Roma– I Comuni italiani affrontano una delle fasi più critiche degli ultimi anni, stretti fra tagli strutturali, aumento della domanda sociale e l’impossibilità di assumere personale essenziale.
A lanciare l’allarme è Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, che in un’intervista alla Stampa delinea un quadro severo: “La situazione è molto difficile perché abbiamo meno risorse per il welfare, mentre cresce la domanda da parte della popolazione”.
Secondo Manfredi, i tagli pluriennali delle precedenti leggi di bilancio peseranno in modo decisivo: “Nel 2026 l’impatto sarà di 460 milioni”. E non è l’unico ostacolo. Gli investimenti programmati – circa 8 miliardi di euro – rischiano di restare bloccati: “Dobbiamo sbloccarli, altrimenti il giorno dopo la fine del Pnrr ci troveremo fermi”.
Invecchiamento, welfare e case: i nodi che soffocano le città
Uno dei fattori più pesanti è l’invecchiamento della popolazione, che influisce su assistenza, sanità e servizi di prossimità.Potrebbe interessarti
Altro fronte critico è l’emergenza abitativa, un fenomeno trasversale che investe fasce deboli e ceto medio. “Il piano casa del governo procede lentamente. Serve un grande investimento di risorse pubbliche e va mobilitato anche l’investimento privato”, sottolinea il presidente dell’Anci. Ma le risorse per il 2026, ammette, “non sono sufficienti”. Da qui l’appello all’Europa: “Auspichiamo un intervento con fondi comunitari: lo stesso commissario Fitto ha riconosciuto che la casa è ormai un’emergenza nazionale”.
Sicurezza e scuole: “Assunzioni bloccate, situazione insostenibile”
Sul fronte della sicurezza urbana, Manfredi evidenzia come le difficoltà dei Comuni ricadano direttamente sui cittadini. “La competenza è dello Stato, ma i problemi si scaricano sui sindaci. Abbiamo chiesto risorse straordinarie per assumere vigili urbani: negli ultimi anni il Corpo si è ridotto di 12 mila unità per effetto dei vincoli sulle assunzioni”.
Non va meglio negli asili nido: “Dobbiamo garantire 150 mila nuovi posti, ma non possiamo assumere gli educatori”, denuncia. E ricorda che anche gli assistenti sociali, fondamentali nelle periferie più fragili, risultano penalizzati dalle attuali regole assunzionali. “Il tetto alle assunzioni è una norma che grida vendetta – incalza – perché impedisce di reclutare proprio le figure più necessarie”.
“Comuni vivi ma senza strumenti”: l’allarme dal territorio
Nonostante le difficoltà, Manfredi sottolinea che il sistema dei Comuni resta dinamico e attivo: “La partecipazione alla nostra assemblea dimostra che c’è grande vitalità”. Ma senza risorse adeguate il rischio è quello di non riuscire più a garantire i servizi essenziali: “I Comuni soffrono perché non hanno gli strumenti necessari per dare risposte concrete ai cittadini”.
Un grido d’allarme che arriva dal cuore delle amministrazioni locali e che chiede al governo – e all’Europa – un cambio di passo urgente.






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