Napoli, sorelle sfregiate con l’acido dalla zia per una ‘faida’ familiare

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. C'è una sorta di “faida familiare” dietro il violento episodio delle due sorelle del sfregiate con l'.

Uno scontro che avanti da qualche anno tra Francesca, 22 anni, la zia che ieri si è costituita, e la nipote coetanea Elena, mamma di una bimba di due anni. Un uomo conteso. offese via social, video ‘provocatori' sul web, pedinamenti, un'auto incendiata e una storia familiare complessa, nel rione Sanita'.

    E' questo lo scenario in cui e' maturata l'aggressione con acido ai danni delle due sorelle di Napoli di 24 e 17 anni. Ieri notte e' stato emesso un decreto di fermo firmato dal pm Giulia D'Alessandro per una ragazza anche lei di 22 anni, di nome Francesca, zia acquisita di Elena e Federica, le sorelle ferite da donne a bordo di scooter guidati da uomini che hanno lanciato il liquido corrosivo contro di loro.

    La giovane donna e' stata interrogata ieri mattina negli uffici della questura di Napoli a via Medina, e, prima ha negato, poi ha parzialmente ammesso di essere stata tra le donne, tre in tutto, che erano nel gruppo che domenica notte ha commesso il raid. Il sospetto degli investigatori e del pm e' che sia stata lei a lanciare l'acido.

    Alla base del gesto, ci sarebbero profondi contrasti in ambito familiare e una storia sentimentale complicata. Il nonno di Elena e Federica ha avuto una figlia dalla prima moglie e due, tra cui Francesca, da un'altra donna. Anni fa sono nati dei contrasti interni alla famiglia allargata.

    Le due sorelle vittime del lancio di acido avrebbero picchiato in un'occasione in strada la zia Francesca che avrebbe deciso di vendicarsi e appostandosi con l'aiuto di cinque complici, tra cui tre maschi, avrebbe sorpreso la 22enne e la 17enne che tornavano a casa dopo la serata domenicale.

    Ora si stanno cercando gli altri cinque componenti del commando che due notti fa ha causato gravi danni alle due sorelle. Francesca intanto ha trascorso la prima notte in carcere e ora attende l'udienza di convalida davanti al gip accompagnata dal suo avvocato Bernardo Scarfò.



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