Non c’è pace per Pompei. A soli quattro giorni dal furto commesso da un turista polacco, un nuovo episodio ha colpito il parco archeologico più celebre del mondo.
Stavolta a finire nei guai è un pensionato statunitense, sorpreso mentre tentava di portare via alcune pietre dalle antiche strade della città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava percorrendo via delle Ginestre quando ha raccolto diversi frammenti di pietra — parte dell’inestimabile patrimonio archeologico del sito — e li ha infilati con noncuranza nello zaino, pronto ad allontanarsi verso l’uscita.
A notare la scena è stato un altro visitatore, che non ha esitato ad avvisare la guardia giurata in servizio in piazza Esedra. A quel punto si è messo in moto l’ormai rodato meccanismo di sicurezza che unisce Direzione del Parco, vigilanza interna e Carabinieri del posto fisso Scavi.
La segnalazione è arrivata in pochi minuti ai militari, che hanno individuato l’uomo mentre si stava avvicinando all’uscita.Potrebbe interessarti
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Davanti ai Carabinieri, l’americano ha tentato di giustificarsi con le solite parole: «Volevo solo un ricordo da portare a casa» e «sono per la mia collezione personale». Le pietre sono state immediatamente restituite al Parco, mentre per l’uomo è scattata una denuncia per furto di reperti archeologici.
Il direttore generale del Parco Archeologico ha ribadito la tolleranza zero nei confronti di chi tenta di sottrarre anche il più piccolo frammento della città antica: «Ogni pietra di Pompei racconta una storia millenaria. Portarla via significa cancellarne un pezzo».
Questo nuovo episodio riporta al centro dell’attenzione il problema dei furti e degli atti vandalici che continuano a colpire il sito, nonostante i controlli serrati e i moderni sistemi di sorveglianza. Solo pochi giorni fa, un turista polacco era stato denunciato per aver tentato un gesto simile.
Un fenomeno che, nonostante le campagne di sensibilizzazione e i cartelli informativi, sembra non conoscere tregua. Pompei, patrimonio mondiale dell’UNESCO, continua così a difendersi non solo dal tempo, ma anche dall’inciviltà di chi non ne comprende il valore.





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