Camorra ad Arzano, il pentito: “I fratelli Alterio persone poco affidabili, si rubavano fra di loro”

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Arzano. “ I fratelli Alterio persone poco affidabili, si rubavano fra di loro”. Ecco le nuove rivelazioni del pentito Pasquale Cristiano.

ALTERIO Gennaro, detto o sceriff. (all’epoca il fratello Raffaele era detenuto), si occupava di fare le estorsioni ai cantieri. Girava sul motorino per verificare se vi erano în corso cantieri e avvisava Pescatore o Piscopo che riferivano a Monfregolo Giuseppe o a mio padre. Le confermo.

Lui riscuoteva anche i soldi delle estorsioni. MONFREGOLO Giuseppe, io inizialmente non ero d’accordo perché il padre ( degli Alterio ndr) fu vittima di un agguato e ad ucciderlo fu mio cognato GIRARDI Domenico. MONFREGOLO mi disse che voleva far parte della famiglia e che lui aveva detto che il passato era ormai il passato. Poi nel corso degli anni abbiamo costruito un rapporto.

    Quando lui è stato scarcerato, mio cugino me lo comunicò nel corso di una videochiamata, passandomelo. In quel momento avevamo bisogno di affiliati e lui non voleva prendere ordini da MONFREGOLO Mariano che non gli aveva neppure fatto un regalo. lo gli dissi che doveva, invece, mettersi con Mariano, e gli regalai io 2000 euro. Dopo la mia scarcerazione il suo ruolo è stato nel settore delle estorsioni e si è anche occupato della gestione di una piazza di spaccio, in quanto con il covid e i negozi chiusi le entrate delle estorsioni si erano ridotte e la scelta fu quella di affidare la gestione di una piazza a quasi ogni affiliato”.

    “Inizialmente ALTERIO Gennaro la gestiva con il fratello ALTERIO Raffaele. Poi rubarono tra loro e si divisero. Inizialmente prendeva 50-70 grammi di cocaina e “chiudevano” ogni 10-15 giorni ed era gestita “a telefonino” e comunque vendevano anche a casa loro. Voglio precisare che venivano riforniti con la droga acquistata dal clan, i pacchi che compravo e poi mio cugino distribuiva tra le varie piazze.

    Rimasto fedele al mio gruppo fino a quando sono stato ai domiciliari. Io non mi sono mai fidato veramente perché pensavo che restava solo perché aveva la sorveglianza speciale. Se non la avesse avuta forse sarebbe andato via in quanto il cognato Piscopo Raffaele è imparentato con i MONFREGOLO. Quando MONFREGOLO Giuseppe era ai domiciliari a Sulmona lo contattò e gli disse di fare la scissione e lui obiettò che non poteva muoversi in quanto aveva la sorveglianza speciale e MONFREGOLO Giuseppe gli disse di chiudersi in casa.

    Lui registrò questa conversazione e me la fece ascoltare. Oggi ho l’impressione che possano anche aver fatto una messa in scena. Ha un parente a Frattamaggiore, Mimmo o Buffone, che mi pare ora sia detenuto per la vicenda degli ospedali con i Cimmino, che aveva mancato di rispetto a mio cognato MORMILE Vincenzo. Questo parente chiese protezione ad ALTERIO, ma siccome aveva sbagliato, ALTERIO Gennaro, lo picchiò. Come ho già detto mi hanno riferito che era coinvolto nell’omicidio di mio cugino PETRILLO Salvatore.

    Abitualmente camminava armato di pistole messe a disposizione dal clan. Dopo l’omicidio di PETRILLO Salvatore è passato definitivamente con i MONFREGOLO, portandosi via droga, soldi e armi. ALTERIO RAFFAELE, intanto scarcerato è entrato su raccomandazione del fratello e inizialmente lo abbiamo affiancato a RUSSO Domenico, o mossut, nelle attività di estorsione a partire dalla metà del 2016. Anche lui camminava armato con armi del clan. Ha preso parte all’omicidio Cartolandia del quale riferirò nel dettaglio. Dopo il mio arresto del 2018 io volevo che lui si occupasse di estorsioni e MONFREGOLO Mariano di droga. Così non è stato perché MONFREGOLO Giuseppe voleva che il fratello fosse coinvolto in tutte le attività illecite.

    Per me MONFREGOLO Mariano però era più capace nel settore della droga. Il settore delle estorsioni era più semplice perché avevamo la “lista” e bisognava solo raccogliere i soldi. La mia intenzione era quella di non far rischiare a Giuseppe. Ha gestito la piazza di spaccio con il fratello Gennaro della quale ho già parlato. Coinvolto nel tentato omicidio, per conto di MONFREGOLO Giuseppe, nei pressi delle pompe funebri Scafuro (Nel 2017 ndr) quando io ero detenuto. Del quale lui stesso mi ha parlato e del quale riferirò.

    È stato vittima di un agguato prima del suo arresto del 2020, so chi ne sono gli autori e ne riferirò. Autori CHIANESE Antonio, capastorta, PESCATORE Davide, D’ARIA Mario e MONFREGOLA Raffaele per conto dei MONFREGOLO che volevano eliminare una persona che portava soldi, gestendo le estorsioni, nel momento in cui comandavo io”.

    Ciro Espedito



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