Truffe con i Bitcoin e finti operatori bancari: smascherata la rete di ‘Spid’”

Condivid

Le indagini della polizia giudiziaria hanno permesso di ricostruire nei minimi dettagli l’attività di un gruppo criminale dedito a una lunga serie di truffe online e telefoniche, compiute con tecniche sofisticate e un’organizzazione strutturata.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di individuare con certezza le utenze e le voci riconducibili agli indagati, rendendo pienamente utilizzabili le conversazioni agli atti come prova dell’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alle truffe informatiche.

Il vertice del gruppo: “Spid” e la moglie

A capo dell’organizzazione, secondo la ricostruzione degli inquirenti, c’erano Salvatore Cacace, alias “Spid”, e la moglie Amalia Spadaro. I due, descritti come i promotori e gestori dell’associazione, contattavano direttamente le vittime fingendosi operatori di istituti di credito.

Attraverso il dark web acquistavano, pagando in Bitcoin, pacchetti di dati sensibili contenenti numeri di carte di credito e conti PayPal associati a identità telefoniche reali. Quei dati venivano poi utilizzati per mettere in atto truffe seriali.

Phishing, spoofing e il messaggio trappola da 199 euro

Il meccanismo era tanto collaudato quanto ingannevole. Tutto partiva da un SMS, identico in tutti i casi, che avvisava la vittima di un presunto addebito di 199,47 euro sul proprio conto.
Nel messaggio, la vittima era invitata a cliccare su un link “per verificare l’anomalia”: un sito artefatto, costruito ad arte per raccogliere credenziali bancarie e informazioni personali.

Da quel momento scattava la seconda fase. Gli indagati, attraverso tecniche di phishing e spoofing, chiamavano la vittima fingendosi operatori del servizio antifrode e, con tono rassicurante, promettevano di “bloccare” la transazione sospetta.
In realtà, durante la telefonata convincevano la persona a fornire i codici temporanei OTP (One Time Password) che arrivavano via SMS, indispensabili per completare gli acquisti fraudolenti online.

Le vittime: gli anziani scelti sul dark web

Dalle indagini è emerso che le vittime preferite erano anziani, selezionati proprio in base alla data di nascita presente nei database acquistati sul dark web. Persone ritenute più vulnerabili e meno capaci di reagire in tempo per bloccare le operazioni bancarie in corso.

Acquisti da Leroy Merlin e ritiro a Giugliano

Con i dati carpiti e i codici OTP, i truffatori effettuavano in tempo reale acquisti di merce costosa – climatizzatori, trapani, caldaie e altri materiali edili – sul sito di Leroy Merlin, pagando con le carte rubate.
Nella quasi totalità dei casi, i prodotti venivano ordinati per il ritiro presso il punto vendita di Giugliano in Campania, ma non mancavano operazioni nei negozi di Afragola e Torre Annunziata.

A ritirare la merce era quasi sempre Salvatore Simonetti, considerato uno dei principali esecutori del gruppo. Simonetti, secondo quanto emerso, si muoveva su auto a noleggio sempre diverse per eludere i controlli e, una volta ottenuti i prodotti, li consegnava ai ricettatori, pronti a immetterli sul mercato parallelo.

La filiera del riciclaggio: i ricettatori e i depositi

Due nomi ricorrono più volte nelle indagini: Salvatore Cataldo e Michele Della Rotonda, individuati come i principali ricettatori della banda.
Cataldo si faceva consegnare la merce a Sant’Antimo, mentre Della Rotonda la stoccava nel quartiere Scampia, per poi rivenderla autonomamente.
Entrambi, secondo gli inquirenti, erano perfettamente consapevoli dell’origine fraudolenta dei beni e partecipavano attivamente al sodalizio.

In alcuni episodi compaiono anche Raffaele Ranucci, Gennaro Accurso e Nicolas Sarnacchiaro, quest’ultimo cognato di “Spid”, che avrebbe aiutato Simonetti nelle operazioni di ritiro.

