Cronaca Giudiziaria

Clan Licciardi, il “reggente” Abbatiello e il pizzo anche ai truffatori on‑line. I nomi dei 37 indagati

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Secondo l’inchiesta della Dda di Napoli e dei carabinieri, il clan Licciardi avrebbe intercettato il fiorente mercato delle truffe informatiche, arrivando a imporre il pizzo perfino ai cosiddetti “phisher”, gli autori di raggiri on-line.

Non più soltanto commercianti, imprenditori o gestori di attività sul territorio, dunque, ma anche truffatori del web costretti a versare una quota dei guadagni illeciti.​

Il gruppo, storica articolazione dell’Alleanza di Secondigliano, avrebbe utilizzato la propria rete di clan satelliti per controllare i proventi delle frodi digitali e imporre una vera e propria “tassa mafiosa” a chi operava nelle zone di influenza del cartello.

L’operazione culminata oggi ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di 37 indagati complessivi, di cui 21 destinatari di custodia in carcere.​

Il ruolo di vertice di Paolo Abbatiello

Al vertice dell’articolazione di Masseria Cardone gli inquirenti collocano Paolo Abbatiello, indicato come reggente e figura carismatica del clan Licciardi, con funzioni di direzione e organizzazione dell’intera area di influenza.

Secondo le ricostruzioni giudiziarie, Abbatiello avrebbe poteri decisionali sulle strategie criminali, cura dei rapporti con i gruppi camorristici satelliti, controllo delle attività illecite nel territorio e gestione della cassa comune per il mantenimento degli affiliati liberi e detenuti.​

Questa posizione apicale si inserisce nella struttura storica del clan Licciardi, componente fondativa dell’Alleanza di Secondigliano, cartello che domina nei quartieri a nord di Napoli e che coordina l’azione con famiglie come Contini e Mallardo. Proprio la regia di vertice, fondata su legami familiari e sulla capacità di mediazione interna al cartello, consente al gruppo di indirizzare anche i nuovi business, come il pizzo imposto ai truffatori on‑line.​

I quattro gruppi “madre” del clan

L’ordinanza individua quattro grandi articolazioni territoriali del clan Licciardi, tutte ricondotte alla stessa cabina di regia: Masseria Cardone, Rione Don Guanella, Rione Berlingieri e Vasto.

Ciascun gruppo presidia il proprio quartiere con referenti dedicati, che raccolgono informazioni, controllano le attività illecite locali (in particolare droga, estorsioni, gioco e scommesse) e veicolano verso il vertice i proventi per la successiva ripartizione.​

La Masseria Cardone viene descritta come una roccaforte storica, punto nevralgico per le piazze di spaccio e per i rapporti con altri clan dell’area nord. Il Rione Don Guanella e il Rione Berlingieri costituiscono le altre due colonne del sistema a Secondigliano, mentre il Vasto rappresenta la proiezione del cartello nella zona ad alta densità commerciale e logistica a ridosso della stazione.​

Clan satelliti collegati e aree di influenza

Intorno al nucleo dei Licciardi e degli alleati dell’Alleanza di Secondigliano ruota una fitta galassia di clan satelliti, che operano in regime di subordinazione o cooperazione in diversi quartieri di Napoli e nell’hinterland.

Tra questi i Cesarano al Rione Kennedy di Secondigliano, i Sacco‑Bocchetti e poi i Grimaldi a San Pietro a Patierno, i Caiazzo‑Alfano‑Cimmino tra Vomero e Arenella, i Piccirillo e i Panzuto‑Frizziero nella zona di Chiaia‑Mergellina, i Calone a Posillipo, i Vastarella al Rione Sanità.​

Altri gruppi satelliti o contigui sono indicati nella zona occidentale (Sorianello e Baratto‑Esposito tra Fuorigrotta, Bagnoli e Rione Traiano), nel Rione Cavalleggeri con il gruppo Giannelli, a San Giovanni a Teduccio con i Rinaldi, a Barra con gli Aprea‑Cuccaro, nell’area di Ponticelli‑Volla‑Cercola con i De Luca Bossa‑Minichini.

A livello più ampio, la relazione antimafia segnala rapporti di alleanza o cooperazione con consorterie come Amato‑Pagano, Nuvoletta‑Polverino, Moccia, Casalesi e con famiglie come i Lo Russo, i Di Lauro e i Sautto‑Ciccarelli, che fungono da garanti o mediatori in fasi di tensione.

L’“imbasciata” dal carcere e la tangente da 50mila euro

Il cuore dell’indagine ruota intorno alle intercettazioni in carcere di Alessandro Giannelli, ritenuto referente del gruppo nella zona di Cavalleggeri, tra Fuorigrotta e Bagnoli. In una comunicazione del 26 aprile 2022, gli investigatori lo ascoltano mentre affida un’“imbasciata” ai truffatori on-line della sua area, pretendendo una tangente di 50mila euro sui profitti delle truffe telematiche.​

La pressione estorsiva sarebbe stata così forte da spingere uno dei presunti truffatori a fuggire in Spagna pur di sottrarsi alle richieste del clan. L’episodio, ricostruito nell’ordinanza cautelare, viene considerato emblematico della capacità della camorra di piegare a proprio vantaggio anche attività criminali formalmente autonome, obbligandole a riconoscere una quota stabile di introiti.​

