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Castellammare, “I bambini di nessuno”: Giuseppe Petrarca emoziona lo Stabia Teatro Festival

Lo scrittore ospite della manifestazione in onore di Annibale Ruccello, drammaturgo scomparso prematuramente nel 1986
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Lo Stabia Teatro Festival – Premio Annibale Ruccello 2025 continua a riscuotere interesse e favore di pubblico grazie al suo ricco e articolato programma di eventi.

Solo pochi giorni fa la manifestazione, che come ogni anno si svolge a Castellammare di Stabia per rendere omaggio al concittadino Annibale Ruccello, drammaturgo scomparso prematuramente nel 1986, ha ospitato lo scrittore Giuseppe Petrarca con la presentazione del suo nuovo libro “I bambini di nessuno”, edito da Solferino, presso il Mondadori Bookstore di via Santa Maria dell’Orto.

La professoressa Carmen Matarazzo – Presidente dell’Associazione Achille Basile – Le Ali della Lettura, storica organizzatrice dell’evento e punto di riferimento culturale da oltre vent’anni per la città – ha fatto gli onori di casa. Sono intervenute per l’occasione le giornaliste Annamaria Cafaro ed Emanuela Francini, che insieme a lei hanno dialogato con l’autore.

Giuseppe Petrarca è noto come scrittore di noir sociali – quei romanzi che, partendo dal mistero insito nel genere, osservano e mettono a fuoco la realtà, evidenziando i mali della società nascosti sotto una coltre di ipocrisia, superficialità o, peggio, di connivenza.

L’intento della sua produzione letteraria lo ha espresso chiaramente lo stesso autore quando, interpellato a riguardo della trama de ”I bambini di nessuno”, ha dichiarato: «Il male non viene dall’esterno dell’uomo:il male nasce dentro di noi. Dobbiamo fare i conti con il male. Non esiste una linea di distinzione netta tra carnefici e vittime, tra buoni e cattivi. Ci sono milioni di sfumature, e ogni volta bisogna addentrarsi nelle situazioni per ragionare e per dare un giudizio. Perciò ho scelto di raccontare il male della società attraverso il noir, il giallo, che resta intrigante e leggibile, ma che porta sempre un filo di speranza.»

“I bambini di nessuno”, racconta la triste e disumana condizione dei piccoli che in Venezuela popolano le bidonville, equivalenti alle baraccopoli nostrane. Si tratta di quartieri sottomessi alla criminalità, funestati dalla carenza di servizi e da  condizioni igienico sanitarie precarie che espongono a gravi malattie.

Questo libro apre uno squarcio sulla dimensione drammaticamente attuale di quel territorio sospeso tra conflitti politici, crisi economica e minaccia militare esterna.

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Ma soprattutto, il titolo sensibilizza il lettore sulla condizione di migliaia di  bambini che ovunque, nel mondo, sono costretti a stenti e privazioni, sono oggetto di violenza ed abusi. Non a caso l’autore ha posto l’accento sul termine “nessuno”: parola che diventa entità, simbolo di abbandono, di mancanza di identità e di appartenenza.

“Nessuno” non è solo un pronome: è un destino. Quei bambini sono figli dell’assenza. Le loro immagini rimbalzano fino a noi dagli scenari di guerra, ma anche dai territori vicini. Sono abitanti inconsapevoli di un vuoto che si fa tragicamente protagonista. Ovunque. Sottolineando proprio questo aspetto, l’autore ha espresso con chiarezza: «Questo nuovo libro, già scritto da tempo, non appartiene solo a un luogo del mondo. In realtà è una ferita collettiva. Ci riguarda tutti. In ogni parte del mondo ci sono “I bambini di nessuno”».

Giuseppe Petrarca, con la verve appassionata che lo contraddistingue, si è generosamente offerto al pubblico entrando nei dettagli della genesi del libro. Per affrontare il delicato tema dell’infanzia oltraggiata, ha riportato a sé il commissario Cosimo Lombardo, protagonista della saga noir scritta tra il 2017 e il 2020, che oltre al consenso dei lettori gli ha valso prestigiosi premi letterari.

Dopo una pausa dedicata a romanzi che guardavano, rispettivamente, alla città di Napoli nel difficile tempo del terremoto – “La città puntellata”, edito da Cento Autori (2022) – e a un protagonista distopico, voce di una società senza valori e senza speranza – “La lunga notte di Christian Berger”, edito da Cento Autori (2023)– Petrarca ha sentito forte il richiamo verso il suo personaggio. Lombardo, simbolo di resilienza e impegno civile, era l’unico a cui affidare la sfida di salvare i bambini.

L’autore non si è limitato a descrivere la trama, ma ha illustrato una chiave di lettura più profonda, legata ai personaggi e al riscatto collettivo di questi. « È una storia di personaggi che cercano il riscatto, che vogliono trovare una forma di resurrezione. Dopo la morte della società che avevo descritto con Christian Berger, qui intravedo un piccolo seme di luce, di speranza, di rinascita. Spero che tocchi tutti noi, presenti e non, come invito a riscattarci dalle nostre fatiche, dalle debolezze quotidiane, dai fallimenti di ogni giorno. Un riscatto fortissimo che, all’interno di questo libro, diventa straordinario grazie alla figura di padre José, una figura, secondo me,  emblematica per l’intera narrazione.»

Tutti questi personaggi hanno viaggiato con il cuore e la fantasia di Giuseppe Petrarca, fino ad arrivare nella zona “un po’ densa, un po’ umida del Venezuela”, ha affermato l’autore. Con la sua sensibilità, Petrarca riesce ad entrare nelle vite degli altri, quasi ad appropriarsi delle loro identità.

È ciò che emerge dalle immagini e dalle scene descritte con capillare destrezza e dalla perfetta caratterizzazione dei personaggi. Un unicum che, in questo ultimo lavoro letterario, concede al lettore un viaggio narrativo immersivo, capace di sfociare in immedesimazione ed emozione. Leggendo “I bambini di nessuno” si scuotono e si illuminano le coscienze. Ma“I bambini di nessuno”  è anche un romanzo che si vive leggendo.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 18 Novembre 2025 - 10:30 - Annamaria Cafaro

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