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Discarica di Chiaiano: colpo di scena in Cassazione, cancellata la condanna all'imprenditore Tartaglia

Ribaltato il verdetto d'Appello che aveva inflitto 7 anni per concorso esterno: gli ermellini annullano senza rinvio. Si chiude così il calvario giudiziario legato all'inchiesta sulle infiltrazioni del clan Zagaria nell'affare rifiuti a Napoli Nord.
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Napoli – Si chiude con un colpo di spugna definitivo una delle pagine giudiziarie più complesse legate all'emergenza rifiuti in Campania e alle presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi nella gestione delle discariche. La Prima Sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a carico dell'imprenditore Giuseppe Carandente Tartaglia, ribaltando completamente l'esito dei precedenti gradi di giudizio.

Fino a ieri, su Tartaglia pesava come un macigno una condanna a sette anni di reclusione, confermata anche dalla Corte d'Appello di Napoli. L'accusa era pesante: concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, l'imprenditore sarebbe stato l'anello di congiunzione tra l'economia legale e il potere criminale del clan guidato da Michele e Pasquale Zagaria. Un'ipotesi che, tuttavia, non ha retto al vaglio finale degli ermellini.

L'affare Chiaiano e il "sistema" Zagaria

La vicenda affonda le radici nell'inchiesta sulla realizzazione e gestione della discarica di Chiaiano, il sito aperto nel cuore di Napoli Nord durante la fase più acuta della crisi dei rifiuti.

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Secondo la ricostruzione originaria degli inquirenti, il clan dei Casalesi avrebbe allungato i propri tentacoli sull'opera, garantendosi appalti e movimenti terra proprio attraverso figure imprenditoriali compiacenti.

Inizialmente, la Procura aveva persino ipotizzato una partecipazione diretta di Tartaglia al clan, accusa poi derubricata in concorso esterno e ora definitivamente cancellata dalla Suprema Corte.

La vittoria della difesa

La decisione di annullare "senza rinvio" rappresenta una vittoria totale per il collegio difensivo, composto dal professor Alfonso Furgiuele e dall'avvocato Luca Bancale, che hanno assistito l'imprenditore in ogni fase del processo. Questa formula giuridica non lascia spazio a dubbi o a nuovi processi: la vicenda si chiude qui, sancendo l'estraneità dell'imputato alle logiche criminali che gli erano state contestate per anni.

Cade dunque un altro tassello di quella maxi-inchiesta che aveva cercato di scoperchiare il "patto scellerato" tra camorra casalese e gestione dei rifiuti nel capoluogo partenopeo, restituendo, dopo un lungo iter giudiziario, la libertà definitiva all'imprenditore.

Articolo pubblicato il 3 Dicembre 2025 - 15:30 - A. Carlino

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