Sant’Anastasia - Non era il classico orto domestico quello che i Carabinieri della stazione locale hanno scoperto ieri nel giardino di un'abitazione. Al posto di pomodori e insalate, una sofisticata serra clandestina ospitava una piccola piantagione di marijuana "a chilometro zero", completa di un impianto tecnologico per la coltivazione.
La serra high-tech
Al centro dell'operazione, l'abitazione di Antonio Capone, 35enne del posto già noto alle forze dell'ordine. Durante la perquisizione, i militari hanno trovato nel giardino una struttura appositamente allestita.
Non una semplice copertura, ma una serra perfettamente progettata, dotata di un sistema di illuminazione a timer e ventole per il ricambio d'aria, che garantivano le condizioni ideali per la crescita di 6 piante di marijuana, già cresciute fino a un'altezza compresa tra 1,40 e 1,70 metri.Potrebbe interessarti
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Il bottino: oltre 4 chili di droga
La scoperta più rilevante, però, non era all'esterno. All'interno dell'abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto un ingente quantitativo di stupefacente già lavorato e pronto per il mercato: 800 grammi di infiorescenze di marijuana già pronte per la commercializzazione e altri 3 chili e 300 grammi della stessa sostanza in fase di essiccazione finale.
Di fronte all'evidenza del materiale sequestrato, il 35enne è stato tratto in arresto e condotto presso la casa circondariale di Napoli. Per Antonio Capone, nato a Massa di Somma (NA) il 27 settembre 1990, l'accusa è di detenzione di sostanza stupefacente finalizzata allo spaccio, reato che prevede pene severe date le ingenti quantità ritrovate.
L'operazione dimostra come il fenomeno della coltivazione domestica di sostanze stupefacenti stia diventando sempre più diffuso, con metodi che si avvalgono di tecnologie sempre più avanzate, pur restando nel mirino delle forze dell'ordine.
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