Il “web patrolling” su TikTok: così il clan individua le vittime

Gli inquirenti attribuiscono proprio a Giannelli l’intuizione del nuovo filone di affari attraverso un rudimentale ma efficace “web patrolling” sui social. Monitorando TikTok, l’uomo avrebbe notato un video in cui un giovane si mostrava in modo spavaldo con tremila euro in contanti, esibendo il denaro come trofeo.​

Quel filmato avrebbe insospettito il referente del clan, che avrebbe collegato quella disponibilità di contante a possibili truffe on-line messe a segno nella zona di Cavalleggeri. Da lì sarebbe partito il lavoro di individuazione del soggetto ripreso nel video e, una volta rintracciato, la formulazione della richiesta estorsiva, con l’imposizione del pagamento di una quota dei guadagni al gruppo camorristico.​

L’ordinanza attribuisce al sodalizio ruoli e funzioni diversificate: dal controllo capillare degli affari illeciti sul territorio all’investimento in attività economiche e immobiliari, fino al condizionamento della pubblica amministrazione, anche attraverso corruzione, per l’acquisizione di appalti e servizi pubblici. A ciò si aggiunge la gestione della “cassa comune” per il mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti e il sostegno economico agli uomini del clan, strumento ritenuto essenziale per consolidare vincoli di omertà e fedeltà interna.​

Estorsioni, traffico di droga e truffe: il ventaglio degli affari illeciti

Secondo l’impianto accusatorio, l’associazione non si sarebbe limitata alle estorsioni in senso tradizionale, ma avrebbe continuato a investire in diversi settori criminali ad alta redditività. Tra questi figurano estorsioni a imprese impegnate in appalti pubblici e privati, usura, truffe e soprattutto il traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, anche con ramificazioni transnazionali.​

I 37 indagati:
:

ABBATIELLO Paolo, nato a Napoli l’8.5.1966. CARCERE

ATTRATTIVO Maurizio, nato a Napoli il 06.06.1967 CARCERE

CAFARELLI Gianluca, nato a Napoli il 29.10.1975 CARCERE

CAIAZZO Vincenzo, nato a Napoli il 14.9.1977 INDAGATO

CANNAVACCIUOLO Gennaro, nato a Napoli il 26.04.1982 CARCERE

CARDAMONE Raffaele, nato a Napoli il 24.3.1970 CARCERE

CARELLA Luigi, nato a Napoli il 30.07.1972 INDAGATO

CAPEZZUTO Ilaria, nata a Napoli il 6.12.1990 INDAGATA

CELENTANO Giuseppe, nato a Napoli il 29.11.1975 INDAGATO

CELLA Maurizio, nato a Napoli il 20.12.1975 INDAGATO

CIORFITO Armando, nato a Napoli l’11.11.1949 INDAGATO

DAMASCO Luigi, nato a Napoli l’11.06.1971 CARCERE

DI MARTINO Giuseppe, nato a Napoli il 27.12.1981 INDAGATO

ESPOSITO Carmine, nato a Napoli il 10.04.1997 CARCERE

ESPOSITO Gennaro, nato a Napoli il 02.02.2000 CARCERE

ESPOSITO Luigi, nato a Napoli il 02.12.1973 CARCERE

ESPOSITO Massimiliano, nato a Napoli il 15.7.1971 INDAGATO

ESPOSITO Raffaele, nato a Napoli il 14.08.1962 CARCERE

ESPOSITO Rosa, nata a Napoli il 14.1.1969 INDAGATA

ESPOSITO Salvatore, nato a Napoli il 06.08.1966 INDAGATO

FASANO Gianfranco, nato a Napoli il 31.8.1975 INDAGATO

FERRARA Martina, nata a Napoli il 23.08.1999. ARRESTI DOMICILIARI

FIORE Raffaele, nato a Napoli il 21.11.1989. INDAGATO

GELSOMINO Luca, nato a Napoli il 25.04.1993. CARCERE

GIANNELLI Alessandro, nato a Napoli il 1.3.1978 CARCERE

LUCARELLI Giuseppe, nato a Napoli il 16.12.1969 CARCERE

MALENA Filomena, nata a Cariati (CS) il 27.1.1984 INDAGATA

MARINO Teresa, nata a Napoli il 6.6.1943 ARRESTI DOMICILIARI

MARZANO Francesco, nato a Napoli il 19.8.1963 INDAGATO

MONTANINO Salvatore, nato a Napoli il 24.9.1983 CARCERE

PELLEGRINO Giuseppe, nato a Napoli il 24.2.1982 CARCERE

RUSSO Vincenza, nata a Napoli il 17.6.1984 ARRESTI DOMICILIARI

SAPIO Salvatore, nato a Napoli il 17.12.1978 CARCERE

SAVARESE Salvatore, nato a Napoli il 12.12.1974 INDAGATO

SAVIO Pasquale, nato a Napoli il 29.5.1971 INDAGATO

STRAZZULLO Daniela, nata a Napoli l’8.4.1994 INDAGATA

STRAZZULLO Giovanni, nato a Napoli il 10.11.1987 CARCERE

 

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 2 Dicembre 2025 - 16:42 - Giuseppe Del Gaudio
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Giuseppe Del Gaudio