

Carcere di Ariano Irpino
Ariano Irpino– Fumo, distruzione e celle sbarrate dall'interno. È caos nel carcere di Ariano Irpino, dove dalla serata di ieri è in atto una violenta protesta in una sezione del penitenziario. Secondo la ricostruzione del sindacato di Polizia Penitenziaria Sappe, i detenuti della Nona sezione si sono "asserragliati all'interno delle celle" e hanno dato fuoco alle suppellettili, distruggendo tutto ciò che era a portata di mano.
Un bilancio, al momento, senza feriti, ma che fotografa una tensione altissima, al limite dello scontro. L'allarme è scattato immediatamente al Provveditorato regionale dell'Amministrazione penitenziaria, che per contenere la rivolta ha disposto l'invio urgente di unità di rinforzo. Squadre di agenti sono state fatte affluire da Avellino e da altri istituti carcerari della Campania per presidiare la struttura e tentare di riprendere il controllo del reparto in fiamme.
Ma dietro la scintilla della protesta, come spesso accade, c'è la miccia di un sistema al collasso. Il carcere di Ariano Irpino, infatti, sconta il cronico problema del sovraffollamento e dell'inagibilità di ampi spazi. I numeri ufficiali parlano da soli: nell'istituto sono rinchiusi 250 detenuti, a fronte di una capienza teorica di 350 posti.
Un dato, quest'ultimo, che – come sottolinea il Sappe – è soltanto "sulla carta". Molte sezioni del carcere sono infatti attualmente inagibili o in corso di ristrutturazione, un fatto che di fatto costringe la popolazione detenuta a vivere ammassata in spazi ridotti, aumentando esponenzialmente la pressione e il malcontento. Un cocktail esplosivo che ieri sera, nella Nona sezione, ha trovato la sua drammatica scintilla.
L'episodio di Ariano Irpino non è un caso isolato, ma si inserisce in un quadro nazionale di costante emergenza carcelli, dove le proteste violente sono diventate un termometro di un disagio strutturale e di una condizione detentiva al limite della sopportazione. Le forze di polizia penitenziaria, intanto, sono sul posto per gestire una notte che si preannuncia lunghissima, nel tentativo di scongiurare che la rivolta possa estendersi ad altre ali del penitenziario.