

Nell'immagine, un contesto collegato ai fatti.
Quando a Napoli si accendono le luci delle feste, siano sagre di paese, pranzi in famiglia, celebrazioni religiose o ritrovi con amici, è comune che sulla tavola appaia una bottiglia che racconta la terra da cui proviene. Il vino napoletano, con i suoi sapori intensi e spesso legati a terroir vulcanici, e i liquori tipici Napoli, forti del loro carattere artigianale, non sono solo un accompagnamento al cibo: rappresentano un legame con la storia, un gesto di ospitalità e un modo per celebrare l’identità partenopea. In questo approfondimento esploreremo come questi vini e liquori si intrecciano con la vita festiva e le tradizioni della città e della sua provincia.
Il vino prodotto nei dintorni di Napoli, in particolare nella zona dei Campi Flegrei, ha radici antichissime. La viticoltura in quest’area risale a epoca pre-romana, e con l’epoca romana e greca si consolidarono i vitigni che ancora oggi caratterizzano il paesaggio enologico.
I suoli vulcanici, ricchi di minerali e composti piroclastici (tufi, lapilli, ceneri) conferiscono ai vini una sapidità e un carattere unico, spesso percepibile nei profumi e nel gusto.
Due dei vitigni simbolo del vino napoletano e campano sono:
La denominazione ufficiale Campi Flegrei DOC comprende varie tipologie: Falanghina bianco, Falanghina spumante, Rosso (anche a base di Piedirosso), rosato, passiti, ecc.
Questi vini non sono vini “da enoteca” o “da ristorante elegante” soltanto: fanno parte delle feste quotidiane, delle cene di famiglia, dei pranzi di Natale, delle sagre di paese.
Un esempio attuale di come il vino napoletano si lega alle nuove forme di festa urbana è l’evento Wine&TheCity, che trasforma Napoli in un grande salotto, tra musei, cortili, vicoli, dove degustazioni di vini locali si alternano a performance, arte e cultura.
Un altro evento significativo è la manifestazione Terroir Campi Flegrei, dove la tradizione del territorio viene celebrata attraverso degustazioni guidate di Falanghina e Piedirosso, con abbinamenti gastronomici che rievocano la cucina partenopea.
In queste occasioni, il vino napoletano diventa strumento di identità, condivisione e valorizzazione del territorio, unendo genealogie antiche e sensibilità contemporanee.
Il vino non esaurisce l’offerta alcolica delle feste, spesso, la tavola (o il dopocena) è completata da liquori artigianali, capaci di caratterizzare la chiusura di un pasto o di una serata.
Tra i liquori che si associano alla tradizione napoletana e campana troviamo:
Nei momenti conviviali, dopo una cena, durante una serata con amici o parenti, in occasioni speciali, offrire un bicchierino di liquore è un gesto di generosità, di ospitalità, di chiusura del pasto all’insegna del gusto e del “buon vivere”. Questo rituale domestico o comunitario accompagna la tradizione orale, la condivisione, il legame tra generazioni.
Il fatto che molti di questi liquori siano ancora prodotti artigianalmente, a partire da ingredienti locali o selvatici (erbe, agrumi, noci, rucola), li rende anche un ponte tra il gusto contemporaneo e le antiche usanze: bevande che raccontano storie, territorio e memoria.
Il ruolo di vino e liquori nelle feste napoletane non è statico: evolve insieme alla città, alle generazioni, alla modalità di celebrare.
In definitiva, vino e liquori servono non solo a “dissetare”: sono strumenti di socializzazione, di conoscenza del territorio, di memoria collettiva.