Napoli– Non ci sono luci colorate o ghirlande tradizionali sull’albero che quest'anno svetta nella sede della Fillea Cgil di via Toledo. Ci sono, invece, i nomi di 87 persone che nel 2025 sono uscite di casa per andare a lavorare e non vi hanno più fatto ritorno. È l'"Albero delle vite cadute", l'installazione simbolica inaugurata oggi dal sindacato degli edili per commemorare le vittime delle "morti bianche" in Campania nell'anno che volge al termine.
L'opera è una fedele riproduzione in miniatura di un'area di cantiere: la struttura è composta da ponteggi, gru ed escavatori, mentre tra i rami trovano posto caschetti protettivi e cartelli sulle norme antinfortunistiche. Ogni pallina di Natale è un monito silenzioso, riportando il nome di un operaio deceduto sul campo.
Il bilancio di un anno tragico «Con questa iniziativa vogliamo riconfermare il nostro impegno quotidiano per la diffusione della cultura della sicurezza», ha dichiarato Vincenzo Maio, segretario generale della Fillea Campania, durante la cerimonia di accensione. I numeri descrivono una realtà spietata: nel 2025 l'edilizia si conferma, insieme ad agricoltura e logistica, il settore a più alto rischio.
La strage delle "cadute dall'alto" La scelta di utilizzare un ponteggio come struttura portante dell'albero non è casuale. Secondo i dati sindacali, la caduta dall'alto rimane la prima causa di morte nei cantieri. «Abbiamo scelto il ponteggio perché rappresenta la casistica più ricorrente nelle statistiche infortunistiche», ha spiegato Maio, ricordando anche gli sforzi comunicativi fatti durante l'anno, come la produzione di cartoon educativi per istruire i lavoratori sui rischi di elettrocuzione e asfissia.
L'installazione di via Toledo resterà esposta per tutto il periodo delle festività, trasformando un simbolo di gioia in un presidio di memoria e di lotta per il diritto alla vita nei luoghi di lavoro.






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