Oggi a Roma la camera ardente di Mario Cerciello Rega

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La camera ardente del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso giovedì notte a , viene allestita oggi, dalle 16 alle 20.30, nella cappella di Piazza Monte di Pietà, nella capitale. Domani, lunedì, a mezzogiorno i funerali a Somma Vesuviana, in provincia di , nella chiesa di Santa Croce in via di Santa Maria del Pozzo. Intanto la vicenda dei due 19enni di San Francisco fermati a Roma per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega rimbalzano sui media americani che, nel raccontare l'incidente, ricordano il caso giudiziario di Amanda Knox, e poi assolta per l'omicidio di Meredith Kercher. “La narrativa è per ora dettata dalla polizia”, afferma la corrispondente della Cnn a Roma, constatando come sulla vicenda ci sono ancora molti punti da chiarire. “Aspettiamo di sentire anche la versione dei ragazzi. Il legale di uno di loro per ora ha rivendicato il diritto a non rispondere”, aggiunge la Cnn. Sugli schermi delle maggiori reti televisive si susseguono le immagini di Rega e della centrale di polizia di Piazza Farnese, dove prestava servizio. “E' orribile, era spostato solo da 43 giorni”, commentano su Cbs dopo l'ampio servizio dedicato alla vicenda dal loro corrispondente Seth Doane, posizionato di fronte al carcere di Regina Coeli. I siti e i quotidiani decidano spazio al caso presentando le prove offerte dagli agenti italiani, dal coltello rinvenuto nella stanza d'albergo agli abiti indossati nel corso dello scontro che ha portato alla morte, con otto coltellate, di Rega. E mettono in evidenza come inizialmente l'omicidio era stato attribuito a due nordafricani immigrati. Molte delle corrispondenze da Roma riportano i tweet e i commenti del vice premier Matteo Salvini. I due ragazzi di San Francisco fermati erano venuti a Roma come turisti, Lee Elder Finnegan di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani, da ieri sera accusati di essere gli assassini del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Non erano, come si è appreso in un primo momento, della John Cabot University di Roma, a smentirlo è stato lo stesso rettore. Erano venuti in vacanza nella Capitale dall'America e alloggiavano in un albergo a 4 stelle nel quartiere Prati. Ed e' li' che sarebbero tornati a dormire, dopo l'omicidio, commesso materialmente da Finnegan, a pochi passi dall'hotel. Uno dei due, il presunto killer, proviene da una famiglia facoltosa di San Francisco, di cui entrambi i ragazzi sono originari, e sarebbe stato lui a pagare il soggiorno nell'albergo anche per l'amico. Sempre Finnegan fa uso di psicofarmaci, secondo quanto emerge dalla Procura di Roma: nella stanza gli inquirenti hanno trovato un flacone di Xanax, un potente ansiolitico. Chi indaga non esclude che i due avessero assunto alcolici prima di incontrare i due carabinieri in borghese la notte tra il 25 e 26 luglio. Gabriel Christian Natale Hjorth si trovava in Italia da una settimana perché era venuto a trovare alcuni parenti italiani. L'amico, il presunto killer che ha confessato, lo ha raggiunto dopo. Entrambi frequentavano un college a San Francisco e Lee Elder Finnegan era in possesso di una carta di credito di lusso, a conferma della sua provenienza del ragazzo da una famiglia benestante. Quasi inesistenti i due americani sulla rete: probabilmente i loro profili sui social sono stati bloccati o, semplicemente, hanno dei nickname che poco hanno a che vedere con i loro nomi. Compaiono i loro nomi invece alla Tamalpais High Class del 2018. I carabinieri hanno trovato i due americani nella stanza dell'hotel in Prati ancora addormentati e vestiti, uno con una tshirt grigio chiaro e pantaloni bianchi, l'altro – colui che ha confessato di aver accoltellato il carabiniere – con una camicia bianca e azzurra a righe, arrotolata sulle braccia, un bell'orologio e pantaloncini corti. Non indossavano dunque gli abiti sporchi di sangue che avevano al momento dell'omicidio e che sono stati ritrovati proprio nella stanza, insieme al coltello usato per il delitto e ancora macchiato di sangue. Le valigie, a quanto si apprende, erano gia' pronte e i due erano in procinto di ripartire. Nella stanza dell'albergo, dove i due sono stati fotografati al momento dell'arresto, si intravede una bottiglia di birra aperta su un comodino, lenzuola bianche disfatte e tanto disordine. L'avvocato di Finnegan, il presunto assassino, ha parlato del suo assistito al termine dell'interrogatorio di convalida del fermo chiesto dalla Procura di Roma: “Il mio assistito è psicologicamente provato, e' un ragazzo di 19 anni”. E' lui che avrebbe detto in caserma agli inquirenti: “Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato”, dopo che gli era stata venduta un'aspirina al posto della cocaina da un pusher.

 



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