indagata per favoreggiamento. Per la Procura sarebbe stata lei a custodire l’arma prima e dopo il raid. Una versione che Bottino ha cercato di smentire nel corso del processo, assumendosi la responsabilità esclusiva di quanto accaduto.

La sentenza chiude un primo capitolo giudiziario di una vicenda che ha segnato profondamente l’opinione pubblica, riportando l’attenzione sui rischi legati alla violenza armata in contesti urbani e turistici.

Una sparatoria nata, secondo la difesa, da un’offesa verbale, ma che per la giustizia si è tradotta in un grave reato contro la vita, consumato sotto gli occhi di famiglie e passanti ignari.

 

 

Napoli, scacco allo spaccio tra Porta Nolana e piazza Capuana: due arresti in 24 ore

NAPOLI – Non si ferma l’offensiva della Polizia di Stato contro il traffico di stupefacenti nel cuore di Napoli. Nelle ultime 24 ore, gli agenti della Questura hanno portato a termine due distinti interventi nell'area della Vicaria, nell'ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio che ha portato all’arresto di due pusher.

La colluttazione a Porta Nolana Il primo intervento è scattato in vico Pergola, a ridosso di Porta Nolana. Gli agenti del Commissariato Vicaria-Mercato hanno sorpreso un 43enne di origini tunisine mentre cedeva dosi in cambio di contanti. Alla vista delle divise, l'uomo ha tentato di opporre resistenza: ne è nata una breve ma concitata colluttazione, al termine della quale i poliziotti sono riusciti a immobilizzarlo. La perquisizione ha svelato il consistente bottino di droga: 300 grammi di hashish e un involucro contenente circa 3 grammi di cocaina.

Il blitz in piazza Capuana Poco dopo, l'attenzione dei poliziotti si è spostata in piazza Capuana. Qui, con una dinamica quasi identica, è finito nei guai un napoletano di 59 anni. L’uomo è stato bloccato subito dopo aver concluso uno scambio "soldi-droga" con un acquirente. Nelle sue tasche i poliziotti hanno rinvenuto tre bustine di marijuana, per un peso di 25 grammi, e 30 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita appena compiuta.

Il bilancio Per entrambi è scattato l’arresto con l'accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. L'operazione si inserisce nel più ampio piano di monitoraggio disposto dalla Questura di Napoli per bonificare le piazze di spaccio del centro storico e restituire sicurezza ai residenti.

Maglie di calcio contraffatte, maxi sequestro a Catanzaro

Catanzaro - Una maxi operazione anticontraffazione della Guardia di finanza di Catanzaro ha portato al sequestro di centinaia di maglie e completi di note squadre di calcio, tutti contraffatti. Un commerciante locale è stato denunciato alla Procura della Repubblica per gestione di un negozio online che commercializzava abbigliamento sportivo illegale.

I finanzieri del Gruppo di Catanzaro hanno individuato l'attività illecita attraverso un'intensa attività di monitoraggio del web e dei social network. Le indagini hanno consentito di ricostruire l'intera filiera commerciale, scoprendo un vero e proprio e-commerce gestito da un imprenditore catanzarese.

Le perquisizioni, coordinate dalla Procura, hanno portato al sequestro di numerosi capi di abbigliamento sportivo contraffatto. Gli articoli riproducevano fedelmente le maglie di squadre italiane e straniere, riportando marchi di fabbrica falsificati di grandi brand come Adidas, Nike e Puma. L'operazione ha accertato anche la violazione dei diritti d'immagine dei club iscritti alla Lega calcio di serie A.

Durante i controlli, gli investigatori hanno rinvenuto anche 294 termoadesivi pronti per essere applicati sulle maglie. Si tratta di numeri e cognomi di noti calciatori della nazionale italiana, ulteriore prova dell'organizzazione commerciale che mirava a sfruttare il mercato del collezionismo sportivo.

Il commerciante ora dovrà rispondere di contraffazione e violazione di diritti di proprietà intellettuale. L'operazione conferma l'attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del commercio online illegale di prodotti contraffatti.

Irpinia, lo spaccio comandato dalla cella: stangata per il clan Marrone, inflitti 42 anni di carcere

Napoli– Le sbarre del carcere di Bellizzi Irpino non erano un ostacolo, ma solo un ufficio distaccato da cui continuare a gestire il business della droga. È arrivata ieri la stangata giudiziaria per il gruppo criminale capeggiato da Americo Marrone, il ras di Altavilla Irpina che, nonostante la detenzione, continuava a muovere i fili dello spaccio in provincia di Avellino.