Le carte prepagate e il ruolo di Simona Palumbo

L’indagine ha inoltre svelato un secondo filone di attività: l’uso di carte prepagate fittiziamente intestate per ricevere bonifici truffaldini.
In questa parte dell’organizzazione spicca il nome di Simona Palumbo, incaricata di reclutare persone disposte a prestare la propria identità, in cambio di un compenso, per intestare le carte.
La stessa Palumbo, una volta accreditate le somme, si recava agli sportelli bancari per prelevare il denaro, che veniva poi consegnato a Maicol Sarnacchiaro, altro cognato di Cacace, considerato il custode dei proventi.

La base operativa a Marianella

Il quartier generale del gruppo era l’abitazione di via dell’Abbondanza 52, nel quartiere Marianella di Napoli, formalmente assegnata a una persona deceduta.

Lì vivevano Cacace e Spadaro, e lì – secondo la procura – si pianificavano le truffe, si custodivano computer e telefoni, e si decidevano le operazioni da compiere.
Spadaro, oltre a partecipare alle telefonate con le vittime, contribuiva all’organizzazione interna, suggerendo l’acquisto di SIM card intestate a nomi fittizi e discutendo le modalità operative con il marito e gli altri complici.

Bitcoin e dark web: il costo della truffa

Un aspetto centrale dell’inchiesta riguarda l’uso dei Bitcoin come strumento per finanziare l’attività truffaldina.
In diverse conversazioni intercettate, gli investigatori hanno registrato Cacace e Simonetti mentre parlavano di “andare a mettere i Bitcoin”, espressione che – spiegano gli inquirenti – si riferiva al versamento di criptovaluta per acquistare le liste di dati personali sul dark web.

In un dialogo del 7 febbraio 2025, “Spid” lamentava addirittura le spese quotidiane del gruppo, elencando tra i costi “i Bitcoin messi ieri”, proprio quelli utilizzati per comprare nuove liste di carte di credito e identità telefoniche da truffare.

Un sistema criminale tecnologico e familiare

L’indagine della Procura – che contesta ai principali indagati l’associazione per delinquere finalizzata alle truffe informatiche – descrive un gruppo coeso, organizzato e dotato di mezzi tecnologici avanzati: computer con programmi dedicati alla navigazione nel dark web, telefoni non riconducibili agli indagati, decine di SIM fittizie e auto a noleggio per i ritiri.

Ma soprattutto un sistema familiare, costruito su vincoli di sangue e di fiducia: Cacace, la moglie, i cognati e i sodali, uniti in un disegno criminale che, secondo gli inquirenti, ha fruttato decine di migliaia di euro e danneggiato decine di vittime in tutta Italia.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 9 Ottobre 2025 - 13:41 - Giuseppe Del Gaudio

Leggi i commenti

  • L'articolo è informativo ma ho notato che ci sono errori ne linguaggio e la struttura non è sempre chiara. Potrebbe essere utile se avessero fornito più dettagli su come funzionano precisamente queste truffe e quali misure di protezione possono adottare le persone.

Pubblicato da
Giuseppe Del Gaudio

Ultime Notizie

Appalto ASL Napoli, accordo storico per i lavoratori della logistica

Napoli– Una svolta nelle trattative per i dipendenti in appalto presso l'ASL Napoli 1 Centro.… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 18:05

Napoli, nuovi interventi per l’illuminazione pubblica nel centro storico

Napoli– Dopo anni di interventi concentrati nelle periferie, il piano per l’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 17:48

Crisi San Carlo, Manfredi: "Firmeremo il contratto Macciardi, ma il Teatro sia fuori dai conflitti"

Napoli – Nonostante il ricorso pendente al TAR Campania contro la nomina, il sindaco di… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 17:28

Ascea, aggredisce i soccorritori del 118 mentre prestano soccorso a sua madre

Ascea – Un nuovo, grave episodio di violenza ai danni del personale sanitario di emergenza.… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 17:08

Caserta, sequestro da oltre 3 milioni di euro a società di San Tammaro: indagine per omesso versamento IVA

Caserta – La Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un sequestro preventivo per oltre… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 16:48

Castel Capuano, via la Polizia: arrivano i vigilanti. Cresce la preoccupazione tra cittadini e dipendenti

Napoli – A Castel Capuano, uno dei simboli della storia giudiziaria partenopea, cambia il presidio… Leggi tutto

10 Ottobre 2025 - 16:20