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Scandalo accoglienza, blitz dei Nas nei Cas gestiti da Coop Desy: 5 misure cautelari

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Salerno - Un vasto e articolato sistema di frode nelle pubbliche forniture e concussione ai danni di persone vulnerabili è stato smantellato dai Carabinieri, portando all'esecuzione di cinque misure cautelari e al sequestro preventivo di beni per 720.000 euro.

Sotto accusa la gestione di un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) e di altri centri sul territorio nazionale, gestiti dalla cooperativa sociale Desy, con sede legale a Castel San Giorgio (Salerno).

L'operazione, condotta dai Carabinieridel Nas di Firenze con il supporto dei colleghi di Salerno, ha portato in carcere un indagato, mentre altri quattro sono stati posti agli arresti domiciliari. Gli indagati sono amministratori e collaboratori della cooperativa, ritenuti responsabili a vario titolo di reati gravissimi che includono la truffa aggravata in danno dello Stato e false attestazioni in atti pubblici. I blitz sono scattati nelle prime ore di questa mattina tra Mercato San Severino, Roccapiemonte e Castel San Giorgio, nel Salernitano.

Le indagini hanno preso il via nel dicembre 2023, dopo un'ispezione al CAS di San Marcello Piteglio (Pistoia). Qui, le prime segnalazioni di gravi irregolarità igienico-sanitarie hanno acceso un faro sulla gestione della struttura, che in quel momento era passata di mano a un'altra società.

Ma le verifiche, incrociando i dati e soprattutto raccogliendo le dichiarazioni degli ospiti richiedenti asilo, hanno fatto emergere un quadro agghiacciante: una vera e propria situazione di "abbandono". La cooperativa Desy avrebbe attestato alla Prefettura di Pistoia l'erogazione di molteplici prestazioni e servizi che in realtà non venivano forniti, incassando regolarmente i pagamenti.

(h3)Richiedenti asilo al gelo e sotto minaccia

Il disagio subito dai migranti era estremo: la struttura di accoglienza risultava sprovvista di riscaldamento e acqua calda, e in alcune circostanze persino priva di energia elettrica.

Di fronte alle proteste degli ospiti, che pretendevano i servizi loro dovuti per legge e finanziati con denaro pubblico, scattava la concussione. Dipendenti e collaboratori della Desy sono accusati di aver minacciato i richiedenti asilo per costringerli a firmare i cosiddetti "fogli presenza", documenti fondamentali che avrebbero dovuto attestare la regolare fornitura dei servizi. Un atto che, di fatto, copriva la frode e legittimava le successive richieste di pagamento allo Stato.

L'analisi contabile e i successivi approfondimenti hanno rivelato che il sistema di frode non era limitato alla provincia di Pistoia. La cooperativa Desy risultava aver gestito, o essere ancora attiva, in altri CAS sul territorio nazionale, con interessi accertati nelle province di Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo.

L'esame complessivo delle fatture presentate alle varie Prefetture ha permesso di quantificare l'entità dell'illecito percepito: nel periodo compreso tra il 2022 e il 2024, la cooperativa Desy avrebbe intascato oltre 1,2 milioni di euro a fronte di servizi solo parzialmente o totalmente inesistenti.

Il sequestro odierno di 720.000 euro rappresenta una prima importante misura per recuperare i fondi sottratti illecitamente alle casse pubbliche e destinati all'assistenza. L'inchiesta prosegue per fare luce su tutte le responsabilità e l'estensione del presunto raggiro.

Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2025 - 14:15 - A. Carlino

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  • L'articolo descrive una situazzione molto grave e preoccupante nel settore dell'accoglienza per richiedenti asilo. È incredibile che ci siano stati abusi cosi gravi. Spero che le autorità facciano chiarezza e giustizia venga fatta.

Pubblicato da
A. Carlino