Il Gup del Tribunale di Napoli, Fabrizio Finamore, ha emesso condanne complessive per quasi 42 anni di reclusione, colpendo duramente il vertice e i gregari di quella che gli inquirenti hanno descritto come una "piazza di spaccio a conduzione familiare".

Le condanne

Al termine del processo celebrato con rito abbreviato – che prevede lo sconto di un terzo della pena – la mano del giudice è stata pesante, seppur limando le richieste iniziali della pubblica accusa. Ad Americo Marrone, considerato il regista indiscusso del sodalizio, sono stati inflitti 14 anni, un mese e 10 giorni di reclusione.

Non sono stati risparmiati i familiari più stretti, fondamentali per garantire il collegamento tra il carcere e la strada: la moglie del boss, Tiziana Porchi, ha incassato una condanna a 7 anni e due mesi, mentre il nipote, Valentino D’Angelo, dovrà scontare 6 anni e 8 mesi. Pene severe anche per gli altri componenti della rete: Aniello Manzo è stato condannato a 6 anni e 11 mesi, mentre per Francesco De Angelis la pena è di 6 anni, 11 mesi e 10 giorni.

La sentenza giunge al termine di una camera di consiglio iniziata dopo le arringhe del collegio difensivo, composto dagli avvocati Gaetano Aufiero, Loredana De Risi e Roberto Romano. A metà novembre, il pm della Dda Henry John Woodcock aveva invocato pene ancora più severe, chiedendo 18 anni per Marrone e condanne tra i 7 e i 9 anni per i complici.
Il verdetto conferma comunque l'impianto accusatorio, riconoscendo la gravità di un sistema criminale capace di operare in regime di detenzione.

Il sistema: "sim citofono" e ordini dalla cella

L'operazione che ha portato alle condanne di ieri era scattata lo scorso aprile, condotta dalla Squadra Mobile di Avellino sotto la guida del vice questore Aniello Ingenito. Le indagini avevano scoperchiato un meccanismo tanto semplice quanto efficace: Marrone non aveva mai smesso di essere il capo. Dalla sua cella nel penitenziario avellinese, impartiva ordini precisi utilizzando cellulari introdotti illegalmente.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il ruolo chiave era quello di Tiziana Porchi. La donna fungeva da "ufficiale di collegamento": non solo gestiva i messaggi del marito, ma si occupava di mantenere attiva una rete di comunicazione sicura. Il gruppo utilizzava schede sim intestate a prestanome stranieri, sostituite con frequenza quasi maniacale per eludere le intercettazioni. Una precauzione che, tuttavia, non è bastata a sfuggire ai radar dell'Antimafia, che ha intercettato e decodificato il flusso di ordini che partiva da Bellizzi Irpino per inondare di droga l’Irpinia.

Castel dell’Ovo, via le impalcature: restauro delle facciate completato

Napoli – Proseguono i lavori di restauro di Castel dell’Ovo, uno dei monumenti più rappresentativi della città. In questi giorni sono state rimosse le impalcature esterne e completato il recupero delle facciate lungo i percorsi interni, un passaggio che segna un’importante tappa nell’intervento complessivo, come sottolineato da Palazzo San Giacomo.

Il progetto, finanziato con fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) per un importo complessivo di 8 milioni di euro, è entrato in una fase avanzata: i primi due lotti sono stati completati, mentre l’ultimazione del terzo e ultimo lotto è prevista entro l’inizio del 2026.
Il sindaco Gaetano Manfredi ha ribadito l’impegno dell’amministrazione comunale per la tutela e la valorizzazione dei beni storici e culturali, evidenziando il ruolo strategico di Castel dell’Ovo come attrattore turistico-culturale e simbolo identitario di Napoli.

Parallelamente, è in corso la progettazione dell’intervento di rifiorimento della scogliera a protezione del Ramaglietto, per un valore di circa 2 milioni di euro, finanziati dalla Città Metropolitana di Napoli. L’opera punta a rafforzare la sicurezza e la stabilità della struttura, contribuendo alla salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico dell’area.

Il Comune, inoltre, ha programmato l’utilizzo di ulteriori 4 milioni di euro, provenienti da vecchi mutui di bilancio, destinati al completamento di alcune sale interne e al potenziamento dell’illuminazione dei percorsi. I lavori partiranno nel corso del 2026 con l’obiettivo di migliorare la fruibilità del sito per cittadini e turisti.

Interventi che, secondo l’amministrazione, non solo consentono la conservazione dell’edificio, ma rafforzano anche la sicurezza e la qualità dell’accoglienza, in linea con la strategia di sviluppo culturale e turistico della città.

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