

Antonio Conte
Antonio Conte non cerca scorciatoie nel commentare la notte portoghese del Napoli. Ai microfoni di Prime riconosce che la squadra è arrivata alla sfida con il Benfica consumata da un ciclo di partite nel quale hanno giocato quasi sempre gli stessi elementi. “Una gara così dura arrivava nel momento meno favorevole, lo sapevamo,” dice, lasciando intendere che la lucidità non fosse al livello richiesto da una trasferta di Champions. Il tecnico ammette che il calendario non ha aiutato, ricordando come il Benfica abbia avuto un margine di riposo maggiore. Ma non si rifugia nella giustificazione: “La fatica era inevitabile, fisica e mentale, e dobbiamo essere pronti a metterla in conto.”
È proprio la mente, più ancora delle gambe, a essere finita sotto accusa. Conte lo spiega con estrema chiarezza: “Quando ti manca brillantezza mentale, le scelte diventano imprecise e gli errori banali si moltiplicano.” L’inizio di partita, definito complicato, avrebbe tolto certezze a un gruppo che arriva da settimane ad alta intensità e da un turnover praticamente impossibile. Le sue parole restituiscono la fotografia di una squadra fragile nel momento in cui deve costruire fiducia e ritmo.
Il tecnico guarda avanti con realismo, sapendo che il problema non svanirà nell’arco di pochi giorni. “La nostra situazione non cambierà subito e dovremo conviverci ancora per un po’,” afferma, confidando però nel recupero di uomini cruciali come Lobotka e Gutierrez. La sua preoccupazione più concreta è che il Napoli possa incappare nuovamente in avvii spenti e passaggi a vuoto che finora sono costati caro. L’obiettivo, ora, è ricostruire energia e lucidità prima che la Champions si trasformi definitivamente in una salita impossibile.